Di che tipo di leadership abbiamo bisogno in questi tempi difficili?
Come possiamo guidare al meglio i nostri collaboratori ed entrare in contatto con i nostri partner in modo efficace nella nebbia del caos e dell’incertezza? Molti di voi, imprenditori e non, se lo staranno chiedendo da quando questa difficile congiuntura storica è iniziata.
Alla ricerca di risposte a queste complesse domande siamo incappati in un interessante video della
WOBI – World of Business Ideas, condotto da Tal Ben-Shahar, consulente aziendale, scrittore di libri di successo sulla Felicità, e professore nel campo della leadership e del positive thinking.

Nel 1970 il professor Robert Greenleaf ha spiegato come i veri leader nella storia siano stati capaci di abbracciare i principi della “servant leadership”. Cosa significa? “Prendiamo i più grandi leader nella storia come Gesù, Mosè, Gandhi, Mandela: loro sono stati i primi a dichiararsi “servitori” dei propri discepoli e seguaci” spiega Tal Ben-Shahar.
Nel 1990, dopo 27 anni di prigione, Nelson Mandela ha pronunciato queste parole: “Sono qui di fronte a voi non come profeta, ma come vostro umile servitore”.

In che modo la servant leadership può essere di aiuto agli imprenditori del vino e a cascata anche a tutti coloro con cui entrano in contatto?
Cerchiamo di capire meglio.
“Nelle organizzazioni aziendali i servant leader rovesciano la tipica piramide organizzativa. Nella normalità al top della piramide troviamo CEO, presidente, direttore generale, e a seguite i senior manager, e tutti gli altri dipendenti. I servant leader rovesciano questa piramide e si mettono loro stessi alla base, cercando di essere per primi al servizio di coloro che nella norma sarebbero sotto” dice l’esperto.

La servant leadership porta risultati superiori per gli individui e per i gruppi di lavoro, oltre che al business. È molto importante in momenti di incertezza come questo, quando i passi da compiere sono essenziali, ma il sentiero non ha una buona visibilità.

Come diventare un leader servente e tirare fuori il meglio di noi stessi e dei nostri collaboratori?
Sicuramente una caratteristica determinante è l’ascolto. Secondo Robert Greenleaf, un buon leader risponde alle problematiche ascoltando per prima cosa, perché l’ascolto costruisce forza dentro all’altro.
Ascoltare significa esprimere un interesse genuino verso ciò che l’altro pensa, sta vivendo e di cui ha bisogno per lavorare meglio e stare meglio.
Significa coltivare fiducia, incoraggiamento e apertura, creando un ambiente che il professore di Harvard Amy Edmundson ha definito “psicologicamente sicuro”.

Non è solo l’ascolto dell’altro a contare, ma anche un genuino ascolto verso sé stessi ed i bisogni della propria azienda.
“Molti di noi sono abituati a viaggiare molto, anche se in questo periodo sono limitati, ma sanno bene che un consiglio di volo importante in caso di turbolenza è quello di mettere la mascherina di ossigeno prima di tutto a sé stessi prima di aiutare gli altri” conclude Tal Ben-Shahar.
Per aiutare gli altri e la propria azienda in tempo di crisi, bisogna prima di tutto aiutare sé stessi.

L’ascolto e la servano leadership potrebbero non garantire il successo, ma aumentano in modo esponenziale la probabilità di farci riemergere più forti e migliori da questa esperienza, come individui e come organizzazioni aziendali.