Quest’anno la consueta conferenza stampa OIV (International Organisation of Vine and Wine) è stata trasmessa in diretta streaming, invece di svolgersi a Parigi come avviene solitamente. L’evento rappresenta l’appuntamento annuale clou dell’organizzazione in cui il direttore generale, Pau Roca, fornisce un aggiornamento sulle tendenze della viticoltura mondiale.

Roca è stato lapidario, la diffusione del nuovo coronavirus ha portato all’azzeramento del canale HoReCa che potrebbe portare ad una perdita di oltre il 50% delle vendite di vino, solo in Europa.
I Paesi del Mediterraneo, ha specificato, sono e saranno i più colpiti dato che i loro settori vitivinicoli dipendono molto dalle vendite attraverso bar, caffè e turismo, che saranno fortemente limitati anche dopo la fine del lockdown.
Lo sviluppo del delivery e delle vendite online può aiutare a tamponare alcune emorragie dell’on-trade, ciononostante le perdite del canale on-trade non possono essere bilanciate dalle vendite in crescita nei supermercati e nei negozi di alimentari dato che l’off-trade è caratterizzato da un’offerta di vino molto limitata. Il coronavirus inoltre sta avendo gravi impatti sul commercio di vino e sul turismo enologico.

“Al momento, tutti concordano sul fatto che l’isolamento ha avuto un effetto devastante e probabilmente irreversibile, la riduzione della crescita è paragonabile a quella della fine della seconda guerra mondiale. Nonostante alcuni paesi stiano iniziando ad aprirsi, la situazione non lascia molto spazio all’ottimismo, i maggiori Paesi consumatori sono stati i più colpiti” ha dichiarato Roca.
Il direttore generale dell’OIV ha anche chiesto di non promuovere o suggerire messaggi che inducano a pensare che il consumo di vino faccia bene alla salute. “Nulla in questo momento di paura e dolore giustifica messaggi su questioni di salute in qualsiasi direzione”, ha detto. “Devo sottolineare che i messaggi sull’effetto positivo del consumo di vino sono irresponsabili”, e che “è immorale cercare in questo modo opportunità visto che ci sono migliaia di persone che soffrono”.

Roca ha presentato anche la panoramica dell’OIV sul mondo del vino, in riferimento al 2019.
L’anno scorso la superficie totale coltivata a vigneto era di 7,4 milioni di ettari, Spagna, Cina, Francia, Italia e Turchia rappresentano oltre il 50% della superficie totale dei vigneti nel mondo.

Anche la produzione di vino è relativamente equilibrata, con una produzione nel 2019 di 260 milioni di ettolitri – una diminuzione di 34 milioni di ettolitri rispetto al 2018, quando la produzione ha raggiunto i massimi storici. I tre principali paesi produttori di vino – Italia, Francia e Spagna – rappresentano quasi il 50% della produzione mondiale totale.

I consumi sembrano stabili, con un consumo mondiale di vino che nel 2019 ha raggiunto i 244 milioni di ettolitri, con un aumento di appena l’1% rispetto al 2018.
Stati Uniti, Francia, Italia, Germania e Cina continentale detengono il 50% del consumo. Il Regno Unito beve solo il 5% della produzione mondiale.

Dopo un calo nel 2018, le esportazioni mondiali di vino sono nuovamente cresciute, raggiungendo un nuovo massimo di 31,8 miliardi di euro (34,2 miliardi di dollari). Le esportazioni di vino in bottiglia sono aumentate marginalmente (0,5% in volume e 0,7% in valore), il bag-in-box è sceso del -13,1% in volume e -1,2% in valore, mentre le vendite di vino sfuso sono aumentate del 4,9%, ma sono diminuite in valore del -6,6%.

Un dato interessante presentato è stato l'”indice di internazionalizzazione del mercato”. Nel 2019 era del 43%, il che significa che poco più di quattro bottiglie su dieci provenivano da un luogo diverso da quello di consumo.

Per quanto riguarda lo spumante, nel 2019 ha costituito il 7% del mercato mondiale del vino, con una crescita del 57% dal 2002. Francia, Germania, Spagna, Stati Uniti e Italia sono i maggiori produttori. La produzione è particolarmente in crescita in Italia. Germania, Francia, USA, Russia e Italia rappresentano oltre il 60% dei consumi.
Il Giappone è un Paese da tenere particolarmente d’occhio, visto che sta iniziando ad apprezzare e consumare lo spumante.

L’OIV ha presentato anche alcuni dati preliminari della vendemmia 2020 nell’emisfero sud e le notizie non sono buone – la vendemmia è stata scarsa ovunque, tranne che in Sudafrica e in Uruguay.
“Il declino di Argentina e Cile è probabilmente dovuto a motivi climatici”, ha detto Roca, osservando il calo del -10,9% in Argentina, e il massiccio -12,1% in Cile. L’Australia è scesa del -3,9%, secondo Roca è probabilmente dovuto alla siccità in corso e agli incendi boschivi.
Roca ha concluso la conferenza stampa focalizzandosi sulla speranza che questa crisi attuale possa portare a una maggiore consapevolezza dei rischi del cambiamento climatico: “I rischi globali dovrebbero essere affrontati con un’intensa cooperazione internazionale, in particolare tra le comunità scientifiche”.