Ormai è cosa nota, l’Australia dopo quasi vent’anni di investimenti nella cosiddetta vitivinicoltura varietale negli ultimi anni ha ridisegnato completamente la sua strategia dando priorità alla valorizzazione dei suoi terroir produttivi.
In questa direzione si inserisce la recente notizia dell’investimento di 5,3 milioni di dollari da parte di Wine Australia (l’ente preposto alla ricerca e alla valorizzazione del vino australiano nel mondo) per una ricerca che per sei anni dovrà indagare sull’influenza dei terroirs produttivi australiani sulla qualità e sullo stile dei vini di questo grande Paese.
“L’Australia ” ha sottolineato Brian Croser, vicepresidente di Wine Australia ” produce vini di straordinaria qualità ed eleganza che riflettono i loro territori di provenienza, ma attualmente non ricevono il riconoscimento internazionale che meritano”.
E secondo i responsabili di Wine Australia per aumentare la reputazione (e quindi anche il posizionamento) dei vini australiani nel mondo è prioritario far percepire come essi siano fortemente legati ai loro territori di produzione.
“Noi già conosciamo ” ha continuato Croser ” l’unicità dei nostri terroir produttivi caratterizzati da climi, suoli ben differenziati tra loro e queste proprietà sono i fattori più importanti per contribuire alla diversificazione dei nostri vini in relazione ai diversi siti produttivi”.
Un’affermazione per noi europei “storicamente riconosciuta” ma una rivoluzione se si pensa a come era impostata la vitienologia australiana fino a pochi anni fa.
La ricerca nella sua prima fase di realizzazione si focalizzerà sul vitigno principe dell’Australia, lo Shiraz.
“Abbiamo deciso di iniziare dallo Shiraz perché è la varietà più diffusa in Australia ” ha spiegato Croser ” e rappresenta circa il 26% della superficie vitata australiana. Abbiamo i più vecchi vini Shiraz a livello mondiale e il 40% del nostro export (con un valore superiore ai 10 dollari a litro franco cantina) è rappresentato da questo vitigno”.
“Si tratta della ricerca vitivinicola più importante degli ultimi 40 anni per il nostro settore”, ha concluso il vicepresidente di Wine Australia.
La ricerca sarà realizzata da un pool di ricercatori “eterogeneo”, composto sia da esperti agronomi e pedologi che di enologi e specialisti di analisi sensoriale. L’obiettivo, infatti, è quello di capire fino in fondo lo straordinario e complesso rapporto tra vino e il suo terroir produttivo.
Inevitabile per noi, spesso solo a parole, ferventi convinti del ruolo del terroir, non domandarsi se non sia il caso di approfondire molto di più la conoscenza dei nostri territori e dei nostri vitigni.
Se guardiamo ai nostri investimenti in ricerca, purtroppo anche per le denominazioni e per i vitigni più importanti, non possiamo certo dormire sonni tranquilli.