Gli sconvolgimenti provocati dalla pandemia di Covid-19 hanno completamente rivoluzionato gli assetti e la programmazione del settore fieristico mondiale. L’orizzonte è incerto e questo complica ulteriormente le prospettive, non si intravede una fine dell’epidemia che sta evolvendo in maniera eterogenea nelle diverse zone del globo.

Shanghai questo mese ha riaperto i centri fieristici, tra cui il National Exhibition and Convention Center e lo Shanghai World Expo Exhibition & Convention Center dove nei primi giorni di luglio sono state allestite Biofach China e Craft Beer China, due fiere che hanno registrato circa 8.000 visitatori.
Le norme di prevenzione e le misure precauzionali sono state garantite grazie ad un sistema di prenotazione online, la misurazione della temperatura all’entrata e l’obbligo di indossare le mascherine durante tutta la permanenza.
Questo è un segnale di ripresa positivo, soprattutto perché la Cina ha rappresentato una avanguardia, è stato il primo Paese coinvolto nell’emergenza ed il primo ad uscirne.

In Italia le fiere ogni anno coinvolgono milioni di espositori, organizzatori e semplici curiosi, muovendo guadagni stimati intorno ai 60 miliardi di euro.
Il settore è stato colpito pesantemente, lo testimoniano i dati: 138 le manifestazioni fieristiche italiane posticipate al 2021, alcune di respiro internazionale come il Salone del Mobile, Cosmoprof Worldwide Bologna e Vinitaly.
Il decreto “Cura Italia” approvato in via definitiva dalla Camera dei Deputati a fine giugno, prevede un credito d’imposta alle imprese per il recupero delle spese sostenute per partecipare a fiere e manifestazioni che sono state revocate a causa dell’emergenza coronavirus. Le imprese potranno contare su misure che vanno dal rimborso delle spese sostenute e dei mancati ricavi per gli eventi annullati e posticipati, alla proroga delle prossime scadenze fiscali e alla deroga ai limiti di compensazione.

L’esempio della Cina può senz’altro aprire nuovi scenari anche in Europa, dove il settore fieristico ha la necessità di definire un approccio standard condiviso ed unificato per garantire sicurezza, igiene e distanziamento sociale.
La peculiarità degli eventi fieristici è la presenza fisica degli addetti ai lavori e delle aziende in una stessa cornice di spazio e di tempo. La sfida è quella di integrare gli strumenti digitali con l’incontro faccia a faccia dato che proporre fiere completamente virtuali, significherebbe minare le fondamenta stesse del settore.
È innegabile però che l’avvento del digitale ci sarà, ma le relazioni tra le persone non potranno prescindere da incontri fisici. Lavoro ed affari non significano solo vendita e acquisto, ma anche fiducia, stima, passaparola e rapporti umani.