Quando e perché è nato il programma Wine Business Management?
Il programma in Wine Business Management nasce dopo una lunga esperienza di MIB Trieste School of Management nell’alta formazione focalizzata sul settore Vino, iniziata già nel 2002. MIB ha scelto di investire nella formazione manageriale per il settore vinicolo in quanto è uno degli asset chiave, assieme all’agroalimentare di qualità, per mantenere e migliorare la competitività dell’Italia nel mondo. Ma, si sa, l’agricoltura in passato ha focalizzato il proprio interesse sul prodotto e poco sulla conoscenza del mercato e delle competenze gestionali, quindi abbiamo creduto, con successo, fosse giunto il momento di fornire alle aziende del settore un’opportunità di crescita per gli imprenditori e i manager.

Che genere di competenze fornisce ai partecipanti?
Attraverso il Corso in Wine Business Management si portano i partecipanti a raggiungere una migliore comprensione dei fattori competitivi necessari a sviluppare le strategie aziendali di crescita, ad una migliore conoscenza e gestione dei clienti e dei consumatori, sia nel mercato interno sia a livello internazionale. Gli obiettivi che si vogliono raggiungere sono sicuramente l’acquisizione di solide competenze di General Management e l’ampliamento delle competenze funzionali in tutte le aree e processi tipici dell’azienda vinicola e della filiera, ma soprattutto lo sviluppo di capacità di pensiero strategico e di gestione del cambiamento funzionali all’impresa vinicola. 
 
A che necessità odierne risponde il corso?
Oggi, data la necessità di aumentare la competitività delle aziende sui mercati internazionali, bisogna sviluppare negli imprenditori e nei manager un linguaggio e una sicurezza che permettano di interagire alla pari con partner di tutto il mondo, spesso più grandi e strutturati di loro. Per farlo è necessario un percorso di crescita personale e aziendale che, rompendo i propri schemi mentali attraverso il confronto con altri colleghi, porti a innovare la propria prospettiva sul business e il proprio modo di interpretare i ruoli gestionali.
Come è stato composto il piano didattico e con che criteri?
Il percorso in Wine Business Management si sviluppa nell’arco di quasi 9 mesi ed è suddiviso in 9 corsi da 3 giornate formative ciascuno, dal giovedì a sabato a pranzo, in modo da permettere ai partecipanti la frequenza senza compromettere l’impegno lavorativo.
Ogni modulo è tematico ed affronta un aspetto della gestione dell’impresa vinicola: dalla conoscenza del settore e della sua evoluzione all’elaborazione di una strategia, soprattutto di differenziazione dalla concorrenza. Dal marketing operativo, con i suoi risvolti turistici alla comunicazione, dalla gestione di una rete vendita, anche in chiave export, alla logistica, dall’amministrazione al controllo di gestione, per concludersi con una parte relativa allo sviluppo del business. 
A chi è rivolto?
Il Corso in Wine Business Management è aperto a tutti i laureati con una minima esperienza professionale, anche non continuativa, oppure a diplomati con almeno 5 anni di esperienza lavorativa in questo caso nel settore.
Si tratta dell’unica proposta della scuola per il settore?
Come percorso didattico sì. Tuttavia stiamo organizzando per il prossimo novembre un viaggio-studio in Francia finalizzato a scoprire l’eccellenza dello Champagne in prima persona: dal vino alle strategie d’impresa e di sviluppo del territorio. Si tratta di 3 giornate, aperte a tutti gli interessati, nelle quali vogliamo comprendere che lo Champagne non è solo un vino, bensì un cluster integrato che agisce cooperando, nel rispetto dei ruoli, al fine di produrre e distribuire ricchezza sul territorio. 
Che evoluzioni sta subendo il mondo del vino oggi?
Negli ultimi 20 anni, l’industria del vino in tutto il mondo è diventata sempre più internazionalizzata, anche se il mercato si è frammentato e richiede un’alta intensità di informazioni. A livello globale si notano continui cambiamenti, ad esempio nell’inevitabile consolidamento di grandi aziende vinicole sebbene la concentrazione si ritrovi soprattutto a livello del rivenditore rispetto alla produzione, in netto contrasto con altre bevande.
Nonostante un’incredibile scelta sugli scaffali o nelle carte dei ristoranti, le vendite di vino, soprattutto nelle fasce basic premium, sono dominate da un ristretto numero di marche. Sono queste aziende a crescere, investendo sui loro brand attraverso una migliore conoscenza dei consumatori e della loro evoluzione. I mercati del vino mondiali stanno infatti attraversando un periodo di aggiustamento strutturale: se in alcuni il consumo sta crescendo, è sempre più evidente il cambiamento dei modelli di consumo in importanti mercati dell’Europa occidentale, come l’Italia, la Francia, il Portogallo e la Spagna, in quanto i consumatori più giovani si allontanano dal tradizionale bere vino quotidianamente ad un consumo più occasionale. La diminuzione dei consumi nei Paesi produttori europei significa dover esportare più vini di prima, ma per farlo bisogna strutturarsi e disporre delle giuste professionalità.
Quanto le competenze trasversali sono importanti?
Nel Corso si prendono in esame diversi aspetti della catena del valore aziendale, portando il partecipante a comprendere le diverse interrelazioni tra funzioni e processi. Sempre di più, infatti, a chi vende è richiesta la conoscenza di budget o di strumenti di analisi strategica dei mercati, mentre chi si occupa di produzione deve conoscere il mercato e i consumatori ai quali andranno indirizzati prodotti che devono soddisfare bisogni sempre più complessi. È fondamentalmente questo il motivo per cui abbiamo progettato un Corso in general management e non un corso specializzato su una delle funzioni aziendali. Posto che diamo comunque la possibilità, agli interessati, di scegliere anche solo il percorso in Marketing&Vendite (5 moduli) o in Amministrazione&Controllo (2 moduli).
Quali sono le nuove sfide sui mercati internazionali per Lei e quali le carenze del sistema Italia rispetto ad altri Paesi del mondo?
In passato, quando proponevo a produttori vinicoli di frequentare i nostri corsi o di mandare del personale, soprattutto quello commerciale, spesso mi rispondevano che non avevano tempo e non potevano permettersi collaboratori perché dovevano cambiare il trattore. A distanza di anni, chi ha investito sulla formazione o sull’acquisizione di professionalità con competenze manageriali ha visto migliorare le performance aziendali e sta affrontando la competizione con maggiore sicurezza. Da non trascurare l’impatto crescente che hanno le reti di contatti. Ciò che spesso manca in molte aziende che, viceversa, si muovono da sole o con un’ottica di breve periodo, è proprio la capacità di collaborazione, di relazione e di comprensione della necessità di sviluppare partnership sia tra aziende e territori che con gli operatori stranieri con cui si vogliono intrattenere rapporti commerciali.

Per info sul programma e iscrizione: qui