Tom Gendall ha poco più di trent’anni ed è considerato uno dei più promettenti wine maker di Sonoma Valley, con già un po’ di vendemmie sulle spalle e anche una breve esperienza in Europa, in un’azienda vitivinicola tedesca.
Ci accoglie con un sorriso straordinario e una faccia serena presso l’azienda in cui lavora, la Cline, una delle due realtà di proprietà della famiglia italo-americana Jacuzzi, nota soprattutto per le mitiche vasche ad idromassaggio. Ma nella prefazione del libro sulla storia dell’azienda è scritto:”Ci piacerebbe essere ricordati come produttori di vino e non come quelli delle vasche da bagno”.
Sicuramente verranno ricordati anche per essere sopravvissuti ad uno degli incendi più devastanti della storia americana di cui tuttoggi, a distanza di oltre 10 giorni, non è ancora definito il bilancio delle vite umane e quello ambientale, a partire dalla perdita di superficie vitata.
Tom ci inizia a parlare subito dell’azienda, delle vigne, dei vini. Non facciamo nemmeno in tempo a bloccarlo per chiedergli come ha vissuto questo drammatico evento.
Se non fosse che sentiamo intenso ancora nell’aria l’odore acre del fumo ci verrebbe facile dimenticare cosa è successo in questo luogo poche giornate prima.
Ma Tom non si ferma e ci racconta che hanno circa 100 ettari e che il loro vino più famoso, e anche il più venduto, è il Pinot Noir.
Vorremmo chiedergli se hanno avuto danni al vigneto, ma lui parla senza pause e ci dice che stanno sperimentando un’”antica” tecnica di vinificazione dentro giare di terracotta vetrificate.
Ad un certo punto ci chiede di seguirlo e ci fa salire su una scaletta in ferro per portarci sulle passarelle che sovrastano i grandi fermentini d’acciaio rivestiti di gomma espansa.
A quell’altezza riusciamo a vedere a 360 gradi il paesaggio circostante e solo da lì ci rendiamo conto di come le colline più alte siano tutte nere, incenerite.
Ed è solo in quel posto, dopo quasi mezz’ora di racconti fatti con competenza e passione, che Tom smette di parlare e ci guarda. Laura, una produttrice della Valpolicella che è nel nostro gruppo, è la più veloce a fargli la domanda che tutti noi avremmo voluto fare:”E’ successo qualcosa anche a te in questo disastroso incendio?”. E lui senza apparentemente perdere la sua serenità ci ha risposto “purtroppo ho perso la casa ma per fortuna siamo riusciti a scappare in tempo io, mia moglie e la mia piccola figlia”.
Non c’è altro da chiedergli.
Tom ci porta infine nella suggestiva sala di degustazione realizzata nel “rifugio” che a nei primi dell’ottocento era stata la prima chiesetta cattolica realizzata dai missionari spagnoli.
Degustiamo 8 vini e Tom ce li racconta con semplicità e simpatia.
Alla fine ci ringrazia per la visita e noi gli regaliamo una bottiglia di vino italiano, una sorta di piccolissimo pensiero fatto da uomini del vino per un altro uomo del vino che ha vissuto un’esperienza di enorme drammaticità.
Ci sono momenti che non ci può essere competizione commerciale, in questi giorni Napa e Sonoma per tutti coloro che vivono di vino e amano questo straordinario prodotto sono casa nostra.

Viaggio in Napa e Sonoma le valli del coraggio
A dieci giorni da uno dei più devastanti incendi della storia americana siamo tornati in Napa e Sonoma Valley dove tutto sembra “normale” grazie allo straordinario coraggio di chi lavora in questa terra