Sono una fan di wine2wine, che ho seguito attivamente fin dalla prima edizione perché lo trovo un format utile, strategico e irrinunciabile per chiunque operi nel mondo del vino.
La tematica di quest’anno appare più che mai strategica: la comunicazione del vino.
Vediamo, a mio avviso, che cosa ha funzionato e cosa ha funzionato un po’ meno, non tanto per dare pagelle o giudizi, ma per riflettere tutti assieme e portare questa manifestazione ai massimi livelli.

Partecipazione

A mio parere, i primi a poter ricavare beneficio da una partecipazione a wine2wine sono proprio gli imprenditori e i manager delle nostre aziende vitivinicole.
Tutti coloro che quotidianamente si trovano a dover rendere riconoscibile il loro brand sui mercati dovrebbero essere in prima fila a momenti formativi come wine2wine che possono dare informazioni e stimoli preziosi per impostare le strategie delle proprie aziende.
Se le grandi aziende e i grandi brand possono essere già “più avanti” su alcune tematiche, credo che le piccole e medie aziende siano il target perfetto per wine2wine.
A wine2wine si viene, infatti, anche per instaurare importanti relazioni. Perché wine2wine non è “solo” informazione ma è anche, e soprattutto, networking.
Partendo da questa premessa, ho trovato un’affluenza non adeguata. Ed è un vero peccato. Soprattutto per chi non c’era.

Programma

Rispetto alle precedenti edizioni, il numero delle relazioni è stato leggermente asciugato e questo l’ho trovato positivo per evitare l’effetto schizofrenico del voler essere a 3 convegni in contemporanea e vivere con frustrazione la giornata, avendo sempre la sensazione di essersi perso l’intervento migliore.
Questa scelta è vincente nella misura in cui la selezione del programma diventa ancora più serrata, prediligendo relazioni realmente utili al comparto.

Scelta relatori

La scelta dei relatori è di tutto rispetto. Non capita tutti i giorni di poter ascoltare i più importanti esperti di distribuzione, i più autorevoli influencer sul fronte dei media e della critica enologica internazionale, i principali guru nell’ambito della “digitalizzazione del vino”, tutti insieme in un unico luogo. E avere poi la possibilità di fermarli, di fargli una domanda, di scambiare un biglietto da visita.
Onestamente ho trovato irrilevante in alcuni casi la presenza di moderatori che si sono solo limitati a presentare il relatore senza aggiungere nessun contributo o aprire elementi di confronto.

Relazioni

Su questo punto, lo dichiaro, sarò piuttosto provocatoria. Non mi è sempre stato del tutto chiaro se alcuni relatori sono saliti sul palco per autocelebrarsi, accreditarsi e raccontare il loro lavoro o per dare un messaggio, un contributo, una chiave di lettura alla platea.
Il luogo della formazione dovrebbe essere neutro, privo di celebrazione, ma denso di contenuti.
Contenuti che non mi aspetto siano solo l’enunciazione di una tematica o di una problematica, ma anche una traduzione in spunti operativi, in pensiero critico, in qualcosa di concreto che mi posso portare a casa, su cui riflettere. Infatti, da wine2wine non mi aspetto di capire il “perché” di qualcosa, ma mi aspetto di avere uno stimolo per affrontare un “come posso fare per ”, un’ispirazione o un’informazione che non avevo.
Non credo sia un caso che tutte le relazioni che hanno avuto questo approccio hanno registrato una sala piena e con i partecipanti incollati alle sedie fino all’ultimo secondo. Ma vorrei tutti convegni di questo livello.

Comunicazione

Già durante l’estate comincia la comunicazione di wine2wine, che annuncia il tema dell’anno, i nomi dei relatori più autorevoli, l’organizzazione del format.
Ho trovato impeccabile questa parte comunicativa.
Mi è mancato invece avere accesso immediato al catalogo con il profilo dei singoli relatori e i key point della loro presentazione per poter avere in diretta le informazioni.
L’app con la programmazione (attivata nelle scorse edizioni) è stata utilissima per organizzare la propria agenda oltre che per avere accesso al network nei giorni precedenti la manifestazione.

Networking

Si va a wine2wine anche per il network, che sappiamo essere uno dei fattori di successo per la crescita del vino italiano e di tutte le persone che vi ruotano attorno.
La presenza a wine2wine vale il viaggio solo per poter intercettare persone che normalmente non riesci a vedere. Durante le fiere b2b siamo tutti presi dal business, questo è l’unico luogo che dovrebbe essere di confronto, di scambio e di dialogo non frenetico.
Chiunque voglia entrare nel mondo del vino dovrebbe venire a wine2wine e tessere relazioni.
Un suggerimento operativo per agevolare il network: ricordo un anno in cui sui badge di ogni partecipante era impresso molto in grande il nome e l’azienda per cui lavorava, suddiviso anche con colori in base al ruolo. Lo avevo trovato utilissimo per tutte quelle volte che capitava di non ricordare il nome o l’azienda e con un piccolo aiuto visivo tutto diventava più fluido senza rischiare di pensare: ma chi è quello lì che ho visto mille volte? Ma dove lavora questo che mi ha salutato, che non lo ricordo?

Area b2b

Non mi ha convinto al cento per cento l’area b2b dove le aziende hanno potuto incontrare buyer. Non tanto per l’utilità che è sempre indiscussa, ma per la contemporaneità. Dal mio punto di vista wine2wine deve rimanere formazione e informazione e non mescolarsi con altre attività, seppur strategiche. Crea solo confusione.

Energia

Questo è un anno complesso per tutti; ce lo hanno raccontato anche le presentazioni dei dati di mercato di questi giorni.
E, proprio per questo, credo che servano contenitori che ci aiutano a ricaricarci. Ho invece trovato un wine2wine che forse è specchio di questo particolare momento: con un‘energia non all’altezza delle aspettative.

Il futuro di wine2wine dipende da noi

Siamo noi, partecipanti di wine2wine, a dover essere i primi a credere in questa opportunità di network. Credo infatti che tanto più i manager e i produttori daranno fiducia e crederanno nell’importanza di questo spazio, tanto più potrà diventare un punto di riferimento sempre meglio organizzato e sempre più in linea con le nostre aspettative.
È troppo facile criticare o commentare quando poi non crediamo fino in fondo nell’importanza di formarci e di incontrarci.

Detto questo, da wine2wine ti porti sempre a casa qualcosa: dipende dal tuo grado di capacità di ascolto e di creazione di network e saper cogliere l’opportunità.
In una “società liquida”, come dice Baumann, vediamo la maggioranza di tutti noi che si continua a comportare come è stato nelle Società di ieri, dove solo pochi sono disposti a rischiare di immaginare a quali traguardi potrebbe aspirare l’ineguagliabile Mondo del Vino Italiano, da qui in avanti. E wine2wine potrebbe essere uno dei quei luoghi da dove parte la nostra immaginazione.