Il benessere mentale è al centro dell’attenzione dei brand, oggi più che mai. Senza dubbio il wellbeing è diventato un argomento urgente nel dibattito generato dalla pandemia. Le aziende raccolgono una nuova ed emergente esigenza: le persone, più stressate e stanche, cercano prodotti che stimolino la concentrazione, da una parte, ed il relax, dall’altra. 

Mintel ci racconta alcuni esempi di aziende che stanno producendo prodotti innovativi e allo stesso tempo responsivi di esigenze sempre più attuali. Un caso interessante è legato alla produzione di prodotti alimentari e beauty che stimolano la salute ed il benessere mentale, da cui il mondo del vino potrebbe trarre un interessante stimolo e suggerimento. 

Negli Stati Uniti PepsiCo ha lanciato Soul Boost per stimolare la chiarezza mentale ed il rilassamento. Pepsico ha pensato di andare oltre lo stress fornendo bevande personalizzate per le sfide del benessere mentale dei suoi consumatori. Soulboost è stato lanciato in due versioni, riconoscendo che alcuni consumatori potrebbero avere difficoltà con la chiarezza/concentrazione mentale mentre altri hanno difficoltà a rilassarsi. Con questo lancio, Pepsico comunica l’importanza di costruire rituali personalizzati che migliorano l’umore delle persone con prodotti che confortano i sensi e che hanno ingredienti funzionali comprovati per supportare la salute mentale.

Un’altra interessante case history legata al settore del beauty, che può fornire spunti anche per il mondo del vino, è il marchio statunitense di prodotti per la cura della pelle Selfmade. Il marchio incentrato sul benessere offre sia prodotti fisici che servizi digitali progettati per funzionare in tandem come un “ecosistema” per supportare il benessere emotivo. I prodotti fisici sono accompagnati da servizi digitali come l’app CommonRoom (per aiutare gli utenti a monitorare/controllare le proprie emozioni) e un hub del sito Web Community Zine. Per generare fiducia nel brand, Selfmade sottolinea il suo approccio collaborativo e autorevole, essendo stato creato con il supporto di esperti di salute mentale (psichiatri, psicologi clinici, professionisti del trauma).

Il marchio si allinea inoltre alle tendenze del benessere riconoscendo che i rituali di bellezza possono fornire ai consumatori un tempo e uno spazio dedicati per riflettere e rilassarsi. In effetti, soprattutto durante la pandemia di COVID-19, molti consumatori hanno utilizzato attivamente routine di bellezza per aiutarli a ridurre lo stress. Selfcare promuove fortemente l’idea che il benessere emotivo dovrebbe essere un rituale tanto quanto le routine quotidiane di cura della pelle.

Dunque cosa può imparare il mondo del vino da queste due case history? Se non bastassero già gli esempi elencati, a nostro avviso molto. 

Il vino è già di per sé un prodotto che genera benessere, piacevolezza e convivialità. Tutti elementi intrinseci che contribuiscono ad alleviare il malessere mentale e aiutano a creare un ambiente positivo. Ma quello che i brand di vino potrebbero imparare a fare più spesso è creare uno storytelling ed una strategia comunicativa incentrata sul wellbeing, sottolineando i vantaggi di un buon bicchiere di vino. Il vino può diventare un rituale, stimolare un momento di riflessione e di interruzione dalla vorticosa quotidianità. Infine, si apre anche un’importante questione legata alla responsabilità dei brand nel promuovere una cultura del benessere e del consumo responsabile.