In una fase di complessità vendemmiale in diverse regioni vitivinicole italiane, che hanno dovuto fronteggiare sia avversità atmosferiche che fitopatologiche, diventa sempre più importante comunicare al mercato le previsioni vendemmiali nella maniera più trasparente possibile, a tutela delle Denominazioni e della qualità del prodotto. 

Questa via, che predilige la trasparenza ed il monitoraggio in campo, è stata scelta dal Consorzio di tutela Lugana Doc, area particolarmente colpita degli eventi grandinigeni di questa stagione. 

Il Consorzio ha richiesto il monitoraggio in campo del potenziale produttivo per l’annata 2023 dagli enti preposti e arriva a stimare una riduzione media delle rese che si assesta su una media del 30%

In questo quadro ricade anche il provvedimento emesso da AVEPA lo scorso 24 agosto 2023 per la porzione di territorio che ricade nel Comune di Peschiera del Garda, unico comune della Regione Veneto della DOC. Il provvedimento ha determinato la resa massima di uva rivendicabile per la denominazione pari a 88 quintali/ha per Lugana Doc e 77 quintali/ha per Lugana Superiore.

“Siamo sempre più convinti che un comparto maturo, serio, debba necessariamente accettare la sfida della trasparenza, perché solo in questo modo si è in grado di far comprendere ai consumatori le difficoltà della produzione vitivinicola, resa oggi ancor più problematica a causa di fenomeni intensi, talvolta molto estesi, alla luce delle gravi mutazioni climatiche” ha sottolineato Fabio Zenato, presidente del Consorzio di tutela Lugana Doc.

“Ritengo sia arrivato il momento – ha evidenziato Edoardo Peduto, direttore del Consorzio Lugana Doc – di fare delle scelte coraggiose nei confronti del mercato, azioni possibili grazie ad un costante lavoro di squadra e condivisione degli obiettivi da parte di tutta la filiera. Questo tipo di iniziative rientrano in una precisa visione di lungimiranza nell’ambito delle attività di tutela e vigilanza messe in atto per preservare ed aumentare la credibilità della filiera nel tempo”.

In questa direzione il Consorzio del Lugana Doc diventa protagonista di un nuovo approccio all’analisi degli andamenti produttivi e di una comunicazione il più possibile aderente alla realtà.

“Un comportamento il nostro – sottolinea Peduto – apprezzato anche dagli enti pubblici, coinvolti a vario titolo nelle politiche vitivinicole, nel quale hanno ravvisato la modalità appropriata di perseguire, da un lato, la tutela e il pregio della Denominazione, e dall’altro, di informare gli stakeholders del mercato, consentendo agli enti preposti di fornire un supporto concreto alle nostre imprese”.

In quest’ottica il Consorzio opera da anni secondo una politica di posizionamento e innalzamento del valore della denominazione a lungo termine: “saper preservare oggi il valore del nostro patrimonio ed il lavoro svolto, significa investire in una prospettiva precisa, che permetterà alla Denominazione di continuare a crescere nel mercato domestico e internazionale” conclude Peduto.

Nonostante la riduzione delle rese, secondo i tecnici di campo il potenziale qualitativo dell’annata 2023 rimane positivo sia in termini di freschezza che di acidità con un grado alcolico leggermente inferiore rispetto all’annata 2022.

PSR VENETO