Vinitaly 2023 sarà ricordato probabilmente come l’edizione della vera ripartenza dopo la pandemia (che oggi sembra un lontano ricordo, ma che ha inciso profondamente sulla salute della nostra umanità e su tanti fronti socio-economici).

Vinitaly 2023 è stata una straordinaria ventata di ottimismo e di positività e le problematiche che stanno drammaticamente caratterizzando quest’epoca sono rimaste fuori dai cancelli di VeronaFiere.

Si è così creato, tra i padiglioni della Fiera di Verona, una sorta di camera stagna impermeabile a qualsiasi forma di analisi o commento negativo. E forse alla fine è stato un bene, perché questa atmosfera ha facilitato la comunicazione e le relazioni e ha predisposto tutti in modo positivo.

Abbiamo raccolto un mare di commenti e pareri, quasi tutti all’insegna della soddisfazione. Va dato atto che VeronaFiere ha fatto di tutto per rendere questa edizione di Vinitaly la migliore possibile, in particolare sul fronte della selezione dei buyer stranieri che mai come questa volta sono apparsi non solo numerosi ma anche ben profilati.

È chiaro che si dovrà aspettare qualche mese per fare un bilancio concreto della validità dei tanti contatti avuti in questa edizione di Vinitaly e, in certi casi, anche qualche anno perché non va mai dimenticato che un’opportunità commerciale si può sviluppare solo nel tempo.

Vinitaly, dopo Wine Paris e ProWein, si è dimostrata una manifestazione che rimane indubbiamente italiano-centrica ma proprio questa peculiarità la rende in qualche misura “indispensabile”.

L’altra peculiarità di Vinitaly rimane l’apertura ai wine lovers. Per carità, qualcuno ama definirli “appassionati profilati”, ma la realtà è che quello che li accomuna quasi tutti (e noi ne abbiamo intervistati parecchi) è la passione per il vino.

Se a Vinitaly venisse a mancare questa tipologia di visitatore, la Fiera apparirebbe non solo con molte meno persone tra i padiglioni, ma anche molto diversa e senza dubbio perderebbe gran parte del suo clima di festa.

Non solo, ma i “consumatori appassionati di vino” sono delle figure strategiche per lo sviluppo dell’immagine del vino nel suo complesso. Di fatto li si possono considerare, loro sì, i veri influencer del vino.

Va anche aggiunto che, considerando il mare di eventi che si sono realizzati in quest’ultima edizione di Vinitaly (solo noi di Wine Meridian abbiamo ricevuto un migliaio di inviti tra tasting aziendali, eventi consortili, di associazioni, e convegni di varia natura – ma non si dovevano spostare maggiormente su wine2wine?) molte di queste iniziative andrebbero quasi deserte se non ci fossero anche gli appassionati.

È pertanto legittimo chiedersi, dopo 55 anni di Vinitaly, se non sia il caso di targettizzare alcune aree dei padiglioni dedicandole unicamente ai wine lovers. Dal mio punto di vista, Vinitaly in the City non è una risposta sufficiente in tal senso e affermare che la domenica sia il giorno dedicato agli appassionati non risponde del tutto alla verità perché sono presenti, magari in numero diverso, in tutti i quattro giorni della manifestazione.

Qualcuno esprime dubbi, anche il sottoscritto, sul fatto che la gran parte di loro abbia realmente pagato i 120 euro di biglietto, come pure appare improbabile che le aziende espositrici si siano prese carico di un ingente investimento per fare entrare molti di questi wine lover. Ma, al di là di queste perplessità, la loro presenza rappresenta un fattore caratterizzante di Vinitaly e per questo sarebbe importante fare una seria riflessione di come “gestirli” al meglio.

Come pure, considerando la crescente importanza dell’enoturismo e dell’oleoturismo, Vinitaly potrebbe aprirsi anche su questo fronte e questo sarebbe un vantaggio anche per il nostro olio extravergine di oliva che, francamente, appare sempre  figlio di un Dio minore in quel di Sol.

Rimanendo sul fronte fiere del vino, molti hanno dichiarato in fase di declino, per non dir di peggio, il ProWein di Düsseldorf. Un’analisi sicuramente affrettata, frutto anche di un’edizione 2023 che non è stata certo entusiasmante. È indubbio però chiedersi se Wine Paris e ProWein, in chiave di prospettiva, possano convivere senza cannibalizzarsi a vicenda. Il prossimo anno saranno distanti tra loro meno di un mese (Parigi 12/14 febbraio, Dusseldorf 10-12 marzo) e, parlando anche con molti buyer presenti a Vinitaly, tanti ci hanno espresso la necessità di scegliere l’una o l’altra.

È chiaro che questa decisione dipenderà molto da cosa faranno gli organizzatori francesi per rendere più internazionale la loro manifestazione, ma non c’è dubbio che la sfida ormai sia partita.