L’ultimo rapporto di Roberta Garibaldi sull’enoturismo si concentra su una tematica oggi centrale all’interno del panorama del settore: la sostenibilità. Questo concetto, ormai sempre più centrale nel turismo, rappresenta un driver cruciale che sta spingendo gli operatori del settore ad investire in servizi e pratiche sostenibili per soddisfare una domanda del mercato sempre più esigente. Il report mira a fare chiarezza sul fenomeno dell’enoturismo sostenibile e sui benefici che può apportare alle destinazioni, alle aziende e ai turisti.
Cos’è l’enoturismo sostenibile?
La definizione della parola in sé è autoesplicativa: la sostenibilità è la capacità di un sistema di soddisfare i propri bisogni nel presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di farlo per sé stesse. In poche parole, l’enoturismo è sostenibile quando raggiunge tutti gli obiettivi dell’enoturismo stesso ma allo stesso tempo apporta benefici alla comunità, all’economia e all’ambiente circostante nel breve e nel lungo periodo.
Il turismo enogastronomico sostenibile è il turismo che contribuisce ad accrescere l’attrattività della destinazione e la reputazione delle produzioni locali. Crea ricchezza diffusa e nuove opportunità per le filiere del turismo e dell’agricoltura, riscopre e valorizza il patrimonio enogastronomico italiano ed infine aumenta la qualità e la sicurezza del cibo favorendo un approccio carbon neutral.
I benefici del turismo sostenibile
Quali sono i vantaggi che dovrebbero incentivare gli investimenti in un turismo enogastronomico sostenibile?
Il report li divide in tre macro categorie.
Benefici economici
Come è noto, lo sviluppo del turismo enogastronomico porta all’aumento degli arrivi e delle presenze nella destinazione, generando così entrate economiche. Nel medio-lungo termine, questa costante attenzione porta alla creazione di format aggregativi ed innovativi che ruotano attorno all’enogastronomia, arricchendo l’offerta della destinazione e migliorandone la competitività.
Allo stesso tempo, viene promossa la diversificazione dell’economia rurale e delle aziende agricole, consentendo alla destinazione di attrarre maggiori investimenti privati e finanziamenti pubblici che possono essere positivi per l’intera comunità, come l’implementazione di reti a banda larga e sistemi di mobilità.
Benefici socioculturali
Diretta conseguenza dell’espansione del turismo enogastronomico è la generazione di nuovi posti di lavoro all’interno della filiera e nei settori correlati, insieme alla riscoperta del patrimonio culturale da parte della comunità locale e, di conseguenza, a una maggiore protezione delle risorse.
L’enoturismo può rappresentare un efficace strumento per promuovere l’adozione di un’alimentazione salutare e l’attività fisica regolare (durante il viaggio e poi nella vita di tutti i giorni), questo a beneficio non solo dell’individuo, ma anche della sanità pubblica.
Benefici ambientali
Il turismo enogastronomico sostenibile porta ad un maggiore utilizzo delle produzioni locali, poiché è ciò che il turista ricerca. Questo contribuisce a creare un ciclo positivo: in risposta a questa domanda, si sviluppano o si consolidano i canali di approvvigionamento locali – spesso accompagnati da certificazioni a garanzia del turista – e questi canali a loro volta generano un valore economico che rimane ancorato al territorio e si distribuisce tra tutti i partecipanti della filiera.
Appare chiaro che il turismo enogastronomico deve essere supportato e guidato ad essere sostenibile in entrambe le sue componenti (turismo ed agricoltura). Gli attori istituzionali, come Comuni, Università e Camere di Commercio, possono svolgere un ruolo importante nell’accompagnamento dei territori attraverso attività di networking ed intermediazione.