Primo giorno di ProWein, primi riscontri di questa edizione che delineano un quadro discordante, opinioni divergenti che presentano diverse criticità ma anche un certo grado di ottimismo che sembra aver coinvolto trasversalmente sia i grandi brand che le realtà medio-piccole.

Lo scambio ed il confronto con diversi produttori e manager del vino ha fatto emergere, dopo tante vicissitudini dovute a pandemia, guerra, crisi energetiche, ambientali, finanziarie e politiche che stiamo ancora vivendo, l’importanza e le aspettative rispetto a questa edizione di ProWein.

Ma sono emerse diverse note dolenti, un primo giorno che in generale è stato al di sotto delle aspettative: importatori, buyer, ristoratori sono stati meno del previsto, la affluenza non ha soddisfatto produttori e consorzi presenti.

Molti sono partiti con tanto entusiasmo, la convinzione che sarebbe stata un’edizione più interessante, efficace e profittevole rispetto a quella dell’anno passato si è affievolita durante la giornata. È proprio questo l’aspetto che abbiamo percepito, una sorta di positività iniziale che è andata scemando con il trascorrere delle ore.

Non c’è alcuna ragione per essere troppo pessimisti o drastici, si tratta esclusivamente di uno spaccato del primo giorno, il risultato tangibile della fiera si vedrà al termine di questa tre giorni.

Rimangono alcune testimonianze che ci parlano di bicchieri per i tasting non perfettamente puliti, furti di prodotti (addirittura di pallet). E poi c’è l’incognita dello sciopero che domani coinvolgerà i mezzi pubblici.

La compagine asiatica sembrava essere tornata al centro di questo ProWein 2023, per molti sembrava potesse rappresentare la prima occasione per rivedere di persona i partner orientali, cinesi in primis. È stato difficile per molti mantenere le relazioni ed il business in quell’area: soprattutto in Cina l’economia ha rallentato, il PIL è cresciuto ma con numeri dimezzati, molte cantine non hanno potuto portare avanti attività promozionali.

Il sentimento condiviso è che questa fiera fosse l’occasione di aprire nuovamente le opportunità in Asia ma anche in questo caso l’entusiasmo iniziale si è scontrato con la realtà. Le presenze asiatiche in questo primo giorno sono state poche, ce lo hanno riferito in molti.

Per quanto riguarda il mercato tedesco, lo sappiamo, si tratta di un grande mercato consolidato ma stagnante da diversi anni. In questo senso la percezione delle aziende del vino risultano divergenti, molti ritengono sia un ottimo partner, forse il più fedele, altri lo vedono come un mercato saturo molto focalizzato sul prezzo e con pochi spazi di crescita.

Rimane un mercato difficile, bisogna tenere presente che il canale Discount vale circa il 60% del mercato per il vino italiano. Il restante 40% è un mercato molto competitivo ma si conferma un mercato ricco e solido, con aree molto ricettive per il vino italiano (Monaco e limitrofi, la zona di Baden-Baden, Amburgo, etc…).

Un primo giorno fiacco, simile all’edizione di maggio 2022, che in generale non è riuscito a soddisfare le aspettative. Ma non è finita qui, rimaniamo fiduciosi e vedremo nei prossimi giorni se ci sarà una effettiva inversione di tendenza. Siamo pronti a rivedere la nostra analisi.