Nel report del mese di aprile 2023 di Ciatti – agenzia specializzata nell’analisi e nel monitoraggio del mercato globale del vino – emerge un tema comune: il rallentamento nella domanda europea di vino sfuso con conseguente calo del fatturato sugli scaffali dei rivenditori. Questo rallentamento potrebbe avere implicazioni a lungo termine per i mercati chiave del settore vinicolo.

Tuttavia, il rallentamento non riguarda solo il settore del vino. Un’altra tendenza preoccupante riguarda l’aumento dei prezzi alimentari che sta peggiorando i già pesanti effetti dell’inflazione in molti mercati.

Paesi come Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi, Svezia, Italia e Spagna stanno sperimentando un’inflazione superiore al 13%. nel settore alimentare. Questa situazione ha messo sotto pressione i consumatori e il fatturato dei discount sta superando quello della vendita al dettaglio. La “crisi del costo della vita” è diventata una realtà quotidiana per molti.

Per quanto riguarda l’Italia, l’incertezza economica e il suo impatto sui consumi restano una delle principali preoccupazioni. L’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari è attualmente molto elevata e rappresenta oggi uno dei principali fattori di inflazione complessiva.

Tuttavia l’enorme scelta di vini e denominazioni del nostro Paese sta attirando più interesse rispetto ai vitigni internazionali. I consumatori globali desiderosi di novità sono sempre più interessati ai vitigni autoctoni italiani.

Il rallentamento della domanda di vino sfuso è evidente non solo nella domanda ridotta, ma anche nei ritardi nella spedizione e nei contratti. Questi ritardi hanno portato gli acquirenti a ricercare l’ultima annata disponibile a un prezzo più basso, considerando il prolungato tempo di vendita. Questo scenario è preoccupante per i produttori, che potrebbero subire perdite significative.

Tuttavia, ci sono eccezioni a questa tendenza negativa. Uno dei mercati che si sta distinguendo è il Brasile. Secondo l’International Wine & Spirits Research, il Brasile è attualmente l’unico paese tra i primi 20 mercati del vino che sta consumando più vino rispetto al 2017. Questa eccezione potrebbe essere attribuita al quadro economico del paese e alle preferenze dei consumatori brasiliani.

La sfida per invertire questa tendenza di consumo del vino sarà ardua. Le generazioni più giovani hanno a disposizione una più ampia gamma di bevande alcoliche rispetto ai loro genitori, ma sempre più persone scelgono di astenersi dall’alcol o di optare per basse gradazioni alcoliche. 

Questa tendenza potrebbe essere vantaggiosa dal punto di vista economico, poiché le tasse sui vini meno alcolici sono tendenzialmente più basse e ciò costituisce un vantaggio in un periodo di margini ridotti per i produttori.

Oltre ai problemi di domanda, i raccolti dell’emisfero meridionale nel 2023 hanno dovuto affrontare sfide significative. L’Argentina ha sofferto a causa delle gelate primaverili, delle ripetute grandinate durante la stagione di crescita e delle intense ondate di calore di febbraio che hanno portato al raccolto più magro di sempre, una riduzione del 40-45% rispetto alla media.

Anche in Cile si prevede una diminuzione del 15-25% rispetto alla media a causa della siccità. In Sudafrica, le forti piogge tardive hanno complicato la raccolta e aumentato le preoccupazioni per la botrite.

In Australia, il freddo ha ostacolato la maturazione di un raccolto già inferiore alle stime al ribasso. In Nuova Zelanda, il “ciclone Gabrielle” ha distrutto una vasta area di vigne nella regione di Hawke’s Bay.

In conclusione, il rallentamento della domanda di vino sfuso sugli scaffali dei rivenditori rappresenta una sfida significativa per l’industria vinicola. I prezzi alimentari in aumento, l’emergere di vini no-low alcohol e le difficoltà nei raccolti dell’emisfero meridionale aggiungono ulteriori complessità al panorama.

Affrontare queste sfide richiede adattamenti strategici da parte dei produttori per soddisfare le nuove preferenze dei consumatori e gestire le fluttuazioni del mercato internazionale.