La nostra officina online per il Rinascimento italiano, ovvero la serie di webinar operativi di Wine Meridian, vuole offrire supporto alle aziende con concrete soluzioni di ripresa dopo il periodo emergenziale dettato dal Covid-19, con tanti pratici suggerimenti assieme a massimi esperti del settore vinicolo.
Durante il secondo appuntamento, dove si è parlato di avviamento per il settore vitivinicolo verso una ripresa post Covid-19 i temi si sono susseguiti tra decisioni aziendali, enoturismo e gestione delle risorse umane.

Donatella Cinelli Colombini è intervenuta per dare il suo contributo che vuole essere una spinta per la ripresa in questo periodo. Lei è infatti una grande imprenditrice del vino italiano, Presidente dell’associazione delle Donne del Vino, che in tempi non sospetti ha visto lontano sullo sviluppo dell’enoturismo, settore che ha rappresentato e può ancora dare lustro al mondo del vino, nonostante il momento attuale di grande crisi.

Il turismo del vino ha subìto un grosso impatto da parte del Covid-19, perché in Italia questo settore ha un’utenza prevalentemente straniera, che nella fase post emergenziale verrà a mancare o quantomeno sarà di molto ridotta rispetto agli altri anni. Per avere un’idea di quanto i turisti stranieri incidano nell’enoturismo, nella zona del Chianti classico, l’affluenza degli anni passati è stata per l’83% estera, che nella zona della Val D’Orcia ha rappresentato invece il 58% degli arrivi.
Riconvertire quindi in poco tempo un’utenza straniera in una esclusivamente italiana non è semplice, e richiede inoltre un’alleanza forte fra le istituzioni e le cantine.

“Questo cambio prevede numerosi problemi per quanto riguarda le visite in cantina. Far entrare i turisti nelle zone di produzione, infatti, risulta complicato a causa delle difficoltà nella sanificazione che potrebbe danneggiare il prodotto finale.
Ci sono tuttavia anche delle opportunità da cogliere” continua Cinelli Colombini – ovvero la rivincita dei panorami e dell’aria aperta. La terapia del paesaggio infatti, secondo studi americani, afferma che bere in un luogo aperto e bello renderà il vino più buono rispetto a bere lo stesso prodotto in un luogo chiuso”.

Per poter realizzare un cambiamento invogliando i clienti italiani a visitare le cantine però, è necessario cambiare la struttura dell’offerta, ovvero evitare di aprire solo in orario impiegatizio con la chiusura nel week-end e nei festivi e all’ora di pranzo, perché sarà in quei momenti che arriverà il turista italiano. Sarebbe auspicabile, inoltre, organizzarsi per servire piatti tipici, in modo da offrire un’esperienza più articolata legata al territorio, in mezzo alla natura e mettendo in rilievo se l’azienda è impegnata sul fronte ambientale (coltivazioni in biologico o biodinamico).
I turisti, da parte loro, dovranno prenotare anticipatamente per permettere ai manager di organizzare visite contingentate.

Bisogna anche che ci sa un’alleanza pubblico-privato in modo che le aziende trovino nell’ente pubblico una cassa di risonanza per il turismo del vino tramite promozioni online e mezzi radiotelevisivi.

Il turismo è uno sport di squadra, è necessario collaborare per uscirne vincenti. Il mercato dell’enoturismo è enorme, si parla di 1300 miliardi di business contro quello del solo vino che è di 90. In questo tipo di situazione non si può lavorare da soli ma bisogna allearsi con le aziende della propria zona e spingere tutti assieme verso l’alto, pensando al proprio vicino come a un possibile alleato e non come concorrente
“Nell’enoturismo, inoltre, prima si vende e poi si produce. Non è come il vino dove prima viene raccolta l’uva, vinificata e solo alla fine si vende il prodotto finito. È fondamentale avere le idee chiare su cosa si vuole proporre” sottolinea la Presidente delle Donne del Vino- e solo poi si può cominciare a comunicare andando tutti insieme dalle istituzioni a chiedere aiuto mostrandosi come una squadra unita”.

In questo periodo difficile il dialogo è vitale per la ripresa. È importante infatti costruire una comunicazione efficace non solo con i clienti, ma anche con i propri importatori per capire come muoversi per investire oculatamente in promozione e comunicazione.

È naturale che questo periodo ci lascerà molti cambiamenti, ma sta a noi del settore rispondere in maniera flessibile e proiettati verso il futuro per dare una svolta positiva e di crescita.