Il nostro camper Gino sembra non voler più lasciare la Valpolicella. Ma questa volta non è colpa sua perché la visita all’azienda Farina la sentiamo come un piacevole obbligo dal momento che con Claudio ed Elena, i due cugini contitolari, abbiamo un lungo rapporto di amicizia vera.

Ma vi garantisco che non è il sentimento di amicizia quello che mi porta a raccontare, seppur brevemente, i tratti salienti di questa bella azienda di Pedemonte, uno dei cuori pulsanti della Valpolicella Classica.

Una storia decisamente fuori dal comune quella dell’azienda Farina che pur provenendo dal classico solco delle imprese vitivinicole di questo territorio ad un certo punto causa un gravissimo trauma che probabilmente avrebbe “ucciso” la gran parte delle imprese attraverso un “colpo d’ala” straordinario è riuscita non solo a sopravvivere ma ad intraprendere un nuovo percorso di grande successo.

Il trauma è stata la morte prematura una quindicina di anni fa di Remo Farina, papà di Elena, che gestiva da tempo con successo l’azienda. A quel punto tutto lasciava presagire il peggio perché Remo rappresentava il classico imprenditore vitivinicolo di un tempo (e ce ne sono ancora molti del genere tutt’oggi), bravissimo, competente ma al tempo stesso “solo” al comando.

Elena era giovane e proiettata su studi che la portavano lontana dall’azienda e il cugino Claudio impegnato in attività commerciale nel settore calzaturiero.

Insomma all’apparenza Remo non aveva nessun erede per quanto riguarda la gestione aziendale.

Ma le apparenze, come spesso scopriamo nella vita, ingannano e non poco.

E sì perché dalle ceneri spesso la fenice risorge e da quello che sembrava una fine annunciata è nata invece una nuova impresa che oggi, non abbiamo paura di essere smentiti, è tra le più dinamiche e performanti nel vasto panorama vitivinicolo veronese.

Claudio ed Elena, infatti, si sono dimostrati dapprima molto coraggiosi (qualcuno sbagliando potrebbe parlare di incoscienza), poi straordinariamente volenterosi (caratteristica che mantengono tuttoggi) e soprattutto capaci e intraprendenti.

Sono riusciti, grazie ad una ricetta perfetta, non solo a proseguire nel solco tracciato sapientemente da Remo ma anche ad innovare costantemente la loro azione imprenditoriale.

La ricetta, se così si può definire, la possiamo riassumere nel binomio visioni e pragmatismo.

Claudio è sicuramente l’uomo, l’imprenditore visionario, capace di leggere sempre il futuro prima di molti altri. Una dote che forse nemmeno lui conosceva quando Remo, poco prima di lasciare questa terra, gli consegnò una valigetta contenente tutti i “segreti” dell’azienda. “Claudio – gli disse – non ho purtroppo il tempo necessario per insegnarti tutte le cose che so della nostra azienda ma in questa valigetta potrai trovare tutte le cose che ho fatto in questi anni. So che tu ed Elena ce la potete fare”.

Non è una frase tratta da un romanzo ma più o meno è quello che Claudio ed Elena mi hanno raccontato riguardo a questo incredibile “passaggio di consegne”.

E in quella valigetta i due cugini hanno sicuramente tratto insegnamenti preziosi perché in breve tempo sono riuscita a prendere le redini dell’azienda e prima a condurla in acque sicure e poi a farla crescere ulteriormente.

La parte pragmatica è sicuramente il talento di Elena al quale si aggiunge una ottima dotazione di pazienza e coraggio nel seguire le visioni di Claudio, un uomo in continuo fermento.

Ma le visioni di Claudio sono sempre guidate da una straordinaria capacità di leggere il mercato, di non fermarsi mai alle apparenze.

Ho conosciuto molti imprenditori che provengono da generazioni e generazioni nel mondo del vino e raramente ho trovato qualcuno capace di essere così lucido e intraprendente.

L’ultima scommessa dell’azienda l’abbiamo toccata con mano nel nostro incontro all’interno dell’Italian Wine Tour. Una nuova struttura in costruzione a fianco della vecchia (si fa per dire) cantina. Non posso svelare troppo perché mi è stata chiesta riservatezza ma posso garantire che sarà qualcosa di assolutamente fuori dal comune, capace di coniugare una nuova concezione di affinamento e al tempo stesso una innovativa modalità di accoglienza.

Claudio me l’ha descritta a modo suo: “Pensa alla metropolitana di New York”. Se non lo conoscessi da anni potrei pensare che sia l’affermazione di un folle, ma so che non solo non è così ma quando sono entrato nel cantiere in lavorazione mi sono subito sentito nella subway della Grande Mela.

Se dovessimo scegliere due imprenditori del vino per raccontare agli altri come si può andare oltre alle difficoltà, non avrei dubbi, porterei in aula subito Claudio ed Elena.

E in questa fase così complessa anche per il nostro settore vitivinicolo sono contento di poter raccontare che a Pedemonte ci sono due cugini, imprenditori illuminati, che non hanno paura nemmeno di questa maledetta pandemia.