Raffaele Borriello,
Capo di Gabinetto del Ministro delle Politiche agricole e Direttore generale ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), ha spiegato che ISMEA ha rafforzato l’
analisi e il monitoraggio delle filiere agroalimentari e dei mercati per cercare di capire le prospettive future. La
fase di rilancio a cui andiamo incontro sarà sicuramente
delicata e dolorosa, ma
ricca di opportunità per innovare e inventare cose nuove. ISMEA ha dato risposte immediate alle imprese rendendo operative
garanzie per l’emergenza Covid-19. Con i 1
00 milioni di euro dal decreto legge
liquidità in poco meno di un mese l’Istituto ha infatti già erogato a
4600 imprese circa oltre
84 milioni di euro. “Abbiamo lanciato quest’iniziativa” spiega Borriello – per cui in meno di
una settimana riusciamo ad erogare
30 mila euro alle imprese a tasso zero”. Le richieste sono state finora
7500, non solo dedicate solo al settore del vino, perché ISMEA si occupa di tutto l’agroalimentare, ma molte domande pervenute sono arrivate proprio da aziende vitivinicole.
Giuseppe L’Abbate, sottosegretario al Ministero delle Politiche agricole, ha poi fatto un quadro dei
provvedimenti che il Governo sta adottando per il
settore vitivinicolo anche in relazione alle trattative in corso con l’Europa. “L’Italia agricola di qualità non si è mai fermata tenendo in piedi tutta la filiera. Il Governo è intervenuto subito, stanziando in un solo mese 80 miliardi di euro, divisi in
25 miliardi con il primo decreto
“Cura Italia”, 55 miliardi di euro con il secondo decreto
“Rilancio”. I due decreti “spiega L’Abbate – comportano misure trasversali che toccano tutti i settori produttivi compreso l’agroalimentare e perciò quello del vino”.
Per quanto riguarda l’
export, inoltre, nel
Decreto Rilancio sono stati stanziati ulteriori
400 milioni di euro per il piano straordinario del Made in Italy dedicati proprio a promozioni ed export, che si sommano ai già 750 milioni stanziati in precedenza. Abbiamo quindi una cifra superiore al miliardo di euro.
La seconda parte della diretta è stata dedicata ad una panoramica mondiale del settore vino post Covid-19 in cui sono stati chiamati in causa alcuni degli enologi più importanti del mondo per analizzare il presente e guardare al futuro.
Il primo intervento è stato in questo caso quello di Marcus Notaro, enologo statunitense che opera negli Stati di California e Washington State e ha raccontato come al momento il mercato del vino in USA rimanga comunque interessante nonostante il blocco di vendita nei ristoranti e l’aumento di vendite nel commercio al dettaglio. Le annate 2018 e 2019 sono state ottime nella produzione vitivinicola, ed è difficile fare previsioni di come andrà quest’anno in quanto è ancora troppo presto.
Gli
Stati Uniti, inoltre, sono un
Paese molto grande e diversificato, dove il settore vitivinicolo non è presente in tutti gli Stati con la stessa importanza. Per questa ragione le
aziende hanno ricevuto
aiuto e supporto Stato per Stato a
livello statale e non federale, soprattutto nelle agevolazioni riduzione restrizioni. Il mercato è stato quindi agevolato pur senza un intervento economico diretto.
Per quanto riguarda il mercato del vino francese è intervenuto l’enologo Serge Dubois. I consumi dei vini di media-alta qualità sono fermi, mentre sono in crescita i vini di media-bassa qualità. Le vendite di spumante, inoltre, sono calate notevolmente e solo con la ripresa si potrà vedere una nuova crescita.
La produzione di vino francese ha ricevuto però aiuto da parte del Governo, ovvero lo stanziamento a favore delle aziende vinicole, per poter distillare potenzialmente fino a due milioni di ettolitri di vino a un prezzo medio di 70 euro per ettolitro e un fondo di rilancio della promozione sia all’interno della Francia sia verso le nazioni esterne. Si tratta di un investimento totale di 140 milioni di euro.
Dalla Cina arriva un quadro della situazione fornito da Deng Zhongxiang, enologo proveniente dalla zona del Ningxia, una delle più importanti regioni vinicole del Paese.
Primo Paese ad essere colpito dal Covid-19, con successiva imposizione del lockdown (23 gennaio), è ora il primo Paese che si sta riprendendo. Per quanto riguarda il settore del vino, recentemente è avvenuta nella regione una gelata che si teme porti con sé una notevole riduzione della resa in tante aree. In cantina le perdite non sono state così influenti, perché comunque, nonostante un lieve ritardo nell’imbottigliamento di vino novello, la qualità si è mantenuta la stessa di prima.
Se durante il periodo del Coronavirus si sono bloccate le vendite e ha reso la nostra vita molto difficile, siamo fiduciosi al pensiero che una volta passato tutto questo, il consumo di vino tornerà ad essere lo stesso di prima. Il Governo ha aiutato le piccole medie imprese riducendo le tasse, incoraggiandole a spostare le loro attività online, anche quelle legate al vino.
La vita quotidiana in Cina si sta gradualmente riprendendo, con l’apertura dei ristoranti e di tutti i negozi.
La partecipazione alla diretta di Silvana Ballotta, titolare di Business Strategies, con filiale cinese nel cuore di Shanghai, ha confermato il pensiero di Zhongxiang, con la prospettiva di un mercato che riparte e delle maggiori difficoltà superate che hanno consentito la creazione di nuove strategie di risposta alla crisi.
João Ramos enologo portoghese, spiega che la sua nazione è stata toccata solo marginalmente dal Covid-19. Le misure emergenziali sono comunque entrate in vigore anche lì, con il lockdown e la chiusura dei negozi. Anche il
settore enologico quindi ha subìto un
calo, con la fascia di vini medio alta in leggera flessione, mentre quella intermedia e bassa che ha al contrario accelerato le vendite in seguito a questa situazione. La
percentuale di
calo delle
vendite è del
30-40%, con un
impatto minore per quanto riguarda
l’export, in quanto le vendite di vino in Portogallo sono più incentrate sul consumo interno, percentuale che occupa più della metà delle vendite. I prezzi inoltre sono in linea e ci consentono di avere una
buona situazione anche
a livello commerciale. La vicina
Spagna, invece, è stata colpita
più duramente rispetto al Portogallo e si sta riprendendo poco a poco. Il mercato ha visto, infatti, un
calo delle vendite
del 70%, ma la prossima riapertura fa ben sperare.
La situazione dei vari Paesi è quindi, chi più, chi meno, in ripresa e con buone prospettive di miglioramento. Un ulteriore spinta di positività, data da questa diretta di Assoenologi, che nonostante il periodo grigio fa intravedere uno spiraglio di speranza verso il futuro.