Wine Australia in uno dei suoi ultimi bollettini stima che la produzione mondiale di vino nel 2022 sia stata quasi identica a quella del 2021, con una quantità di poco inferiore ai 26 miliardi di litri. Si tratta di un valore inferiore del 2% rispetto alla media quinquennale e del 3% rispetto alla media decennale, ed è il quarto anno consecutivo che si colloca leggermente al di sotto della media.

Ciò indica che la produzione mondiale di vino è generalmente stabile, in linea con la tendenza a lungo termine della superficie dei vigneti, che si è ridotta di appena l’1% negli ultimi 10 anni, dopo essere diminuita del 5% nei 10 anni precedenti.

La riduzione dei volumi per l’annata 2022 non è stata uniforme, con un aumento dei volumi nell’emisfero settentrionale – rispetto al 2021 – che ha compensato un raccolto inferiore nell’emisfero meridionale.

Offerta vs domanda

Nonostante l’annata globale sia stata inferiore alla media, le pressioni al ribasso sui consumi, sia a lungo che a breve termine, fanno sì che il mercato del vino sia ancora in eccesso di offerta, come lo è stato almeno negli ultimi 10 anni (Figura 3).

vino offerta domanda produzione mondiale 1

Dopo aver raggiunto un picco nel 2007, il consumo globale di vino è diminuito, a parte un breve periodo di crescita tra il 2015 e il 2017, in gran parte guidato dalla crescita di popolarità del vino importato nella Cina continentale. Il calo complessivo è il risultato di una riduzione a lungo termine del consumo pro-capite nei mercati vinicoli maturi, che costituiscono la grande maggioranza dei consumatori di vino, a causa dei cambiamenti demografici, di una maggiore attenzione alla salute e al benessere (compresa la riduzione del consumo di alcol) e della concorrenza di altri prodotti alcolici, in particolare quelli a base spirits.

Il declino è stato aggravato nel 2020 dalla pandemia e si è brevemente invertito nel 2021, grazie all’abolizione delle restrizioni legate al Covid-19. Tuttavia nel 2022, l’IWSR ha previsto una diminuzione del consumo del 2%, che porterebbe il dato totale a 23,2 miliardi di litri, il più basso da almeno 10 anni, al di sotto della produzione dell’11%.

Per contestualizzare la situazione, si stima che il divario tra offerta e consumo nel 2022 sarà di circa 2,8 miliardi di litri.

L’eccesso di offerta si concentra sul vino rosso

I dati di Ciatti Global Market degli ultimi due anni indicano chiaramente che l’eccesso di offerta, almeno per i vini commerciali venduti sul mercato del vino sfuso, è concentrato nelle varietà rosse.

La differenza di domanda per i rossi rispetto ai bianchi è visibile nei prezzi globali del vino sfuso riportati da Ciatti.

Nel 2019 il prezzo medio di offerta di una selezione delle principali varietà rosse sul mercato globale del vino in tutti i principali Paesi produttori era superiore del 15% rispetto a quello di una selezione delle principali varietà bianche, mentre nel 2022 il prezzo medio delle stesse varietà rosse era inferiore del 20% rispetto a quello delle varietà bianche.

La diversa fortuna dei rossi e dei bianchi è dovuta a due ragioni principali:

  1. L’improvviso calo della domanda di vino rosso da parte della Cina continentale, dopo alcuni anni di rapida crescita in quel mercato, ha alimentato uno spostamento del mix di offerta verso i rossi. Ciò ha riguardato in particolare l’Australia, ma si è verificato anche a Bordeaux, con effetti a cascata sugli altri principali produttori.
  2. Le successive piccole vendemmie globali di vino bianco, in particolare di Sauvignon Blanc, hanno visto l’offerta incapace di soddisfare la domanda. Va notato, tuttavia, che non vi sono prove di un aumento significativo della domanda di vino bianco da parte dei consumatori, che giustificherebbe un aumento della produzione di vino bianco, soprattutto ora che l’offerta della Nuova Zelanda è stata riportata a livelli superiori alla media.

Dato il declino generale a lungo termine del consumo di vino, in particolare tra i consumatori più giovani, è necessaria quella che Ciatti ha definito “una migliore comprensione dell’evoluzione del comportamento dei consumatori al fine di adattare la produzione per i prossimi 10-20 anni”. Altrimenti, il perdurare dell’eccesso di offerta globale, in particolare di vino rosso, sembra inevitabile.