Come sappiamo, il vino australiano sta attraversando una grave crisi a causa dei dazi cinesi, che impattano drammaticamente sull’export delle imprese australiane sul grande mercato asiatico.

A tal proposito, abbiamo intervistato Andrew Graham, uno dei wine blogger più conosciuti in Australia, specialmente per il suo sito web “Australian Wine Review”, per avere il suo punto di vista in relazione a questa situazione di stallo in Cina e per conoscere le sue esperienze in questo settore.

Puoi raccontarci come è nata la tua carriera da wine lover e la tua passione per il vino?

Il mio amore per i vini è iniziato poco dopo il mio diciannovesimo compleanno. Lavoravo in un piccola enoteca e mi sono trovato circondato da persone che vivevano e respiravano vino. Non ci è voluto molto per assorbire la loro passione e, senza nemmeno rendermene conto, il vino era diventato la cosa più interessante che avessi incontrato nella mia carriera. Inutile dire che mi sono iscritto a corsi professionali sul vino che ho frequentato per 18 mesi. Un periodo che mi ha consentito di apprendere come come gestire l’assortimento di un ottimo liquor store.

Sei anche diventato un autorevole wine blogger. Puoi dirci qualcosa di più su questa passione e come è nata l’idea del tuo blog “Australian Wine Review”?

Ho avviato l’Australian Wine Review principalmente per conservare i miei appunti di degustazione, ma alla fine si è trasformato in uno sfogo perché nel mio lavoro stavo scrivendo grandi quantità di materiale di marketing sui vini che non mi piacevano. Quindi questo era un posto dove scrivere anche sui vini che più prediligevo.

Cosa ti piace trasmettere dal tuo blog ai tuoi lettori?

Onestà brutale e incrollabile. Preferisco dire tutta la cruda verità piuttosto che fingere di essere una cheerleader. Amo il vino e per questo è giusto essere onesti nei giudizi. Su questo fronte sono semplicemente intransigente.

Vorremmo sapere, in base alla tua esperienza, qual è la situazione attuale del mercato del vino in Australia in relazione ai dazi cinesi?

I dazi cinesi sono una sfida enorme per il vino australiano, ma con impatti diversi sulla filiera vitivinicola australiana.  Il segmento che sta soffrendo di più è quello dei viticoltori che si sono visti cancellare, talvolta del tutto, i contratti di fornitura prodotto da molte piccole, medie e grandi proprietà. Temo che anche il 2022 sarà un’annata difficile per molti. Inoltre, va sottolineato, che per molti produttori di vino australiani la Cina era anche il loro mercato più redditizio, quindi c’è anche una stretta sui profitti.  La speranza è che le esportazioni di vino australiano possano aumentare in altre aree come il Regno Unito nel Sud Est Asiatico dove già oggi si osserva una interessante crescita di volumi.

Puoi dirci qual è l’immagine attuale dei vini italiani in Australia e quale potenziale di mercato vedi per il vino italiano in Australia ora e per il futuro?

Adoriamo i vini italiani qui in Australia, dal Pinot Grigio di base fino al Brunello. In effetti qui il vino italiano è in forte espansione, forse perché ancora non possiamo viaggiare (a causa delle restrizioni COVID) e le importazioni ci danno un’idea di ciò che ci manca. Il Prosecco è molto popolare (il Prosecco rosé sarà imponente), non ne abbiamo mai abbastanza di Barolo e Barbaresco, mentre il Chianti di prim’ordine o il meglio dell’Etna sono molto popolari. Penso che il Valpolicella avrebbe grandi potenzialità qui in Australia, poiché i rossi più freschi e meno potenti sono una categoria in forte espansione.

Andrew, qual è il consiglio principale che daresti ai produttori di vino italiani per vendere i loro prodotti in Australia e cosa ne pensi del vino italiano?

L’unico consiglio che darei è che l’autenticità conta. Abbiamo un mercato del vino competitivo in cui le persone cercano di vendere vini senza una vera identità, senza un legame con le persone e il luogo e quasi sempre falliscono. Portateci vini regionali, autentici e affidabili e vincerete amici!
Amo il vino italiano!