Wine Meridian si rivolge alle aziende ed ai produttori, alle donne e agli uomini che stanno combattendo la battaglia per proseguire, costruendo nuove strade e percorrendo sentieri spesso inesplorati. Un percorso lastricato di volontà e tenacia ma costellato di umane angosce e problematiche personali e professionali. Vicinanza, solidarietà, collaborazione, sostegno al settore vitivinicolo ed al tessuto economico-imprenditoriale italiano: Wine Meridian è questo.
In questa direzione stiamo sviluppando un lavoro duraturo e costante di ascolto e contatto con le realtà aziendali italiane, per comprendere a fondo i bisogni, le aspettative, le paure, le previsioni, le emozioni e le visioni future che aprono nuovi orizzonti, laddove la notte sembrava avesse preso il sopravvento.
Le relazioni, il bisogno di unione ed il senso di appartenenza giocano un ruolo fondamentale in questo momento, la testimonianza di Biomar, cooperativa agricola sarda lo conferma: “per noi è importante l’empatia, la capacità di lavorare in gruppo e di unirsi con altri produttori per promuovere il territorio”.
Per la Cantina Pio Cesare di Alba, nelle difficoltà spesso si ritrova il “senso di appartenenza che lega tutti i dipendenti a tutti i livelli aziendali” e lo “spirito di sacrificio attraverso la gestione delle risorse aziendali” come sottolinea Fabrizio Dionisio, viticoltore toscano.
Flavio Giacomo Scagliola, titolare dell’azienda omonima non ha dubbi sulla necessità di “credere nel team e saper infondere positività per confermare lo spirito aziendale che dev’essere sempre molto alto”.
Dall’Azienda Nicola Di Sipio ci arriva un suggerimento illuminante sulle “soft skills” da mettere in campo in questo momento di difficoltà: “In questa situazione è importante avere la capacità di saper stare calmi con serenità e apertura, tralasciando il pessimismo. Formarsi ed informarsi anche oltre l’argomento coronavirus, mantenendo le relazioni e mettendo da parte l’egoismo per entrare in contatto con l’altro ed essere di sostegno”.
“L’imprenditore e il dipendente vivono una comunità, una reciprocità fatta di progettualità, è un progetto di vita, è una squadra”: ecco il concetto di vicinanza, di comunione e relazione che ci viene dalle Tenute Dettori di Sassari.
L’Azienda Agricola Mazzone di Mirandola (MO) produce 40-50mila bottiglie e si sta concentrando sulle potature, l’imbottigliamento e la gestione del magazzino. C’è il problema del recupero crediti e della mancanza di liquidità, le banche stanno tamponando le emergenze giorno per giorno, ma manca personale e non sono ancora chiari i piani di aiuto per le imprese promossi dal Governo. La strategia è quella di “limitare le uscite e lavorare online facendo spedizioni gratuite anche con ordini piccoli”.
La Cantina Medici Ermete, produttrice di 10 milioni di bottiglie l’anno sta affrontando numerose difficoltà: problemi con i corrieri, l’Euro alle stelle (nonostante pochi ne parlino) e i notevoli disagi per quanto riguarda l’approvvigionamento di materiale per la produzione.
L’azienda friulana Giovanni Dri Il Roncat produce 40-50mila bottiglie su 9 ettari di vigneto ed ha saputo sfruttare e rivalutare l’e-commerce: “avevamo già dimestichezza e confidenza per cui abbiamo sempre creduto che il cliente online sia un target a sé e abbiamo voluto sempre avvicinarci anche a lui. Sarà bello consumare prodotti italiani e anche all’estero ci vorranno aiutare. La nostra bandiera è il nostro territorio e ogni prodotto che facciamo è un prodotto in cui crediamo”.
La Cantina toscana Marchesi Mazzei sta cercando di rispondere in maniera attiva alle evoluzioni della situazione globale, nonostante i grossi problemi con l’Horeca. “Fino ad ora l’estero ha risposto bene, con un piccolo segnale dall’Asia, in realtà abbiamo ordini anche per aprile, vedremo se riusciremo a consegnare. Lavoriamo di fantasia con ipotesi nuove, andando a verificare opportunità come l’online. Utilizzando lo smart working cerchiamo di non fermarci mai e dare segnali di vitalità”.
Casa Lupi, azienda ligure produttrice di circa 90mila bottiglie l’anno ha una visione peculiare: “Il coronavirus sta arrestando i nostri livelli di vita, il vigneto continua e noi no. Ci aprirà un pochino la mente, gli orizzonti per diversificarci. La GDO può esserci di aiuto perché dopo questa crisi si avrà voglia di tornare a bere bene e potrebbe alzarsi il livello anche negli scaffali dei supermercati come sta accadendo in Francia, l’importante è non abbassare i prezzi. La crisi potrebbe innescare la rivalutazione del mercato interno anche per una regione piccola come la nostra. Possiamo andare in treno e presentare un prodotto che nasce nella terra italiana ed è giusto valorizzarlo qui, anziché andare all’estero dove non sempre è riconosciuto. Approfitteremo di questo tempo per valorizzare ancora i vini e conoscerne espressioni anche nelle evoluzioni a venire”.