Da martedì 1° agosto 2023 le bevande alcoliche nel Regno Unito costano di più. L’Alcohol Duty, la nuova misura del governo britannico guidata dal primo ministro Rishi Sunak, ha infatti imposto un forte aumento delle tasse sugli alcolici, le quali verranno calcolate in base al grado alcolico della bevanda, e non più sulla tipologia di prodotto. L’aumento dei dazi si aggira ora su una media del 10%, in linea con il dato sull’inflazione dello scorso settembre. La stangata, però, non riguarda l’on-trade (horeca), ma solo l’off-trade (supermercati e negozi al dettaglio).
Come funzionano gli aumenti imposti dall’Alcohol Duty?
Le bevande con un contenuto alcolico inferiore al 3,5% saranno soggette a una tassazione più bassa, mentre tutte quelle con un grado alcolico superiore all’8,5% verranno tassate con la stessa aliquota in base al grado alcolico, indipendentemente che siano vini, liquori o birra. Calcoli alla mano, questo implica che i vini con un’alcolicità inferiore all’11,5%, compresi alcuni vini spumanti, beneficeranno della riforma diventando più economici, mentre i vini con un grado alcolico superiore aumenteranno.
La Wine and Spirit Trade Association (WSTA) ha stimato che, sommando l’importo di dazio e IVA, il prezzo di una bottiglia di vino arriverà ad aumentare di 53 pence. La bottiglia media di whisky costerà £ 1 in più, mentre una bottiglia di gin o vodka aumenterà di circa 90 pence. Ad avere la meglio è la birra.
Le prime reazioni all’Alcohol Duty
Miles Beale, amministratore delegato della WSTA, ha manifestato la sua preoccupazione nei confronti del periodo difficile che si troveranno ad affrontare aziende di vino e liquori a causa dell’aumento di tasse e costi. Ad aggravare la situazione la prolungata crisi del costo della vita dovuta ad un’inflazione che ha fatto salire i prezzi alle stelle. Infine, non aiuta la problematica internazionale degli imballaggi in vetro che sta lasciando poco spazio ai profitti. “Inevitabilmente qualcuno non sarà in grado di restare a galla, con le piccole e medie imprese maggiormente a rischio” ha affermato.
Secondo l’amministratore delegato, il governo nella condizione critica attuale ha scelto di imporre il più grande aumento d’imposta sugli alcolici degli ultimi 50 anni, con un regime di dazi che discrimina soprattutto alcolici e vini premium. Inoltre sottolinea come i vini provenienti dall’Australia, partner commerciale del Regno Unito, saranno maggiormente penalizzati a grado alcolico più elevato dovuto al clima caldo del Paese.
Il direttore della strategia della Scotch Whisky Association, Graeme Littlejohn, afferma che l’aumento del dazio è un duro colpo per i distillatori che si troveranno ad affrontare un ulteriore svantaggio competitivo in pub e ristoranti dove la birra avrà invece delle agevolazioni fiscali. “I pub e altre attività commerciali sono molto più che birra e sidro“.
Le motivazioni del governo britannico
Il governo definisce questa manovra una “Brexit pub guarantee”, una garanzia per i pub dunque che vuole sfruttare la maggiore flessibilità ottenuta dalla Gran Bretagna con l’uscita dall’Unione Europea.
Jeremy Hunt, ministro delle finanze del paese, fa forza sul fatto che il dazio di una pinta di birra al pub sarà sempre inferiore a quello della medesima al supermercato. Ciò aiuterebbe i pub a tenere la testa fuori dall’acqua, soprattutto dopo i momenti difficili degli ultimi anni. Dal 2020, le imposte sull’alcol erano state bloccate per sostenere i pub britannici, i quali rivestono un ruolo di rilievo nella vita del paese, ma che sono stati duramente colpiti dalla pandemia di coronavirus, dalla carenza di personale e dall’aumento dei prezzi.
Quindi sì, le bevande con gradazioni alcoliche più elevate saranno tassate maggiormente, ma il governo sostiene che i pub beneficeranno delle tasse ridotte sulle bevande alcoliche alla spina. Birra e sidro saranno infatti circa 11 pence più economici rispetto agli stessi prodotti nei supermercati.
Il primo ministro Sunak ha aggiunto che la maggior parte delle persone sarebbe d’accordo sul fatto che pagare tasse più alte per un contenuto alcolico più elevato è un principio di buon senso. Affermazione che è stata appoggiata dall’Institute of Alcohol Studies, un organismo che si concentra sugli effetti che l’alcol ha sulla società.