Le donne del vino è un’associazione nazionale (www.ledonnedelvino.com) che riunisce più di 800 donne che si occupano di vino.
La Presidente attuale dell’associazione nazionale è Donatella Cinelli Colombini, una delle imprenditrici che da molti anni testimonia l’importanza della donna all’interno del settore vitivinicolo italiano.
Le Donne del vino possono essere Produttrici, Ristoratrici, Chef, Sommelier professioniste, Giornaliste, Comunicatrici, Winemakers, occupandosi del comparto del vino a tutto tondo. Lo scopo principale dell’associazione è fare cultura e promuovere il mondo del vino, ma rappresenta anche uno spazio di confronto attivo tra le associate. Vengono promossi, infatti, corsi, stage, incontri che ci consentono di fare rete e di imparare. Si creano eventi ad hoc con un tema nazionale, che per il 2020 è “Donna, Vino e Ambiente” e che ci consentono di avere una visibilità sulla stampa.
Nel mondo dell’agricoltura da sempre le donne hanno un ruolo, ma spesso, in passato, non era riconosciuto o valorizzato. Oggi abbiamo più consapevolezza di quanto possiamo fare e del modo in cui possiamo dare il nostro contributo anche in termini di strategia e non solo di creatività e di passione.
A livello nazionale l’associazione si declina nelle varie Regioni. Abbiamo fatto qualche domanda a Romina Togn, delegata regionale per il Trentino Alto Adige, che fra le regioni è tra le più piccole a livello numerico. “Siamo in 33 associate – ci racconta Romina – 3 Sommelier Professioniste, 3 Addette Stampa e Comunicazione, 3 Ristoratrici e 24 Produttrici”.
Come si sono posizionate le donne del vino in una Regione come il Trentino Alto Adige? E’stato difficile “farsi sentire” in un settore spesso dominato dagli uomini?
“Ritengo sia complesso per tutti trovare la propria strada e il proprio posto nel mondo, non mi vorrei fermare su una questione di genere, anche perché la situazione attuale è diversa dal passato. Penso sia importante fare squadra, trovare degli obiettivi comuni per affrontare le sfide e fare il possibile per promuovere e salvaguardare il nostro territorio. Trovare il modo per far convergere le diverse visioni così da poter costruire nel lungo periodo un’identità territoriale più forte e più lungimirante”.
Quali sono i mercati a cui le aziende si rivolgono prevalentemente?
“Dipende da diversi fattori. In primis dalle dimensioni delle aziende e poi da quanto sono recenti le realtà produttive. Ce ne sono alcune orientate principalmente al mercato Regionale e altre che spaziano dal Nazionale all’Internazionale. Per tutte ritengo che il mercato locale (Regionale) abbia un peso considerevole, poi i volumi del fatturato e la riconoscibilità del brand fa la differenza per quanto riguarda i volumi”.
Come è stato colpito dalla recente emergenza Covid-19 il settore del vino in Trentino Alto Adige?
“In Trentino Alto Adige siamo rimasti pesantemente coinvolti dall’emergenza sanitaria. Per quasi tutte le nostre associate Produttrici il canale di riferimento è l’Horeca e i fatturati in Italia sono importanti. Per le associate che si occupano di ristorazione/hotel/sommellerie non ne parliamo, visto che per loro il turismo riveste una quota significativa dei fatturati. Per chi si occupa di comunicazione forse al momento riesce a cavarsela meglio, ma bisognerà vedere come impatteranno i prossimi due anni. Direi che siamo tutte sulla stessa barca in un mare molto agitato, in una Regione che ha nel turismo una grossa fetta del suo PIL.
“Le strategie non saranno semplici e bisogna vedere se a livello di comparto si riesce a individuare un obiettivo comune nel medio-lungo termine. In questo caso le differenze interne tra le due Province si vedono e sono consistenti a mio parere. Le nostre associate sono da sempre costruttive e saranno in grado di rinnovare se non addirittura “reinventare” percorsi e progetti in grado di trovare nuove aperture al mondo del vino. Ne usciremo solo così, non guardando indietro ma trovando strategie per un futuro inevitabilmente diverso”.
Qual è la forza che accomuna le donne del vino trentine, specialmente in questo ultimo periodo difficile?
“Una cosa che accomuna tutte le donne del vino trentine e altoatesine è la tenacia, la creatività e la resilienza. Ognuna di loro è riuscita a ritagliarsi un posto nel mercato ed è riuscita a portare avanti con passione il proprio sogno. Questa determinazione sarà fondamentale per saper cogliere le opportunità che si creeranno anche in questa situazione di emergenza e con un mercato globale in fase di grande cambiamento”.
Quali sono i progetti futuri di rilancio sul mercato delle cantine in questa Regione?
“I progetti futuri saranno influenzati dall’attuale situazione di emergenza sanitaria che rischia di trascinarci tutti in un’emergenza economica. Sicuramente come associazione faremo del nostro meglio per portare avanti la cultura del mondo del vino, per trovare un nuovo modo per delineare gli eventi Regionali. Ritengo che il mercato italiano e quello europeo rimarranno certamente un focus fondamentale per le nostre aziende.
“Ci saranno cambiamenti nei canali e nei modi in cui si potrà arrivare sul mercato, qualunque esso sia. I prossimi due anni saranno fondamentali per capire come e quanto impatteranno tutti questi cambiamenti e per delineare le nuove strategie. Non solo per le produttrici, ma anche chi si occupa di ristorazione/hotel dovrà in qualche modo trovare nuove soluzioni, ma tutte noi siamo positive sul fatto sia possibile una ripresa al meglio, con il massimo del nostro impegno”.