Un’ottima partenza per la digitalizzazione dell’agroalimentare nel 2022, che (al netto delle cancellazioni) registra un incremento dell’8,4% sui siti web afferenti al settore food digital dall’inizio del 2016.
Quasi 4000 i nuovi domini in .it realizzati nel 2021 e un inizio molto promettente per il nuovo anno, che supera già il precedente con i dati dei soli mesi di gennaio, febbraio e marzo (+4.680 nuovi siti).
Ad annunciarlo è il Registro.it, l’anagrafe del web italiano che, in collaborazione con il Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa e Infocamere, porta avanti dal 2016 un Osservatorio permanente di analisi dati dei settori attinenti all’agroalimentare.
“In un solo trimestre, il 2022 presenta dei numeri più che incoraggianti” commenta Maurizio Martinelli, primo tecnologo di Cnr-Iit. “Di fatto, l’Osservatorio è uno strumento molto utile per avere un quadro critico su come e quanto le aziende dell’agroalimentare sfruttino le potenzialità che offre loro la rete. Più in generale, è una fotografia attendibile per osservare come la situazione cambi nel corso del tempo all’interno del web agroalimentare a targa italiana“.
Settore food digital: dati categoria per categoria
Al momento dell’inizio dell’indagine (nel 2016), il 36,1% dei 93.730 siti registrati apparteneva alla categoria ristorazione, l’11,5% a quella del vino e l’11,3% a quella dell’agriturismo. Da allora, il trend ha mostrato solo lievi variazioni: dei 3.834 nuovi siti legati al food nati nel 2021, quasi il 41,94% appartiene alla ristorazione, il 12% ai farinacei e il 10,17% al vino. In quarta posizione troviamo i settori altro agro (caccia, silvicoltura, aree forestali ecc.) con il 9,05%, agriturismo con il 5,63% e coltivazioni con il 4,90%.
Esaminando la situazione su base totale, i dati dipingono un quadro molto simile: dei 101.605 siti registrati nel 2022, il 37,8% appartiene al settore ristorazione, il 12,3% al vino e l’11,3% ai farinacei. Seguono i settori altro agro e agriturismo all’8,3%.
Vino: tanti strumenti, ma la comunicazione è efficace?
Le preziose informazioni raccolte dall’Osservatorio Food in the Net mostrano come la quota totale dei domini .it afferenti al comparto vitivinicolo sia passata da un 11,5% a un 12,3% negli ultimi quattro anni, registrando un lieve ma incoraggiante miglioramento.
Ma i Consorzi di tutela e le aziende vitivinicole ne stanno approfittando correttamente?
Allo stato attuale delle cose, pare che molte aziende italiane stiano ancora lottando per trovare una propria voce e riuscire a veicolare il proprio territorio e l’anima della propria azienda in maniera convincente. Non a caso, Anna Scafuri (giornalista e curatrice della rubrica settimanale enogastronomica “Terra e sapori” del TG1) ha così esordito durante l’ultima edizione dell’evento di Assegnazione del premio Gavi La Buona Italia, di cui era moderatrice: “Finalmente un appuntamento dove si può parlare concretamente di comunicazione del vino, dell’importanza dei contenuti e non tanto degli strumenti di comunicazione”. Potrebbe essere saggio, dunque, prestare più attenzione alla qualità del contenuto che alla quantità dei suoi contenitori?