Le vigne, il terroir, e le uve autoctone italiane sono al centro di un movimento crescente nel mondo del vino di alta qualità. Molte cantine scelgono di lavorare con varietà internazionali di successo, ma alcune stanno tornando alle radici, scegliendo di coltivare varietà autoctone peculiari delle loro zone. Un produttore italiano che ha scelto questa strada è Scarpa a Nizza Monferrato (Asti) in Piemonte.

Per esplorare le evoluzioni, l’interesse e le esperienze legate ai vini prodotti con varietà autoctone, la nota rivista The Buyer (piattaforma editoriale fondata dal pluripremiato business editor Richard Siddle e da Peter Dean) ha collaborato con Scarpa per organizzare un confronto con importanti buyer e importatori di vino. Durante l’evento, è stata offerta l’opportunità di degustare una gamma di vini di Scarpa realizzati con varietà autoctone del Monferrato, come Ruche, Timorasso, Pelaverga e Freisa. I buyer hanno anche condiviso le loro opinioni su come l’inclusione di vini autoctoni possa offrire un vantaggio competitivo nelle loro liste dei vini.

L’Italia è conosciuta per la sua vasta gamma di vitigni autoctone che contribuiscono a creare vini di alta qualità con una forte identità territoriale. Questa diversità è di grande interesse per buyer e importatori di vino in tutto il mondo.

La rilevanza delle varietà

Quando si sceglie un vino di alta qualità, il Paese, la regione e il nome del produttore possono avere più rilevanza della varietà d’uva. Questo è particolarmente vero per le 6 varietà internazionali dominanti: Chardonnay, Sauvignon Blanc, Riesling, Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot Noir. Tuttavia, quando si cerca un vino autentico e rappresentativo di una specifica regione, le varietà autoctone diventano essenziali, specialmente per sommelier alla ricerca di una storia da raccontare.

Buyer e sommelier cercano sempre più di inserire vini autoctoni nelle loro liste vini, poiché desiderano offrire ai clienti vini con una forte identità territoriale.

L’interesse crescente per le varietà autoctone italiane

L’interesse per le varietà autoctone italiane è crescente tra buyer e importatori di vino. Lo testimoniano alcuni partecipanti al confronto che hanno condiviso la loro passione per questi vitigni e il desiderio di valorizzare la diversità del patrimonio ampelografico ed enologico italiano.

Sergio de Luca, figura di spicco nel mondo del vino italiano presso Enotria & Coe, ha affermato di aver sostenuto le varietà autoctone per oltre 40 anni. Nik Darlington, fondatore di Red Squirrel Wines e Graft Wine Company, ha iniziato la sua attività proprio con vitigni autoctoni e ritiene che raccontino storie uniche. Michael Palij MW ha dichiarato di aver introdotto numerose varietà autoctone italiane attraverso Winetraders e ha sottolineato l’importanza di continuare a farlo.

Rebecca Palmer di Corney & Barrow ha affermato che l’Italia è diventata sempre più importante nella loro strategia di selezione di vini. Andrea Briccarello, ex sommelier ora nel settore dell’ospitalità, ha evidenziato l’importanza delle varietà autoctone nelle liste dei vini di alta qualità.

Lucie Parker di Jeroboams ha sottolineato l’importanza di offrire ai clienti varietà autoctone che rappresentino una differenza rispetto ai vini più tradizionali. Andrew Johnson di Woodwinters ha discusso delle sfide legate all’uso di vitigni autoctoni in diverse regioni italiane. Roberto Cremonese di Bibendum ha enfatizzato lo stile dei vini rispetto alle varietà autoctone in sé.

L’importanza della reputazione e del supporto dei consorzi

I partecipanti al dibattito hanno sottolineato l’importanza della reputazione dei produttori nel successo delle varietà autoctone. Quando un produttore ha già stabilito una reputazione con varietà più conosciute, le persone sono più inclini a provare le varietà meno comuni.

I partecipanti hanno anche discusso dell’importanza del supporto dei consorzi e delle amministrazioni locali e regionali per promuovere i vitigni autoctoni e garantirne la sopravvivenza. Gli sforzi congiunti tra produttori e consorzi sono essenziali per rendere più accessibili queste varietà al mercato.

Il futuro delle varietà autoctone italiane

Il dibattito ha chiaramente dimostrato l’interesse crescente per le varietà autoctone italiane tra buyer e importatori di vino internazionali. Queste varietà offrono un’identità territoriale unica e una storia da raccontare, capaci di attirare sia i consumatori che i professionisti del settore.

Scarpa, un produttore italiano di alta qualità nel cuore del Piemonte, è un esempio di come l’impegno nelle varietà autoctone sia una parte essenziale della tradizione e dell’eredità vinicola italiana.

In un mondo del vino sempre più globalizzato, le varietà autoctone italiane continuano a offrire una visione autentica e appassionante del patrimonio irripetibile del nostro Paese. Sostenere e promuovere queste varietà è essenziale per preservarne la diversità e per aprire nuovi orizzonti al nostro settore.