“Quale è la cosa più importante che mi ha insegnato la pandemia? Avere pazienza”. Potrebbe apparire una risposta banale per chi non conosce Stevie Kim, la managing director di Vinitaly International, forse la personalità più dinamica nel panorama vitivinicolo internazionale.

Conosco Stevie da molti anni, da quando, oltre dieci anni fa è approdata a VeronaFiere, prima nella veste di senior advisor e poi responsabile di Vinitaly International, ruolo nel quale ha ideato alcuni dei progetti più interessanti ed innovativi dedicati alla promozione del vino italiano. Tra quest’ultimi una menzione particolare la merita la Vinitaly International Academy con la quale è riuscita a formare circa 200 italian wine ambassador distribuiti in tutto il mondo.

Già questo risultato sarebbe sufficiente per conferire a Stevie Kim una medaglia al merito per il suo straordinario supporto allo sviluppo dell’immagine del vino italiano nel mondo. Ma lei non è certo una persona che ama la forma e in perfetto stile americano adora andare sempre sul concreto a rischio, talvolta, di apparire decisamente poco diplomatica.

L’ho voluta sentire a pochi giorni dall’avvio di OperaWine, un’altra sua creatura, che quest’anno celebra i 10 anni dalla prima edizione.

Un’iniziativa frutto della collaborazione tra Vinitaly International e Wine Spectator, il magazine americano che tutt’oggi rappresenta il veicolo più importante per farsi conoscere negli Usa (e non solo) il maggiore mercato internazionale del vino, con i suoi oltre 33 milioni di hl consumati ogni anno.

Era da mesi che si discuteva se sarebbe stato possibile riuscire ad organizzare questa 10a edizione di OperaWine e alla fine sabato 19 giugno le Gallerie Mercatali (davanti alla Fiera di Verona) apriranno le loro porte a questa prestigiosa manifestazione, quello che possiamo considerare il primo reale evento live dedicato al vino a livello internazionale.

Ricordiamo che OperaWine è l’evento esclusivo che offre agli operatori specializzati di tutto il mondo la possibilità di conoscere i 100 migliori vini italiani. La classifica viene redatta dagli esperti di Wine Spectator, testata che costituisce un’autorità riconosciuta a livello internazionale nel settore vitivinicolo. Ogni anno, i giudici sottopongono ad un attento esame visivo e gusto-olfattivo i vini italiani selezionati e assegnano a ciascuno un punteggio sulla base di diversi criteri. Da questo scrutinio esce l’eccellenza dei produttori italiani: cantine da tutta la penisola che, pur nella differenza di territorio, stile produttivo e dimensioni aziendali, sono accomunate dall’altissima qualità dei vini prodotti.

“Ma quest’anno, devo essere sincera – mi racconta Stevie – non pensavo che ci sarebbe stata una adesione così ampia da parte dei produttori italiani. Oltre ai 100 vini premiati, infatti, saranno presenti altri 86 produttori (i cosiddetti all timer selezionati sempre dalla nota rivista americana) che andranno ad arricchire il ricco panorama di masterclass previste durante l’evento”.

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In effetti Stevie anche il mondo del vino italiano è stato fortemente colpito da Covid-19.

Assolutamente sì e, in particolare, la recente scomparsa del mitico Pio Boffa, a soli 66 anni, proprio a causa del coronavirus, ha fatto ancora una volta toccare con mano in maniera drammatica la gravità di questa pandemia anche al nostro settore vitivinicolo. In questi ultimi mesi sono state tante le telefonate con i produttori di vino italiani ed era palpabile la paura e per questo fino all’ultimo non ho avuto la certezza che OperaWine potesse realizzarsi. Ma poi si è realizzato il miracolo e penso che questo sia stato possibile anche grazie allo spirito di solidarietà espresso dai 186 produttori di vino italiani che saranno presenti ad OperaWine e anche al grande desiderio di dimostrare la vitalità del settore, nonostante tutto. Penso, quindi, non sia sbagliato affermare che OperaWine di fatto rappresenti il primo evento live dedicato al vino di portata internazionale. Un evento dove la prima cosa che dobbiamo celebrare è la nostra sopravvivenza!”.

Molti produttori italiani hanno risposto al vostro appello, ma cosa mi puoi dire delle presenze internazionali?

Grande soddisfazione anche su questo fronte, in particolare per quanto concerne la grande presenza di ospiti statunitensi. Alla fine l’unica defezione, dell’ultimo momento, riguarda la delegazione del Regno Unito che come ben sappiamo è stata bloccata per le ulteriori modifiche inserite nei loro regolamenti di quarantena.

Complessivamente nel corso della giornata, le aziende potranno incontrare oltre 300 tra operatori professionali e buyer nazionali (circa 120) ed esteri provenienti da 13 Paesi europei ed extra europei, grazie all’attività di incoming frutto della collaborazione tra Veronafiere e Ice-Agenzia.

Come avete concepito la manifestazione al fine comunque di ridurre al minimo i rischi di contagio?

Innanzitutto ci tengo a sottolineare che si tratterà di un evento all’insegna della sobrietà. Non ci sarà ovviamente il clima festaiolo delle edizioni scorse. Le presenze saranno decisamente contingentante (massimo 1.500 persone durante la giornata) e per ridurre al massimo i rischi di contagio ho adottato il metodo austriaco.

Il metodo austriaco, ci puoi spiegare Stevie di cosa si tratta?

Durante questa pandemia ho scoperto tante nuove cose e ho deciso di intraprendere dei percorsi che per molto tempo avevo evitato. Tra questi mi sono iscritta al Wset ma ho deciso di svolgere questo percorso formativo in Austria. Ed è proprio qui che ho scoperto che era possibile realizzare degustazioni, anche nella modalità di walk around tasting, in assoluta sicurezza, dove ogni degustatore non solo ha il suo bicchiere personale ma anche la sua sputacchiera che potrà essere svuotata costantemente in appositi contenitori che verranno costantemente, a loro volta, svuotati.

Molti affermando che il mondo non sarà più lo stesso dopo questa pandemia. Quale è la tua opinione al riguardo?

Molti cambiamenti in effetti erano già in atto prima dell’arrivo del Coronavirus, ma è indubbio che questa pandemia ha fortemente condizionato anche il nostro mondo del vino. Innanzitutto penso che l’impatto più forte sarà anche in termini di prospettiva sul fronte dei viaggi. Io che sono una viaggiatrice nata, in particolare in aereo, penso che nel prossimo futuro viaggerò meno, mi sposterò in Paesi più vicini. A questo riguardo, ad esempio, ritengo che per le aziende del vino dopo tantissimi anni di investimenti in Paesi lontani come Nord America ed Asia, sia arrivato il momento di recuperare le relazioni in Europa. Paesi vicini che si possono raggiungere facilmente anche in auto. Mai come in questi mesi ho riscoperto l’uso dell’auto, del non dover essere condizionata da orari di voli e devo ammettere che mi sto abituando. Ma è indubbio che l’altro forte cambiamento ha a che fare con il tema della comunicazione digitale. I progressi che anche le aziende sono riuscite a fare sul fronte del digitale, dei social media, non li avrebbero potuti realizzare senza questa drammatica pandemia. E questo in fin dei conti non lo possiamo considerare un male.

OperaWine, però, ha una forte focalizzazione, vista la collaborazione con Wine Spectator, proprio sul mercato americano.

Si è vero, gli Stati Uniti sono un Paese dove la critica enologica gioca un ruolo ancora molto importante e Wine Spectator, in questa direzione, rappresenta uno strumento straordinario per indirizzare le scelte dei consumatori americani. E a proposito di Wine Spectator non posso non ringraziarli con tutto il cuore per la disponibilità che ci hanno dato e anche per il loro straordinario coraggio. Se non fosse stato, infatti, per la loro disponibilità ad essere presenti fisicamente (ci saranno tre big della nota rivista americana del calibro di Bruce Sanderson, Alison Napjus e Thomas Matthews) a questa decima edizione di OperaWine, penso non avremmo potuto avere le adesioni entusiastiche di così tante aziende italiane. In questo c’è tutto lo spirito americano che si esprime anche attraverso la forza di voler superare tutti gli ostacoli, anche quelli più difficili, mettendo sempre davanti l’ottimismo, la capacità di guardare sempre avanti, di superare le paure.

E a proposito di paure, quale è il tuo stato d’animo a due giorni dall’avvio di OperaWine?

Ma io sono già nel pieno degli eventi da un paio di giorni! Ti sei dimenticato che oltre ad OperaWine per tre giorni siamo coinvolti con il Concorso della nostra guida 5Star Wines e per altri 4 giorni, dal 20 al 23 giugno saremo impegnati con la nostra Vinitaly International Academy sotto la direzione scientifica del nostro straordinario Attilio Scienza. Per me quindi , in termini di impegno e tensione, è come se fossimo in un Vinitaly vecchia maniera”