Seiterre nasce nel 1877 dalla passione dedicata dalla famiglia Rizzi alla coltivazione della vite e alla produzione del vino nella propria azienda agricola del Trentino. Un viaggio iniziato in Trentino, che ha percorso sei diverse regioni italiane nel corso del secolo e mezzo successivo. Oggi Seiterre, alla quinta generazione, è un’ azienda vinicola familiare presente con produzione propria su circa 350 ettari in sei diverse Regioni d’Italia: Trentino, Veneto, Friuli, Lombardia, Piemonte, Toscana.
Abbiamo intervistato Anna Rizzi, rappresentante della quinta generazione di famiglia che con il padre Gigi, e insieme al marito, enologo, Carlo Alberto, porta avanti l’azienda di famiglia.
Anna, partiamo dal nome della vostra azienda per raccontare la filosofia che da sempre vi caratterizza.
Seiterre significa sei territori, sei diverse aree geografiche, climi, terreni e vitigni che producono alcuni dei più interessanti vini italiani in alcune delle Docg, Doc, Igt più famose in Italia come Trento DOC, Lugana DOC, Prosecco DOC, Valpolicella Ripasso Doc, Amarone Docg, Sangiovese Igt. Il nostro logo riproduce graficamente sei linee una sopra l’altra, che sono il simbolo dell’importanza delle 6 terre che coltiviamo con passione e amore per il territorio.
C’è una frase o un motto che vi caratterizza?
Noi siamo dei viticoltori, dalla terra proveniamo e alla terra dobbiamo tutto. Per questo ”Dalla Terra alla Tavola” è diventato da anni il nostro motto. Seiterre gestisce interamente e internamente tutto il processo di filiera, dalla coltivazione delle uve, alla vendemmia e vinificazione, imbottigliamento, confezionamento, vendita, logistica: ecco perché tutto può racchiudersi in questa semplice frase. Mantenendo la stessa passione di 150 anni fa per la coltivazione del vigneto, attuiamo oggi i processi più innovativi per la sostenibilità ambientale.
Che approccio avete nei confronti della sostenibilità?
Abbiamo sempre creduto nel rispetto dell’ambiente, perchè è grazie alla natura e alla terra che possiamo godere dei nostri risultati. Mio papà la chiama agricoltura intelligente già da 15 anni ormai, ed è il risultato dell’impegno nei confronti della sostenibilità che mettiamo da lungo tempo. Ad oggi siamo certificati SQNPI – Qualità sostenibile. In Toscana i vigneti sono biologici e da quest’anno è iniziata la conversione anche in Piemonte. Utilizziamo pratiche sostenibili in vigneto (confusione sessuale, legatura con materiale biodegradabile, concimazione naturale…), ma crediamo anche nella sostenibilità economica e sociale: usiamo il fotovoltaico per la produzione energia, materiali riciclati per cartoni ed etichette, bottiglie più leggere e curiamo l’ambiente lavorativo per i nostri collaboratori affinché sia sicuro e sano, sotto tutti i punti di vista.
Che rapporto avete con l’enoturismo?
Crediamo molto nell’enoturismo perchè pensiamo sia il futuro per il nostro Paese. Grazie alla nostra offerta riusciamo a far scoprire i nostri prodotti attraverso il territorio e l’esperienza che il visitatore fa all’interno della nostra azienda con il nostro museo e vigneto didattico aperto ad enoturisti, clienti e anche scolaresche. L’azienda possiede inoltre 35 punti vendita in Italia dove trovare tutta la nostra offerta di vino ma anche olio, aceto, miele. La vendita diretta è nata 32 anni fa da una difficoltà diventata un’opportunità. Mio papà ha iniziato a vendere vino al consumatore finale dopo lo scandalo del metanolo e visto il successo ha aperto il primo punto vendita a Como.
Quali sono le percentuali di vendita nei diversi canali?
Il 90% delle nostre vendite avviene sul mercato italiano: la vendita diretta rappresenta l’85%, l’Horeca il 10% e l’e-commerce un 5%. L’export al momento rappresenta una “sfida” per noi, perché crediamo sia fondamentale diversificarci per poter crescere e far conoscere il nostro Brand. A questo scopo durante l’ultimo anno abbiamo ampliato i mercati a cui ci rivolgiamo. Ad oggi siamo presenti in diversi Paesi europei come Germania, Svizzera, Olanda, negli Stati Uniti e Giappone.
Quale apporto pensi di portare come donna in azienda?
Io sono entrata piano piano in azienda, prima sul fronte accoglienza ed ospitalità, poi allargandomi all’ambito del marketing e dell’export. Credo di aver portato l’attenzione al dettaglio, la cura delle piccole cose, l’apertura alla comunicazione verso l’esterno. Infatti oggi mi occupo dell’apertura di nuovi mercati internazionali, della comunicazione e del marketing.
Come avete affrontato la pandemia?
Ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo sfruttato i canali che ci hanno permesso di farci conoscere: i social e l’e-commerce (che era nato poco prima della pandemia). Siamo felici di aver fatto conoscere meglio le nostre tenute attraverso le immagini e aver raccontato i valori in cui crediamo: la sostenibilità, dunque l’amore per la natura, e l’amore per il nostro lavoro.