A volo d’uccello sulle acque del Garda e poi sulle colline dell’entroterra, tappeti di vigneti che si estendono per almeno 60 chilometri tra Lombardia e Veneto, mentre una suggestiva animazione in 3D ricostruisce i sommovimenti geologici avvenuti in centinaia di migliaia di anni che hanno finito per dare al Lago e al suo entroterra l’aspetto di oggi. E’ un video molto efficace quello realizzato da Consorzio del Garda DOC in collaborazione con la media agency Kondoo di Gallarate, ed è il modo innovativo con cui il Consorzio ha scelto di divulgare la prima carta interregionale dei suoli della sua DOC.

Una denominazione giovane per la legge (è stata riconosciuta solo nel 1996) ma caratterizzata da un’estrema pedoversità, come ha spiegato il pedologo Giuseppe Benciolini, specialista in rilevamento ed elaborazione delle carte dei suoli: “Ho coniato questo termine per esprimere al meglio l’aspetto più caratterizzante di questa DOC – ha detto durante la presentazione della carta stessa, avvenuta in questi giorni a Gardone Riviera, nell’auditorium del Vittoriale degli Italiani – Questo territorio, infatti, racchiude al suo interno diversi tipi di suolo che sono a loro volta derivati dalla grande varietà di processi geologici e di modellamento geomorfologico che hanno interessato il continente negli ultimi 200 milioni di anni”.

“La DOC Garda è nata per valorizzare i vini varietali provenienti dalle 10 zone storiche di produzione dell’area gardesana: Valtenesi, Colli Mantovani, Lugana, S.Martino della Battaglia, Bardolino, Custoza, Valpolicella, Soave, Valdadige, Monti Lessini – ha ricordato il presidente del Consorzio Paolo Fiorini – Ci troviamo perciò ad operare in un territorio molto vasto ed eterogeneo, anche da un punto di vista politico, perchè la denominazione interessa tre Comuni (Mantova, Brescia e Verona) e due regioni, Lombardia e Veneto”. Il clima cambia: conoscere le caratteristiche dei suoli della propria azienda permette di pianificare gli interventi più opportuni con maggiori oculatezza, senza perdere di vista il mercato.

“Nell’ultimo triennio la DOC Garda è cresciuta molto – ha commentato il direttore del Consorzio, Carlo Alberto Panont – E’ passata dagli iniziali 34 mila ettolitri del 2016 (anno in cui il Consorzio ha ottenuto il riconoscimento erga omnes, che gli permette di operare nei confronti di tutti coloro che rivendicano le denominazioni, n.d.r) ai 153 mila del 2022, pari a 20 milioni di bottiglie. Analizzando i dati in dettaglio – ha proseguito – si nota una buona crescita della tipologia frizzante, del Pinot grigio, un notevole incremento dello Chardonnay e una crescita costante anche la produzione di spumante. Oggi perciò la denominazione Garda si riconosce prevalentemente nei vini bianchi, suddivisi nelle varie tipologie e categorie di prodotto, diversamente da quanto invece succedeva fino al 2018, in cui era prevalente la produzione di vini rossi”.

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