La ricettività nella zona del Prosecco non è ancora del tutto pronta per accogliere il turismo del vino. Ma per fortuna ci sono aziende come Canevel che hanno iniziato a costruire pacchetti di accoglienza e di conoscenza del territorio.
Ad accoglierci Silvia Da Riva, responsabile Hospitality che da tre anni si prende cura di tutti gli appassionati di Prosecco che arrivano da Canevel.
Silvia mi ha colpito per il suo amore per il territorio che conosce perfettamente, vivendo a pochi km. Fa la differenza sentir presentare un territorio dalla voce e dal cuore di chi lo ha vissuto fin da piccolo: la presentazione passa non solo attraverso le parole e le nozioni geografiche, ma anche e sopratutto attraverso le emozioni e i ricordi.
“La sento mia” ci ha detto Silvia parlando dell’azienda. Credo che questo sia il massimo del risultato a cui un imprenditore può ambire, soprattutto quando si parla di un gruppo come Masi.
Durante la degustazione abbiamo avuto la fortuna di ascoltare la presentazione da parte di Carlo Caramel, figlio del fondatore dell’azienda, che ha vissuto tutto lo sviluppo dell’azienda e che in prima persona oggi mette la sua faccia nel progetto Canevel in qualità di brand ambassador. Carlo ci ha raccontato una storia difficile e piena di sfide, una storia a lieto fine grazie all’entusiasmo e alla coerenza che lo contraddistinguono, che ha avuto come tappa significativa l’ingresso nel 2016 nel gruppo Masi, storico produttore di vini premium in Valpolicella.
Autenticità che abbiamo rintracciato anche in Raffaele Boscaini, direttore marketing di Masi e settima generazione della famiglia proprietaria. Raffaele ha una pacatezza naturale nello storytelling e trasmette molta calma: è molto piacevole ascoltare i suoi racconti da uomo di mercato che per tanti anni si è preoccupato di trasmettere un brand davanti ai consumatori di tutto il mondo.
“Non è solo questione di assaggio, ma anche di percezione”, ci racconta Raffaele. Sono due i segreti che ha condiviso con noi e che ritengo efficaci per tutti: il primo è che mentre stai raccontando l’azienda o un metodo produttivo, se tu stesso ti annoi ascoltando la tua voce, significa che qualcosa non sta funzionando. E questo a Raffaele è capitato ad una serata, quando si è accorto che molti giovani uscivano mentre lui stava parlando, e da quella volta ha capito quanto è necessario adattarsi all’interlocutore senza annoiare o annoiarsi.
Il secondo è che non dobbiamo mai avere la volontà di insegnare nulla a nessuno, l’importante è solo far passare delle belle ore, una bella serata, e che quindi i tuoi ospiti si ricordino di te. E io mi ricorderò di Raffaele e dell’umanità con cui ci ha salutato, parlandoci dei suoi figli e dei loro progetti.
I suggerimenti e le idee di accoglienza che abbiamo colto da Canevel:
belle le cornici vuote che incorniciano il paesaggio per creare dei punti di osservazione;
suggerire come assaggiare ed abbinare i vini con il tagliere proposto nella degustazione;
ci è piaciuta la comunicazione della Masi Wine experience come un progetto collettivo di accoglienza su territori diversi;
comunicare correttamente gli altri brand, facendo percepire il valore di un gruppo, anche attraverso la presenza di altri prodotti nel wine shop.