Se al territorio del Chianti è stato dato, ormai molti anni fa, anche l’appellativo di Chiantishire (vista la grande affluenza di cittadini britannici dell’upper class che hanno deciso di trasferirsi qui o di passare lunghi periodi di vacanza) è storicamente provata la vocazione turistica di questo splendido lembo di Toscana. Ma potremmo affermare che tutta la Toscana è forse la regione vitivinicola del nostro Paese più vocata all’enoturismo.
Allo stesso tempo, però, talvolta l’identità più autentica della Toscana viene in qualche misura contaminata da una serie di ristrutturazioni di edifici rurali, dai casali ai vari annessi rustici (stalle, ovili, fienili, ecc.) ma anche a castelli e fortilizi medievali che non sempre hanno rispettato l’anima più autentica di questa terra. Con questo non vogliamo certo rimproverare i produttori toscani dal non aver preservato al meglio l’immagine più autentica della loro terra: magari in Italia tutti si fossero comportati come le aziende del vino toscane, ma anche delle amministrazioni pubbliche di questa regione che in gran parte sono riuscite ad imporre vincoli paesaggistici e urbanistici fortemente orientati a salvaguardare l’identità originaria della regione.
Ma proprio perché la Toscana è bella e ricchissima di storia viene spontaneo osservare con più attenzione alle sue “scelte architettoniche”. Non c’è dubbio, infatti, che il paesaggio è forse il fattore più importante del brand Toscana. Questa lunga premessa per raccontare della nostra esperienza enoturistica a Casa Sola, a Barberino Val d’Elsa, praticamente a metà strada tra Firenze e Siena, un’azienda che a nostro parere è stata bravissima a “conservare” al meglio l’immagine più autentica di questo angolo del Chianti Classico.
La vecchia casa colonica coperta dal verde dell’edera è uno delle più belle case rurali che abbiamo visto nel nostro Italian Wine Tour 2021.
A preservare e valorizzare in maniera così autentica questa struttura è stata una famiglia ligure, i Conti Gambaro, che si sono innamorati di questo luogo nel 1960 e da allora lo gestiscono con estrema cura sia sul fronte produttivo, vino e olio, che su quello agrituristico.
Ma Casa Sola è anche inserita nel progetto Agricamper promosso dalla Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi). Casa Sola, pertanto, rappresenta perfettamente quei progetti nati per l’amore di una terra, “in particolare quello di mia nonna – racconta Matteo Gambaro, terza generazione della famiglia, che oggi gestisce l’azienda – che si è innamorata fin da subito di questo panorama unico”.
E sì, il paesaggio, non ci stancheremo mai di sottolinearlo, è un fattore chiave nello sviluppo del turismo del vino e a Casa Sola sono innumerevoli i “punti di osservazione” ideali per potersi immergere nella suggestiva campagna toscana.
Altro elemento chiave ben espresso in Casa Sola è quello della cosiddetta biodiversità. L’azienda, infatti, è costituita da ben 120 ettari di bosco, oltre ai 26 vitati e i circa 40 ettari di oliveti.
Insomma Casa Sola rappresenta quei luoghi dove innanzitutto ci si sente bene. “Per noi il fare stare bene i nostri ospiti è fondamentale – racconta Matteo – perché sono le loro emozioni positive a determinare il più importante strumento di comunicazione grazie al loro passaparola”.
Casa Sola è diventata anche un apprezzato luogo per realizzare matrimonio ed eventi speciali, il tutto in un’atmosfera semplice ed elegante al tempo stesso. “Sicuramente sono molti quelli che vengono nel Chianti per la loro passione per il vino – sottolinea Matteo – ma quando arrivano qui sono tante altre le attrazioni che li coinvolgono a partire da un’atmosfera unica che ha fatto innamorare nel tempo milioni di persone da tutto il mondo”.
Un’ultima annotazione riguarda il tema del come arrivare in luoghi rurali come Casa Sola, che non sempre sono facili da raggiungere con mezzi pubblici. “E’ vero, non è semplice arrivare da noi in treno o in pullman – evidenzia Matteo – ma anche questa difficoltà in qualche misura rappresenta una fortuna perché seleziona le persone che veramente amano la nostra terra e questo ha anche consentito a molte zone della Toscana di rimanere più autentiche, meno contaminate da infrastrutture avulse da questo straordinario territorio”.