Siamo giunti alla fine del nostro intenso mese in camper percorrendo l’Italia del vino e per la prima volta in vita sono stata 24 ore su 24 assieme a Fabio, ad Anna e a Biagio. 

A volte trascuriamo di osservare con attenzione le cose che abbiamo sotto agli occhi e tendiamo a dare per scontata la nostra quotidianità e le persone che ne fanno parte. Ecco perché voglio concentrarmi anche sui miei compagni di viaggio.

Che cosa ho imparato da Fabio, Biagio e Anna  e dal team Wine Meridian durante l’Italian Wine Tour?

Su Anna e Biagio potrei scrivere un manuale intero. In genere sono una mamma severa e poco incline ad elogiare i propri figli. Ma in questo caso devo essere onesta ed obiettiva, come lo sono stata con tutte le persone che ho incontrato. 

Anna e Biagio hanno saputo reggere 5 settimane senza mai dormire più di una notte nello stesso posto, dormendo in campeggi, presso le corti delle aziende, in parcheggi senza doccia. Si sono sparati ore e ore di strada su Gino, senza aria condizionata, senza mai lamentarsi (tranne piccole crisi che però sono state gestite tra le mura di Gino!!).

Hanno annusato con noi un centinaio di vini, hanno ascoltato decine e decine di storie di vitigni per loro tutti uguali, hanno sopportato per ore me e Fabio che nei momenti di sosta scrivevamo gli articoli sulle aziende visitate. 

Ma sono anche stati in grado di cogliere la straordinaria opportunità che è stata donata loro: 

hanno visto l’Italia intera, hanno assaggiato cucine regionali ( Biagio è diventato un mangiatore seriale di Arrosticini e Anna di battuta di carne cruda), hanno coccolato decine di cani con cui hanno fatto amicizia nelle varie aziende, hanno visitato cantine in posti meravigliosi e hanno conosciuto uomini e donne del vino che li hanno accolti come se fossero i loro figli. 

Da Anna e Biagio ho imparato che quando hai quello che ti serve tutto il resto passa in secondo piano. Considerando che io o Fabio siamo spesso all’estero o fuori per lavoro, per loro è stato magico essere tutti e 4 in uno spazio ristretto per così tanto tempo. Hanno ancora quella fantastica età in cui ti basta avere mamma e papà vicino e tutto va bene. 

Da loro ho imparato che gli occhi dei bambini sanno cogliere sfumature che a noi adulti sfuggono. Anna ha iniziato a scrivere un diario delle aziende visitate e ha immortalato dei dettagli stupendi. 

Mi hanno poi insegnato che la pazienza è una competenza che si può allenare: i primi giorni dopo un’ora che eravamo in una visita iniziavano a rognare, ma alla fine invece erano loro a dirci “ma come andiamo già via?” 

Se capisci il senso di ciò che stai facendo, e se intuisci che il tuo lavoro è qualcosa di importante, diventa più semplice coltivare la pazienza e la perseveranza. 

Grazie Anna e Biagio per avermi dimostrato che si può lavorare anche con i propri figli al seguito. 

E veniamo a Fabio, il mio prezioso e insostituibile compagno di viaggio.

Da sempre abbiamo affrontato il percorso professionale da soci e colleghi e non da marito e moglie. Lo abbiamo fatto per tutelare la nostra famiglia e la nostra relazione, evitando di rimanere fagocitati dal lavoro. Pertanto c’è una netta divisione di ruoli e di responsabilità a tal punto che ancora oggi in molti non sanno che siamo “anche“ una coppia.

Quindi questo viaggio è stato unico anche per noi, che difficilmente siamo in due nello stesso posto e difficilmente mescoliamo la famiglia con Wine Meridian.

Da Fabio ho imparato che la fiducia non ha mezze misure. O c’è o non c’è. E lui ha saputo fidarsi ciecamente di me durante l’organizzazione di questo tour, senza farsi troppe domande e seguendo sempre il satellitare, anche quando ho inserito la deviazione in Calabria mentre lui era già convinto di risalire l’Italia.

Da Fabio ho imparato che la credibilità e l’autorevolezza te le conquisti sul campo e con un quotidiano lavoro di semina.

Da Fabio ho imparato che si può essere professionali ed incisivi anche con una t-shirt e la barba lunga. L’importante è avere quella reale disponibilità, che lui ha sempre, di ascoltare l’altro e di capire quali dinamiche sono legate allo sviluppo di aziende o territori.

Da Fabio ho imparato che anche quando si è stanchi morti perché si è guidato per ore e ore c’è sempre un buon motivo per rigenerarsi e continuare: per lui questo motivo è l’amore per il suo lavoro e il senso che sa dare ad ogni incontro, in cui non si risparmia mai e mette a disposizione tutto se stesso.

Da Fabio ho imparato il potere dello scambio di informazioni: se tutti fossimo generosi e mettessimo a disposizione degli altri ciò che sappiamo o che abbiamo imparato, il nostro mondo del vino sarebbe senza dubbio un mondo migliore.

Grazie Fabio per avermi regalato il privilegio di vivere assieme a te l’Italia del vino, e grazie per essere una fonte quotidiana di stimolo e di insegnamento.

Concludo con una menzione al nostro team Wine Meridian che ci ha seguito passo passo in questa esperienza.

È stata la prima volta che il nostro team si è trovato per 5 settimane senza la presenza fisica dei titolari. Noi titolari siamo spesso ingombranti e pressanti, ma siamo anche un ottimo paracadute e una sicurezza costante quando siamo in azienda. Ed è quando non ci siamo che il team riesce a tirar fuori il meglio e a sentirsi veramente responsabile.

Da loro ho imparato che è nelle situazioni più impegnative in cui siamo stimolati a dare il meglio di noi e ad attivare sinergie professionali.

Sono stati bravissimi nel supportarci durante il tour, ma soprattutto nel portare avanti un lavoro di squadra coeso.

Quando sono tornata ho trovato un team cresciuto e rinforzato, e vederli tutti ad aspettarci al nostro arrivo è stato per me un momento che rimarrà indelebile.

Grazie a tutti i nostri collaboratori, quelli vicini e quelli lontani, che sono il vero motore di Wine Meridian e che ogni giorno si prodigano assieme a noi per il primato del vino italiano.