Al Roadshow di B.connected dedicato alla scoperta dei mercati asiatici è emerso come Taiwan, la piccola ma strategica nazione insulare, si stia rivelando un partner strategico per i produttori italiani di vino.
Enrico Condemi, direttore ufficio ICE di Taipei, ci ha dato una panoramica dello Stato di Taiwan, oggi 23esima potenza mondiale.
Taiwan è un Paese con un’elevata ricchezza che si prevede supererà presto quella del Giappone. I potenziali consumatori di vino taiwanesi sono molti e stanno abbandonando man mano i consumi più ovvi (vino francese). Durante le restrizioni il Paese ha avuto pochi contatti con l’esterno e ora c’è un grande interesse nei confronti di nuovi vini.
Enrico Condemi ha evidenziato quanto il Paese sia un ottimo partner commerciale dal punto di vista contrattuale: i taiwanesi si distinguono per una forte affidabilità e correttezza una volta data la parola.
Gianni Eliani è un importatore di vino ed educatore presso la “European School of Sommeliers Taiwan” e ha voluto raccontarci la sua esperienza nel Paese.
Panoramica del mercato del vino a Taiwan
I consumatori di vino taiwanesi stanno ringiovanendo e sono sempre più attratti da questo prodotto. L’educazione in questo settore sta riscuotendo successo e sta portando ad una comprensione del vino che è seconda solo al Giappone nei paesi asiatici. Il vino italiano sta crescendo nonostante il vino francese rimanga il leader di mercato.
Del vino italiano piace la diversità, il fatto che ci siano sostanziali differenze tra i diversi vitigni e territori. “Suggerisco sempre alle cantine che si approcciano a Taiwan di spingere sulle appellazioni come la DOCG” spiega Gianni Eliani, “Le persone conoscono i vini ma non sanno da dove arrivano, le appellazioni possono essere un ottimo modo per promuovere i propri prodotti”.
Il 70% del vino a Taiwan viene venduto off-trade: in negozi specializzati e in supermercati, ma anche in catene di wine shop radicate nel territorio da anni. Il 30% è venduto nell’horeca. La vendita di vino online nel Paese è illegale.
Preferenze dei consumatori
Il taiwanese medio ha una cultura del vino diversa da quella italiana. Spesso compra bottiglie con lo scopo di regalarle e raramente le apre a tavola in casa. I consumatori non sono spaventati dal prezzo, ma sono più interessati allo storytelling e all’”esclusività” che c’è dietro la bottiglia. Piacciono i vini stravaganti e le etichette attraenti.
La sostenibilità è un tema che sta crescendo velocemente: stanno aprendo diversi wine shop specializzati in vini “organici” (biodinamici, biologici, naturali…).
Un errore comune che fanno i produttori è quello di radicarsi all’idea che a Taiwan piaccia il vino dolce. Il mercato del vino sta cambiando velocemente: il vino rosso la fa da leader, si ricercano però vini con acidità più spinta, più tannici. Piacciono sempre di più i vini secchi. Il moscato dolce in generale non è richiesto, se non vinificato a secco.
Un altro dato interessante: il 90% dei miei clienti sono donne.
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Il prossimo evento di B.Connected con agenda programmata sul mercato taiwanese si terrà a Giugno! Per maggiori info su costi e modalità di partecipazione scrivere a redazione@winemeridian.com.