L’industria vinicola della Napa Valley, radicata in una ricca tradizione che risale al XIX secolo, sembra manifestare segni di vulnerabilità economica. Nonostante abbia affrontato con successo una serie di sfide nel corso degli anni, dall’andamento economico negativo a devastanti epidemie di fillossera, la sua recente traiettoria è contrassegnata da una crescita rapida, evidenziata soprattutto dai prezzi in impennata del Cabernet Sauvignon che continua a conquistare il cuore degli amanti del vino statunitensi, i dati di Drizly per il 2023 ne confermano la posizione di incontestato re dei rossi negli USA.

Tuttavia, questi prezzi in aumento potrebbero essere sintomatici di sfide emergenti piuttosto che un segnale di prosperità duratura. Emergono una serie di campanelli d’allarme: cambiamenti delle preferenze dei consumatori, crediti finanziari restrittivi, flessione del turismo, crescita di destinazioni vinicole alternative e aumento delle acquisizioni aziendali di cantine a conduzione familiare.

Panoramica Attuale

Oggi, la stragrande maggioranza del terreno agricolo della Napa Valley è destinato a vigneti, in particolare Cabernet Sauvignon. Perché? Semplice, motivi economici:

  • nel 1989, le uve Cabernet Sauvignon venivano vendute a un prezzo medio di $1.474 a tonnellata;
  • nel 2022, il prezzo è schizzato a $8.900 a tonnellata.

Questo contrasta nettamente con la media di $2.853 a tonnellata nella vicina contea di Sonoma. I numeri rivelano un aumento impressionante del 503% dal 1989, corrispondente a un tasso di crescita annuale composto (CAGR) superiore al 6%. Vale la pena notare che le uve provenienti dal vigneto più famoso e pregiato della zona, il “To Kalon” (piantato per la prima volta nel 1868 e rinnovato nel 1994 con cloni di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc) – ora di proprietà di Andy Beckstoffer – raggiungono prezzi molto superiori a questa media; è noto che gli acquirenti pagano fino a $40.000 a tonnellata per queste uve.

Questi prezzi elevati hanno convinto molti che il mercato dell’uva sia in salute, mentre altri credono che sia un chiaro segno di volatilità e di una possibile bolla finanziaria.

Campanelli d’allarme

Il forte rialzo dei prezzi delle uve Cabernet Sauvignon nella Napa Valley è indicativo di una bolla finanziaria? I prezzi elevati da soli potrebbero non segnalare una bolla, ma una serie di altri fattori sembrano aumentare questa possibilità.

Il vino, dopo la birra, era la seconda bevanda alcolica più popolare negli Stati Uniti, ma ora ha perso terreno rispetto ai distillati. Questo cambiamento è particolarmente pronunciato tra i consumatori più giovani che optano sempre più per bevande a basso tenore alcolico e cocktail. Le tendenze legate a salute e benessere stanno accelerando ulteriormente il declino delle vendite di vino.

Anche dal punto di vista dell’offerta legata all’enoturismo emergono sfide da considerare. La Napa Valley vanta più di 900 cantine fisiche, la maggior parte delle quali fondate negli ultimi 10 anni. Secondo un report della “Napa’s Economic Development Division”, il numero di camere in hotel e resort nella regione è destinato a raddoppiare, passando da 2.365 nel 2019 a circa 4.767 nel breve termine. Questa proiezione determinerebbe una offerta troppo elevata rispetto all’effettiva domanda.

Contemporaneamente, i dati della Federal Reserve indicano un crescente numero di consumatori morosi nel pagamento del debito delle carte di credito e che una crescente percentuale di banche sta rendendo sempre più stringenti le condizioni di prestito per le imprese.

Il settore enoturistico della Napa Valley sta inoltre attraversando un periodo complesso. I tassi di occupazione degli alloggi hanno registrato un calo, passando dal 71,7% nel 2019 a una stima del 61% nel 2023.

Ad aggravare queste problematiche è il cambiamento del panorama della proprietà delle cantine. Numerosi vigneti e cantine fondate negli anni ’70 hanno chiuso o sono passati nelle mani di nuovi proprietari. Le grandi aziende stanno progressivamente acquisendo le realtà a conduzione familiare e questa tendenza alla consolidazione non mostra segni di rallentamento.

Inoltre, la competizione si sta intensificando su una scala più ampia, negli Stati Uniti ci sono altre 249 aree vitivinicole emergenti a livello globale che stanno lavorando per guadagnare quote di mercato.

Considerati collettivamente, questi fattori pongono l’industria vinicola della Napa Valley ad uno snodo cruciale: la saturazione del mercato, l’evoluzione dei gusti dei consumatori, le condizioni creditizie più restrittive e variabili esterne, come l’inflazione, l’instabilità geopolitica ed i costi energetici elevati, contribuiscono a un futuro incerto per questa storica regione vinicola. Napa Valley sta vivendo un crocevia critico, le domande sono molte: l’industria continuerà la sua traiettoria di crescita o sperimenterà stagnazione o addirittura declino? Chi vivrà, vedrà.