Per molti produttori e aziende vinicole in Nuova Zelanda ma anche altrove, gli ultimi tre anni sono stati dedicati a superare le sfide immediate associate alla pandemia di Covid-19.
Queste sfide negli ultimi 12 mesi sono state aggravate da ulteriori problematiche legate alla carenza di materiali secchi, ai forti aumenti di prezzo di carburanti, trasporti, energia e all’inflazione.
Per quanto riguarda il settore vitivinicolo neozelandese è opportuno, in questo contesto complesso, fare delle riflessioni a lungo termine.
Negli ultimi 30 anni circa, i coltivatori e le aziende vinicole hanno trasformato l’industria vinicola neozelandese, garantendole un successo globale.
Lo dimostrano i numeri:
- le esportazioni, praticamente nulle nel 1990, superano oggi i 2 miliardi di dollari all’anno,
- il mercato domestico vale ogni anno circa 400-500 milioni di dollari,
- ci sono più di 40.000 ettari di vigneti,
- il settore impiega più di 7.000 dipendenti diretti a tempo pieno e altre migliaia di persone nell’indotto in settori come quello dei servizi, della distribuzione e del commercio al dettaglio.
Come rileva il quotidiano online New Zealand Winegrower, questo successo riflette la reputazione dei vini che i produttori hanno saputo costruire negli anni, basata su qualità, distintività e sostenibilità.
I consumatori e le autorità di regolamentazione chiederanno sempre più dettagli sulle pratiche di produzione. Si tratta di una tendenza di lungo periodo che non mostra segni di attenuazione, anzi, le richieste sono in aumento. Le recenti iniziative a favore di un’etichettatura più completa degli ingredienti e dei valori nutrizionali dei vini, sono un esempio.
La capacità dell’industria neozelandese di far crescere il mercato interno è limitata da una popolazione che supera a malapena i 5 milioni. Pur essendo piccolo, questo mercato è comunque molto importante: più di 300 aziende vinicole vendono solo sul mercato nazionale.
L’export offre indubbiamente più opportunità. Queste opportunità non saranno per tutti, poiché alcuni produttori continueranno a concentrarsi sul mercato locale, ma saranno il principale motore di crescita e cambiamento del settore, proprio come lo sono state negli ultimi anni.
La forte domanda internazionale ha guidato l’espansione della superficie vitata neozelandese negli ultimi trent’anni. Dal 2015 si è espansa di circa 1.000 ettari all’anno ed ha raggiunto ora i 42.000 ettari.
La crescita delle esportazioni è stata costante per un lungo periodo (nonostante gli occasionali alti e bassi). Una cronistoria per punti, può agevolare la comprensione di questo incremento:
- 1999 – le esportazioni ammontavano a 125 milioni di dollari,
- 2009 – l’export raggiunge 1 miliardo di dollari,
- 2020 – raggiunto il traguardo di 2 miliardi di dollari,
- giugno 2023 – export previsto intorno ai 2,4 miliardi di dollari.
Le prospettive per il settore vitivinicolo neozelandese sono molto positive, grazie all’incremento costante della domanda e all’espansione della superficie viticola, raggiungere i 3 miliardi di dollari di esportazioni non è più una chimera.