L’edizione 2023 di Prowein volge al termine e si avvia a conclusione una tre giorni molto intensa, piena di incontri e confronti con operatori, manager, produttori che hanno dimostrato un interesse ed un forte desiderio di esprimere le proprie opinioni ed i propri punti di vista. È stata una ottima accoglienza quella che abbiamo ricevuto e personalmente ho potuto misurarmi con diverse, a volte divergenti, considerazioni e visioni.

Lodi e critiche, plausi e malumori per questa edizione. Dopo decine di interviste vis-à-vis, potrei dipingere un quadro chiaroscuro, con alcune zone di luce ma anche parecchie zone d’ombra.

La componente legata allo sciopero dei mezzi pubblici ha senz’altro influito ma probabilmente sono altri i punti nevralgici che andrebbero affrontati per poter individuare le carenze e per poter proiettare nel futuro, proposte fattibili e migliorie tangibili.

Bisogna ammettere che per molti le aspettative erano mediamente più alte, l’andamento del “sentiment” è stato ondivago, durante le prime ore dopo l’apertura dei cancelli l’entusiasmo era alle stelle, poi è scemato e nel secondo giorno molti hanno avvertito un calo, una situazione poco dinamica anche rispetto allo scorso anno.

Questo terzo giorno è stato caratterizzato da una leggera ripresa. Sembra strano ma l’impressione generale è che questo ProWein abbia avuto un piccolo colpo di coda, anche se questo slancio non è riuscito a colmare il disincanto generale.

Nei padiglioni della fiera un parterre importante con oltre 5.000 espositori internazionali da oltre 60 Paesi e visitatori giunti per l’occasione da 141 Paesi (nel 2022 erano 145). A Düsseldorf sono giunti in totale 49.000 visitatori specializzati (nel 2022 erano stati 38.000) provenienti dai settori del retail e dell’Horeca.

Resta fondamentale la componente organizzativa, gli operatori sono tutti concordi, ProWein è una fiera che va pianificata a monte anche se si tratta di un rilevante investimento sia in termini economici che di tempo. Pochi gli incontri fuori programma, anche se alcuni hanno riferito di avere ricevuto riscontri buoni in questo senso, soprattutto in ottica potenziale.

Un altro elemento emerso che ci hanno riferito gli operatori, riguarda la richiesta da parte di buyer, importatori e ristoratori di nuove proposte e innovazione sia di prodotto che di servizio. La componente legata al servizio diventa sempre più interessante, gli operatori cercano nuove dimensioni, nuovi territori, nuove storie da raccontare. C’è apertura verso l’elemento distintivo, il tratto peculiare, la nota di unicità.

Ad ogni modo, Prowein si conferma una fiera organizzata, internazionale, frequentata da professionisti profilati ed intenzionati a fare business. La soddisfazione è rivolta soprattutto alla qualità dei visitatori e degli operatori. Per alcuni è stato importante ristabilire rapporti diretti e personali in presenza, anche con partner di lunga data e clienti fidelizzati.

Un altro tema centrale molto dibattuto è stato quello relativo alla prospettiva, per l’anno prossimo, di una edizione della kermesse di Düsseldorf anticipata di circa 10-12 giorni. Questo comporterebbe un susseguirsi di importanti fiere – Wine Paris, Prowein e Vinitaly – ancora più stretta e ravvicinata.

Una possibilità che lascia gli operatori piuttosto scettici e dubbiosi. Non sembra sostenibile per la maggior parte di loro riuscire ad essere presenti e soprattutto performanti a questa “triade di fuoco”, molto probabilmente ci saranno delle scelte precise da compiere, una selezione.

L’interesse generale è rivolto a Parigi, sono stati parecchi gli endorsement in questo senso da parte di manager e produttori. Se la manifestazione fieristica francese avrà la capacità di allargare il processo di internazionalizzazione in corso e limitare la propria autoreferenzialità, probabilmente le chance di aumentare il proprio posizionamento diverranno alte e concrete.

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Il bicchiere è certamente un po’ asciutto, lascio a voi lettori l’interpretazione.