Il mercato del vino in Thailandia sta vivendo una crescita significativa, con una domanda in costante aumento e una preferenza per i brand internazionali più riconosciuti.

Lo dimostrano i numeri che ci parlano di 115 milioni di euro di vino importato in Thailandia nel 2022, di cui 11 milioni fanno riferimento al vino italiano con una crescita impressionante del 146% rispetto all’anno precedente.

Ma questo mercato asiatico presenta delle peculiarità che vanno approfondite, dal complesso e oneroso sistema di tassazione alle prospettive degli accordi commerciali con l’Europa fino alle preferenze dei consumatori.

Tasse sul vino in Thailandia

Le tasse sul vino in Thailandia sono un aspetto fondamentale per chiunque voglia importare vino nel Paese.

La tassazione comprende diverse componenti:

  • Dazi “Ad Valorem”: Questa imposta, calcolata in base al Paese di origine, rappresenta il 54% del valore DDU (Delivery Duty Unpaid) del vino, che include il prezzo d’acquisto, le spese di trasporto e le operazioni doganali. Tuttavia, i paesi con accordi di libero scambio con la Thailandia possono godere di esenzioni fiscali.
  • Tassa sull’alcol: Questa tassa si basa sul contenuto alcolico del vino ed è una sfida per gli importatori. L’accisa effettiva ammonta a 1.500 THB (38,70 euro) per litro di alcol. La formula per calcolare questa tassa è: volume in litri per percentuale di alcol per 1.500 diviso 100. Ad esempio, una bottiglia da 0,75 litri di vino con una gradazione alcolica del 12% comporta un’imposta di: 0,75x12x1.500/100, per un totale di 135 THB (3,48 euro). È importante notare che ogni etichetta deve essere sottoposta a un’analisi di laboratorio per verificare la percentuale di alcol, con una tolleranza massima consentita del ± 0,5%.
  • Tasse locali: Queste tasse contribuiscono al finanziamento di iniziative sociali. La somma totale delle tasse calcolate è soggetta a un aumento del 17,5%. Ad esempio, se si pagano 135 THB di tasse sul vino, è necessario aggiungere 23,625 THB (135 X 0.175), portando il totale a 158,625 THB (4,09 euro).
  • Sovrattassa sul consumo: Gli importatori devono dichiarare il prezzo di vendita al consumatore finale all’Excise Department (Dipartimento delle accise). Se questo prezzo supera i 1.000 THB (25,80 euro), IVA inclusa, verrà applicata una ulteriore tassa del 10% sul prezzo dichiarato.
  • IVA: In Thailandia, l’IVA è al 7% ed è applicata al totale cumulativo di tutte le imposte menzionate in precedenza.

Mercato dei consumatori

Il mercato dei consumatori di vino in Thailandia è in crescita costante. Fino al 2019, il vino rosso dominava con l’85-90% del consumo totale. Tuttavia, con la riapertura del paese nel 2022, il vino bianco sta guadagnando terreno e rappresenta ora circa il 30% del consumo totale.

I consumatori thailandesi preferiscono vini rossi con un alto tenore alcolico (13-14%), i vini bianchi leggeri e fruttati sono apprezzati e gli spumanti in stile Prosecco stanno diventando sempre più popolari.

Quali sono i motivi di una tassazione così pesante?

La questione centrale riguarda il fatto che le tasse per importare vino sono in media del 250%. Nella maggior parte dei casi, i dazi costituiscono la principale protezione di uno Stato contro i prodotti importati da altri Paesi in concorrenza diretta con la produzione locale.

Ma in questo caso i dazi sulle importazioni di vino in Thailandia non sembrano essere una misura protezionistica, dato che la Thailandia produce solo una quantità limitata di vino locale, circa 1 milione di litri all’anno. Le importazioni, d’altro canto, raggiungono circa 18,5 milioni di litri importati ogni anno. Ciò significa che i dazi sul vino in Thailandia non sono progettati per proteggere la produzione locale, ma servono come cospicua fonte di entrate per il Governo thailandese.

I principali paesi importatori sono Australia, Francia, Italia, Stati Uniti, Cile e Nuova Zelanda. Tuttavia, l’Europa sta attualmente negoziando un accordo di libero scambio con la Thailandia, il che potrebbe cambiare radicalmente il panorama nel prossimo futuro.

Accordi di libero scambio con l’Europa

Le discussioni sugli accordi di libero scambio tra Thailandia ed Europa sono in corso dal 2013. Tali accordi potrebbero ridurre o eliminare i dazi sulle importazioni di vino, mettendo i vini europei su un piano di parità con quelli australiani. Tuttavia, le discussioni hanno subito interruzioni nel corso degli anni a causa di varie questioni politiche e di conformità, soprattutto a seguito del Colpo di Stato del 2014.

Attualmente, sembra esserci un crescente interesse da entrambe le parti per concludere tali accordi, considerando la mutata situazione politica ed economica. Se tali accordi venissero firmati, ciò potrebbe avere un impatto significativo sul mercato del vino in Thailandia e potrebbe aprire nuove opportunità per gli importatori europei.

Il mercato del vino in Thailandia è in crescita, con un’importante domanda da parte dei consumatori. Tuttavia, le tasse sul vino rappresentano un peso notevole per gli importatori, sebbene gli accordi di libero scambio con l’Europa abbiano buone possibilità di concretizzarsi nel 2024, aprendo nuove prospettive.

La Thailandia è un mercato interessante per i produttori di vino che desiderano esportare in questo mercato in espansione, ma è importante comprendere il complesso sistema di tassazione e seguire da vicino lo sviluppo degli accordi commerciali e delle dinamiche geopolitiche internazionali.