VINO.BIO è la piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del vino biologico Made in Italy curata da Nomisma e promossa da ICE Agenzia e FederBio.

In un contesto di crescenti preoccupazioni per la salute dei consumatori e di crescente attenzione per uno stile di vita sano, il consumo di vino biologico sta guadagnando terreno. La crescente domanda di vino biologico ha fatto aumentare il numero di vigneti biologici, in particolare nei paesi UE dove si concentra il 79% della superficie vitata bio del mondo.

Dalle ricerche e analisi emerse dal progetto VINO.BIO emerge che in Europa l’incidenza della superficie vitata biologica sul totale dei vigneti è del 12% circa, a livello globale rappresenta il 6,7% per un’estensione totale che nel 2019 ha raggiunto circa 500.000 ettari.

In questo scenario, con 126 mila ettari di vite con metodo biologico nel 2021, l’Italia detiene il primato per incidenza di superficie vitata biologica (21% del totale). La concorrenza europea è però agguerrita, tanto che nel giro di un decennio le superfici bio in Italia sono cresciute del +141% (2020 vs 2010) contro il +148% degli spagnoli e ben il +218% della Francia.

Rilevante il ruolo del vino bio italiano sui mercati internazionali: 626 milioni di euro il valore dell’export di vino biologico italiano nel 2022 secondo le stime Nomisma (+18% rispetto al 2021) e un peso sul totale dell’export vitivinicolo italiano (bio + convenzionale) pari all’8%.

Vino bio italiano in Svezia

Sulla base dei dati del Systembolaget, il monopolio svedese, ben 1/4 delle vendite di vino è bio per un valore di 600 milioni di euro nel 2021 e un tasso di crescita medio annuo del +15% dal 2014 al 2021. In tale scenario, l’Italia è leader assoluto con un peso sul totale delle vendite di vino bio in Svezia del 42% sia a valore che a volume.

Quali sono i fattori di questo successo?

  • in primis l’ottimo posizionamento di alcuni territori: Veneto (grazie al Prosecco in particolare, che rappresenta la denominazione a marchio bio più venduta in Svezia), Sicilia e Puglia, regioni che nel complesso intercettano ben il 24% delle vendite di vino a marchio biologico in Svezia.
  • un’ottima reputazione sul mercato scandinavo, l’Italia figura al primo posto tra i paesi che producono i vini di maggiore qualità secondo i consumatori svedesi.

Da una indagine condotta da Nomisma tra gennaio e febbraio 2023 su un campione rappresentativo di consumatori in Svezia e Danimarca (18-65 anni), è emerso che:

  • il 38% dei wine user scandinavi consuma vino bio di origine italiana,
  • più del 20% lo consuma con cadenza settimanale.

Alla luce di queste rilevazioni, le opportunità per le aziende vitivinicole italiane sul mercato scandinavo sono ampie, a conferma di ciò:

  • il 46% dei consumatori sarebbe interessato a provare un nuovo vino italiano certificato biologico,
  • il 35% sarebbe disposto a spendere un differenziale di prezzo superiore al 5% rispetto a un vino italiano non bio. 

Vino bio italiano in Giappone

Il Giappone è il secondo mercato in Asia per consumo di vino (3,4 mln di ettolitri nel 2022) e rappresenta un mercato indubbiamente interessante per i produttori italiani visto che è il quinto importatore mondiale di vino – dopo Stati Uniti, UK, Germania e Canada – con un valore degli acquisti dall’estero pari a 1,7 miliardi di euro.

Tra i vini stranieri i consumatori giapponesi mettono al primo posto quelli francesi, lasciando all’Italia la seconda posizione quando devono indicare i Paesi che producono vini di maggiore qualità. Dalla survey condotta da Nomisma tra febbraio e Marzo 2023 sui consumatori giapponesi (18-65 anni), emerge comunque un forte potenziale per il nostro vino bio: la quota di chi ha avuto modo di sperimentare il binomio biologico/Made in Italy per il vino è stata solo del 10%.

Grossi spazi di crescita, dunque, per il vino bio italiano, che dal 1° ottobre 2022 può contare sulla certificazione biologica “Jas”, già conosciuta dal 41% dei consumatori giapponesi di vino.

Complessivamente il settore del vino biologico in Giappone, pur essendo ancora di nicchia, presenta ampi margini di crescita e potenziali opportunità. Più di un terzo dei consumatori giapponesi sarebbe infatti disposto ad acquistare un nuovo vino bio made in Italy se lo trovasse nei punti vendita in cui effettua abitualmente la spesa alimentare.

Tra i principali fattori che oggi frenano l’acquisto di vino bio made in Italy vi sono la scarsa informazione sulle caratteristiche distintive dei prodotti biologici italiani ma anche la carenza di referenze sugli scaffali della grande distribuzione.