Dopo le montagne di Whistler la splendida baia marina di Vancouver a fare da cornice alla seconda tappa del Wine Meridian Canada Tour.
Ottima l�affluenza di buyer e media a testimonianza di un interesse realmente elevato da parte del mercato della British Columbia nei confronti dei vini italiani.
E� ovvio che quando si registra cos� tanto interesse si � spinti ad auspicare che vi sia di conseguenza un altrettanto sviluppo del business, ma quali sono realmente le opportunit� delle ancora numerose aziende italiane non presenti in questa provincia canadese di poter approdare su questo mercato?
Abbiamo provato a chiederlo ad alcuni buyer (tra rappresentanti delle agenzie di importazione e alcuni operatori del trade) e le risposte ci hanno evidenziato una serie di aspetti che potremmo sintetizzare nelle parole di seguito riportate:
– curiosit�: vi � un interesse rispetto a nuove realt� produttive sia delle denominazioni pi� note che di quelle meno note, per vini fuori dal cosiddetto mainstream, di vini autentici fortemente legati ai territori di produzione (il concetto di vitigno autoctono ormai � fortemente percepito anche a migliaia di km dal nostro Paese);
– giovani: � incredibile la presenza di operatori del trade (tra wine manager, ristoratori, sommelier) sempre pi� giovani. E questo perch� questa nuova generazione di millenials � decisamente attratta dal vino ma anche perch� sono consapevoli che il loro pubblico � sempre pi� giovane e curioso;
– accompagnamento (push the market): vi � forte anche la consapevolezza da parte delle agenzie di importazione che per spingere il mercato e soprattutto le novit� � necessaria una continua attivit� di promozione dei vini e di educazione del trade. Anche qui, ma ormai non � una novit� per nessuno, l�individuazione di un importatore � solo l�inizio di un percorso che � fatto di diverse azioni;
– italian connection � vi � una tendenza sempre pi� forte nei confronti del made in Italy che oggi appare decisamente pi� trendy in British Columbia anche rispetto alla Francia e ad altri paesi del nuovo mondo. Ma questo implica forti investimenti sul fronte della nostra immagine, sul mantenere alta la nostra reputazione e soprattutto il nostro posizionamento. Tutto ci� che � connesso all�Italia qui piace ma � fondamentale non deludere e soprattutto non passare “per quelli che fanno vini a basso prezzo”;
– new comunication: appare sempre pi� evidente la necessit� di avviare modelli di comunicazione sempre pi� innovativa, con contenuti sempre pi� coerenti a questa nuova tipologia di consumatori. Non � solo questione di strumenti (social media) ma di contenuti. E� sempre pi� chiaro che il vino si sta facendo apprezzare per essere straordinario ambasciatore di culture diverse ma anche e soprattutto strumento di relazioni. “Wine means relations”, ci spiegava Kieran Fanning, uno dei pi� giovani sommelier canadesi (meno di trent�anni), che lavora da Chambar uno dei locali pi� trendy di Vancouver.
Oggi siamo a Calgary, in Alberta, fuori piove ma non c�� freddo, grazie al vino italiano.