Due colossi a livello mondiale, Diageo (impresa britannnica produttrice di distillati, birra e vino) e Treasury Wine Estates (azienda vinicola e di distribuzione globale con sede a Melbourne) testimoniano l’emergenza e mettono in guardia il mercato sui risvolti economici legati al coronavirus.
In Cina, secondo quanto riportato da Shanken News, il mercato on-trade (Horeca) sta subendo il maggior impatto: “I bar e i ristoranti sono stati in gran parte chiusi e c’è stata una sostanziale riduzione dei banqueting”, ha dichiarato Diageo.
Dalla fine di gennaio 2020 si è assistito ad una interruzione delle attività e si prevede che questa situazione duri almeno fino a marzo. Diageo si aspetta un graduale miglioramento con il ritorno dei consumi a livelli standard verso giugno, a chiusura dell’anno fiscale 2020.
L’azienda britannica ha aggiunto che anche l’importante canale asiatico di “travel retail” (vendite al dettaglio effettuate in ambienti di viaggio come le zone duty free degli aeroporti, ndr) ha risentito notevolmente dell’emergenza coronavirus.
Diageo ha stimato, per l’anno fiscale che si concluderà a giugno, impatti negativi che oscilleranno tra i 225 ed i 325 milioni di sterline (291-420 mln di dollari) sulle vendite nette e tra 140 e 200 milioni di sterline (181-259 mln di dollari) sull’utile operativo.
In ogni caso ha tenuto a sottolineare che la situazione è in evoluzione continua e che la “preoccupazione principale rimane il benessere dei nostri colleghi, delle loro famiglie e delle comunità locali”.
Anche Treasury Wine Estates ha dichiarato che in Cina il consumo delle “discretionary categories” (cioè di tutti quei beni non di prima necessità, ndr) ha subito un impatto negativo significativo a febbraio, e si prevede che questa tendenza durerà almeno fino a marzo. Di conseguenza TWE non ritiene di poter raggiungere le previsioni di crescita EBIT (Earnings Before Interest & Tax, ossia il risultato operativo prima della deduzione degli oneri finanziari e delle imposte, ndr) precedentemente fornite per il bilancio 2020, segnalati tra il 5% e il 10%.
Il personale di TWE allocato in Cina, sta lavorando da casa a causa dei “controlli di contenimento dell’infezione da parte del governo centrale e delle autorità provinciali”, ed operano con le stesse modalità anche grossisti, dettaglianti e partners di TWE. Secondo le previsioni del colosso australiano l’epidemia non colpirà i mercati al di fuori della Cina, ma non si esclude la possibilità, dato che il contagio continua a diffondersi.