Le testimonianze, per noi di Wine Meridian, sono il bene più prezioso. La raccolta di percezioni e racconti, arricchiscono il nostro osservatorio sul comparto vitivinicolo italiano di oggi, un settore che evolve rapidamente, grazie ai prodotti di alta qualità che il nostro Paese e le sue aziende sono in grado di offrire al mondo, e grazie a chi viene in supporto alle aziende con soluzioni ad hoc. Come Enartis, che fornisce coadiuvanti enologici di massima qualità per garantire sicurezza alimentare secondo le leggi vigenti e tranquillità ai produttori di vino.
Per saperne di più sull’evolversi del vino italiano, sulle principali problematiche del settore e sul futuro della ricerca, abbiamo intervistato
Gianni Triulzi, responsabile ricerca e sviluppo di Enartis.

Dal vostro osservatorio quali sono allo stato attuale le principali problematiche enologiche delle aziende vitivinicole italiane?
Sicuramente la perdita di longevità dei prodotti, causata dagli stress subiti dai vini durante i trasporti (i vini non viaggiano in business class) e dagli aumenti di pH che si stanno verificando ripetutamente in più zone negli ultimi anni. Inoltre riscontriamo spesso la perdita di stabilità (tartarica, proteica, colore), oltre alla capacità di produrre vini con identità che il consumatore riesce a capire e dai quali viene quindi attratto.

In che modo le aziende vitivinicole italiane evidenziano la loro volontà di effettuare ricerca ed innovazione?
Ad esempio, riducendo il proprio impatto ambientale; questo si evidenzia in come vengono progettate le nuove cantine oppure da come viene gestito l’intero processo produttivo (partendo dal vigneto e continuando con i processi di cantina). Altra modalità è rappresentata dal tentativo di sostituire o limitare quanto più possibile l’utilizzo di alcune categorie di coadiuvanti, quali per esempio i prodotti solfitanti o i coadiuvanti di origine animale ed infine tentando di proporre vini di qualità ottenuti da varietà autoctone quale modalità per offrire una originale espressione del territorio.

Quali sono le frontiere future della ricerca enologica? 
In enologia gli ambiti che offrono spazio per la ricerca sono moltissimi; ne scelgo tre a titolo di esempio: la messa a punto di processi con impatto ambientale molto basso (riduzione delle emissioni di CO2, minor consumo di acqua, minor utilizzo di energia elettrica), l’ utilizzo sempre più oculato dei solfiti, la migliore gestione dell’instabilità proteica

Le aziende come la vostra, quanto possono supportare, attraverso la ricerca enologica, la valorizzazione dell’identità vitienologica nel nostro Paese?
Molto, sviluppando coadiuvanti o processi che permettono agli enologi di preservare e sottolineare le tipicità dei vini; i vini devono essere caratteristici, riconoscibili, poter rappresentare l’autentica espressione delle peculiarità territoriali.

Che contributo sta dando e potrà dare il vostro prodotto Zenith alle nostre imprese del vino? Quali gli aspetti più innovativi? 
Zenith rappresenta l’apice della stabilizzazione tartarica dei vini ottenuta attraverso l’utilizzo di coadiuvanti. Zenith è garanzia di risultato, preserva la qualità dei vini, migliora la sostenibilità dei processi produttivi, aumenta la competitività delle cantine. La maggiore competitività si raggiunge attraverso la riduzione dei costi di produzione e l’aumento della velocità di processo.