In previsione del prossimo ProWein che si terrà dal 15 al 17 maggio 2022 a Düsseldorf abbiamo voluto raccogliere le testimonianze di alcune figure di spicco del panorama vinicolo italiano riguardo tematiche chiave legate all’attualità.
Partendo da questi presupposti abbiamo intervistato Francesco Spadafora, Titolare dell’azienda Dei Principi di Spadafora.
Nella sua veste di vignaiolo quali sono le principali problematiche e aspettative in particolare sul fronte export?
La principale problematica è essere riconosciuto per quello che sei, a prescindere dal contesto regionale nel quale operi. Sembra scontato ma non lo è, perché se operi in un certa maniera rischi di essere considerato una anomalia anziché l’espressione della tua terra.
Perché questo accada è chiaro che il tuo vino non può essere assaggiato da chiunque ma da chi non è banale ed è in grado di notare le peculiarità del tuo prodotto. Ciò non significa fornire un giudizio (meglio o peggio) ma comprenderne la diversità e le motivazioni di questa diversità.
Lei è tra i più attenti osservatori dell’andamento dei prezzi dei vini, in particolare sul fronte del mercato monopolistico nord europeo. Qual è l’attuale andamento dei tender in relazione ai prezzi?
I tender vengono strutturati secondo le esigenze delle grandi cantine e quindi difficilmente si avrà un tender che abbia diverse caratteristiche. La Sicilia merita tender da grandi numeri e prezzi bassi. Una volta vinsi un tender in Svezia con un Syrah intorno ai 10 euro per 1.200 bottiglie, ma fu una tantum.
Questo modo di fare penalizza gli abitanti di quei Paesi (come la Svezia, ndr) perché non avranno la possibilità di bere le vere espressioni di terre diverse.
È chiaro anche che se sei una super azienda sulla cresta dell’onda o se hai un importatore molto importante, tutto questo può essere superato.
Vale lo stesso ragionamento per cui un famoso enologo genera vendite mentre un semplice vignaiolo fa molta più fatica.