Mentre preoccupati stiamo cercando di capire quanto inciderà la pandemia del Coronavirus anche sui mercati del vino, recentemente sono arrivati I dati definitivi sull’export 2019 del vino italiano, elaborati dall’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini – ISMEA su base ISTAT, convalidando le stime diffuse nei mesi scorsi.
L’export del vino italiano nel 2019 cresce a valore di 6,4 miliardi di euro (+3,2% sul 2018) e soprattutto a volume con 21,6 milioni di ettolitri (+10,3% sul 2018) che garantiscono all’Italia il primato mondiale.
Il vino italiano raggiunge ormai un gran numero di destinazioni, ma è appropriato sottolineare che le prime tre destinazioni (Stati Uniti, Germania e Regno Unito) assorbono più della metà del totale esportato sia in volume che in valore.
Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di destinazione in valore (1,5 miliardi di euro a +5,4%) mentre per ciò che concerne i volumi, la Germania è leader indiscussa con 6 milioni di ettolitri ed una crescita del 19,9%. A seguire il Regno Unito che presenta volumi stabili (+0,8%) e valori in flessione (-5%).
La Russia è il paese che incrementa maggiormente il suo import di vini italiani con un +26,5% (528 mila ettolitri) in volume ed un +21,1% in valore (131 mln di euro).
L’incremento maggiore ha riguardato i vini comuni, cresciuti del 18% in volume (4,9 milioni di ettolitri, per lo più sfusi) ma scesi del -3% in valore.
La progressione complessiva più marcata in volume è dovuta principalmente alla domanda dei Paesi UE (+12%) rispetto a quella proveniente dai Paesi terzi (+7%). La situazione è opposta per quanto riguarda i valori (Ue: +1% e Paesi terzi: +6%).
I Paesi terzi hanno superato l’area comunitaria in termini di spesa per vini italiani con un export in valore di 3,22 miliardi di euro, poco sopra i 3,20 miliardi di euro verso la UE.
Gli spumanti pur non registrando incrementi a due cifre come gli scorsi anni, raggiungono per la prima volta nel 2019 un export superiore ai 4 milioni di ettolitri (+7,8%) per un valore di 1,6 miliardi di euro (+4,5% su base annua).
Anche in questo caso l’export verso i Paesi terzi cresce a due cifre sia in volume (+14,9%) che in valore (+12,2%) mentre sul mercato comunitario, avaro di soddisfazioni, gli spumanti subiscono una flessione in valore (-1,3%) ed una leggera crescita in volume (+3,1%).
Stati Uniti (+13,7% in volume e +12,2% in valore) Russia (+25,7% in volume e +21,7% in valore) e Giappone (+32,2% in volume e +23% in valore) trainano l’export extra-UE. In UE deludono Regno Unito (-0,3% in volume e -9,8% in valore) e Germania (-7,1% in volume e -4,2% in valore) ma cresce notevolmente la Francia (+27,8% in volume e +25,5% in valore).
È importante tener presente che la domanda estera di spumanti è trainata essenzialmente dal Prosecco che copre il 65% dell’intero export a volume e registra +21% in volume e +16% a valore. Questa eccessiva dipendenza da un unico prodotto può essere considerata oggettivamente una debolezza del sistema.
In decisa progressione anche i vini Dop, soprattutto fermi (+13,5% a volume e + 9 a valore), che compensano la riduzione registrata nel segmento delle Igp. Questo “trasferimento” è dovuto, almeno in larga parte, al consolidamento sul mercato del Pinot grigio Delle Venezie Dop.
La tipologia di confezione “bag in box” nel 2019 è cresciuta in maniera importante rispetto all’anno precedente ( +8% a volume e +10% a valore).
Per quanto riguarda i vini in bottiglia (<2l) continua la progressione dell’export con un +5,8% a volume ed un +4,2% a valore a livello mondo. L’UE rappresenta il mercato trainante con una crescita in volume del 7% ed in valore del 4,2%.
La Germania rappresenta il secondo mercato mondiale per i nostri vini in bottiglia, con una crescita dell’ 11,8% in volume (2,2 mln di hl) e dell’ 8,1% (702 mln di euro) in valore. Gli Stati Uniti si posizionano al secondo posto dopo la Germania per quanto riguarda i volumi (2,1 mln di hl) con una flessione del -1,2% ma restano saldamente al primo per quanto riguarda i valori (1 miliardo di euro) con una crescita del 3,6%.