Tra tutti i mercati asiatici, il Vietnam � sicuramente uno di quelli pi� in fermento in questo momento. Durante la conferenza che si � tenuta a Wine2Wine gioved� mattina, Bruna Santanelli, rappresentante dell�ufficio ICE di Ho-Chi-Minh City, ha parlato di come la richiesta dei vini italiani in Vietnam stia aumentando in maniera graduale. L�unico punto di contatto commerciale valido per le aziende italiane con il mondo vietnamita sono sicuramente gli importatori. 100 importatori che coprono ogni canale distributivo la fanno da padrone in un Paese dove la cultura del vino non � ancora cos� diffusa, ma non per questo assente. Il substrato culturale legato al consumo del vino non � assente in Vietnam poich� esiste una seppur minima tradizione produttiva in una piccola area del Paese. “La scarsa qualit� del vino locale non impedisce ai vietnamiti di acquistarlo e regalarlo in situazioni di festa o ricorrenze particolari. Il vino � considerato simbolo di attenzione e cortesia. Per questo i vietnamiti sono disposti ad acquistare il vino e soprattutto a spendere per esso” ha detto Bruna Santanelli.

Il Vietnam si sta dimostrando dalle statistiche un Paese con un elevato potere di crescita grazie ad un gruppo di giovani importatori che hanno studiato e conosciuto la cultura occidentale, hanno disponibilit� economiche e vivono la loro professione come uno status.
Tra Italia e Francia, i vini oltralpe continuano ad avere quote di mercato pi� alte, mentre turisti ed espatriati sono i primi acquirenti del vino. L�occidentalizzazione della cultura che � in corso in questo momento condurr� in futuro ad un aumento della popolazione di consumatori di vino, che in questo momento preferiscono la birra come bibita alcolica. “I vietnamiti sono grandi bevitori di birra, ma se possono scegliere bevono vino rosso e strutturato, consumo rafforzato dall�idea che faccia pi� bene alla salute del fratello bianco. Ai vietnamiti piace molto inoltre avere a disposizione un sommelier che racconti loro una storia in un momento di degustazione guidata” ha raccontato Santanelli.

Gioie e dolori per il mercato vietnamita: la tassazione � sicuramente un grandissimo limite.
Il prezzo del vino in entrata viene caricato di un 50% di dazio fisso in entrata, un 25% di tassa per le bevande che superano il 20% di gradazione alcolica e un 10% di iva. Due fattori per� fanno ben sperare in questo scenario: da una parte la predisposizione dei vietnamiti a spendere cifre anche elevate per il vino, dato che incoraggerebbe i produttori ad entrare nel mercato anche con prezzi che consentano di ammortizzare i dazi spropositati; dall�altra la bella notizia � che dal 2018 verr� abbattuto anche il dazio del 50% per cui si aprir� ulteriormente il mercato.�