Come stanno reagendo all’emergenza sanitaria legata al Corona Virus gli operatori commerciali di tutto il mondo? Che tipo di ripercussioni sta avendo la situazione italiana sul business del vino nel mondo?
Ce lo siamo chiesti e abbiamo iniziato a chiedere l’opinione di alcuni nostri contatti internazionali.

Nella seguente intervista ci ha risposto Mark Briand, Chief Wine Officer di Latitude Wine Imports, società di importazione con sede a Calgary, Alberta (Canada).

Quale è la Sua personale visione dell’emergenza sanitaria attuale?
L’emergenza attuale non ci sta colpendo ancora molto qui in Alberta e in Canada, ma temo che se non si riuscirà a contenere in breve tempo potrebbe esserci un grande impatto sull’economia del Paese e mondiale. Il business del vino qui in Alberta è fortemente dipendente da ciò che accade nell’economia in generale, quindi speriamo di riuscire a curare questo virus in modo da poter andare avanti senza troppo impatto sull’economia in generale e del vino poi.

Che opinioni raccoglie da parte dei suoi contatti? Stanno continuando ad ordinare italiano o si sono fermati?
Da quello che ho sentito da alcuni contatti statunitensi con cui parlo, le persone non acquistano vini italiani a causa di questo virus. Non sono troppo sicuro se è perché sono arrabbiati con gli italiani o hanno paura di poter prendere il virus. Ora, trovo incredibile che le persone arrivino al punto di pensare che potrebbero essere colpite da un virus tramite una bottiglia di vino.
Io mi auguro che non inizino a fare questo anche qui in Canada perché sembra un comportamento altamente irragionevole.
Le persone bevono sempre vino, ma possono bere vini meno costosi se i soldi non arrivano come prima.
Se non stanno andando da nessuna parte per paura di prendersi il virus, allora fanno male a tutti i soggetti coinvolti, ristoranti, negozi, hotel, qualunque realtà che faccia affidamento sul pubblico.

Quale potrebbe essere l’impatto sull’industria del vino in futuro?
Speriamo che le persone non ritengano responsabile alcun Paese, nella loro mente, della diffusione di questo virus o di non essere stato in grado di contenerlo. Il buon senso deve regnare sull’anarchia in questa situazione. Nessuna persona, azienda vinicola o uva dovrebbe essere ritenuta responsabile in Italia. Le persone devono solo fermarsi e pensare a questo fatto. Qui in Alberta (o in Canada) dobbiamo andare avanti e riportare l’industria vinicola a dove era qualche anno fa quando le persone si godevano i loro vini e non avevano paura di provarne di nuovi, ma questa crisi non ci aiuta affatto.

Quale messaggio lancerebbe alle aziende italiane?
Continuate a fare quello che vi riesce bene: continuate a produrre alcuni dei migliori vini al mondo e noi vi continueremo a supportare quando sarete pronti a ripartire e questa crisi sanitaria sarà terminata. Non abbiamo fretta, perché ciò che importa ora è che facciate quello che è meglio per la salute degli italiani. L’Italia è membro di valore della comunità del vino mondiale. Siate forti e abbiate pazienza. Noi siamo con voi.