In un recente comunicato stampa, Confocooperative Verona ha voluto sottolineare il ruolo delle cooperative enologiche veronesi nella qualificazione del comparto vitivinicolo della provincia e pi� in generale di tutta la regione.
In Veneto, Regione numero uno in Italia per il comparto vitivinicolo, la cooperazione � oggi il pi� importante punto di riferimento dell�intero comparto vitivinicolo. Un primato che viene non solo dal fatto di riunire oltre 6.000 agricoltori, ma anche da ci� che essa rappresenta per le aziende vinicole private con cui collabora, dando vita a importanti sinergie produttive e commerciali.

“A riprova di quanto sopra, grazie agli eccezionali standard qualitativi raggiunti dalle Cantine Cooperative di Verona, anche alcune aziende del blasonato gruppo delle Famiglie dell�Amarone d�Arte si affidano a queste realt� per la fornitura di un�importante quota dei loro prodotti a Denominazione Valpolicella imbottigliati. Quota che, negli ultimi tre anni, si � attestata intorno al 26% circa, raggiungendo addirittura il 44% se si considera il solo vino Valpolicella. Questo significa che una bottiglia su quattro, dei vini DOC o DOCG della Valpolicella, � il frutto delle uve raccolte dai soci cooperatori delle Cantine di Verona” ha dichiarato Confcooperative. 
Nel Veneto (che assomma il 20% della produzione vitivinicola nazionale e oltre il 30% del fatturato complessivo) Verona, con i suoi 27.000 ettari vitati, rappresenta da sola il 40% del valore della produzione regionale e pesa per il 50 % dell�export dei vini veneti nel mondo. Una vocazione alla viticoltura resa unica dall�equilibrio tra la conduzione tipicamente familiare di piccoli appezzamenti vitati e l�applicazione dei rigidi disciplinari di produzione, che hanno permesso di mantenere inalterate nel tempo le tecniche produttive dei vini. Un binomio che si traduce in un�altissima propensione alle produzioni di qualit� per un territorio che d� origine ad alcune tra le pi� rinomate Denominazioni a livello mondiale: l�Amarone, il Recioto, il Valpolicella, il Soave.
“La cooperazione in viticoltura � stata l�evoluzione naturale di un contesto produttivo cos� capillarizzato, che tutt�oggi permette la sostenibilit� economica delle famiglie dei soci che vi aderiscono. Nata per aggregare il prodotto dei pochi soci fondatori, oggi � il fulcro del sistema produttivo che � uno dei capisaldi dell�economia del territorio” ha concluso Confcooperative.