Le vendite del vino nella distribuzione moderna tornano in positivo seguendo la ripresa del ciclo economico. � una crescita “pulita”, cio� senza incremento promozionale o riduzione di prezzo, anzi negli ultimi anni ci sono stati degli aumenti di prezzo. Quella del vino � una categoria molto importante, affollata e complessa, ma � matura e ormai pi� di tanto non cresce nei larghi consumi. Sebbene le vendite non siano alle stelle, i prodotti vinicoli Made in Italy non cedono e riescono ugualmente a farsi spazio, in particolare gli spumanti e gli sparkling sono le categorie che vanno per la maggiore sia nel nostro Paese sia all’estero.

Secondo una recente indagine dell’IRI, dal 2011 al 2015 i vini hanno subito una maggiore tensione sui prezzi che ha determinato un riposizionamento a scaffale molto importante. Nel 2015, infatti, si � registrato un incremento del 20% per i vini fermi, del 15% per i vini frizzanti e molto meno per gli spumanti. �Ci vuole costanza nei prezzi e in tutte la fasce, altrimenti il consumatore, trovando ogni giorno un prezzo diverso, non ha pi� la certezza del prodotto� ha affermato Virgilio Romano, Client Solutions Director dell�IRI. Nonostante i rincari, si � raggiunto il segno positivo nelle vendite, grazie soprattutto alla crescita dei vini frizzanti (+1% nei volumi e + 2,5% in valore), ma sono gli spumanti che portano i risultati pi� lusinghieri con un aumento del 7,9% nei volumi e del 7,6% nel valore, dimostrando un maggiore feeling con il consumatore. Sicuramente � in corso un cambiamento epocale.

I gusti delle diverse generazioni influiscono sulla scelta e, di conseguenza, sulla vendita: �I nostri nonni, i cosiddetti Baby Boomers, magari bevono un Merlot a tavola per abitudine, mentre i nipoti seguono le mode del momento ed escono con gli amici a fare aperitivo con un vino diverso, forse scegliendo proprio un Prosecco� ha continuato Romano. �Se nelle generazioni passate si consumavano sempre gli stessi vini, oggi non � cos� e tanto meno lo sar� domani. Per prima cosa, come cambia la societ�, cambiano anche i gusti dei consumatori. Inoltre, la grande distribuzione di oggi porta in giro per tutta Italia i vini di tutte le regioni, anche di quelle pi� lontane dalla nostra� ha concluso Romano.

Come � la situazione all’estero? La tendenza del consumo degli sparkling in misura maggiore rispetto alle altre categorie � presente anche all�estero. L�Italia conferma e consolida la sua leadership nella vendita degli sparkling nei tre Paesi principali per l’import dei nostri prodotti: Germania, Stati Uniti e Regno Unito, come mostrano i dati dell’analisi condotta dall’IRI. Se si guardano le quote dell’import, il Regno Unito importa quasi tutto il vino che consumano i suoi cittadini, mentre negli Stati Uniti e in Germania le percentuali raggiungono l’80% e il 70%. Focalizzandosi, invece, sulle quote dei volumi, gli Stati Uniti sono sempre in testa alla classifica come importatori di sparkling (78%) e non solo, e a seguire si trovano Germania (59%), e UK (57%).