Che il mercato del Vietnam cominciasse a spostarsi verso la luce dei riflettori, lo si era intuito da tempo; ora però le statistiche ce lo confermano e prevedono aumenti di consumo importanti sia per quanto riguarda i vini fermi che i frizzanti importati. Non si tratta di statistiche casuali, bensì di un prezioso report condotto da IWSR Vinexpo su una panoramica di mercati internazionali, alcuni dei quali, come il Vietnam, sembrano essere di buon auspicio per i produttori del Belpaese.
Partiamo dal considerare brevemente il
background del settore di questo paese del Sud-est asiatico.
Grazie alle riforme economiche avviate nel 1986 e all’adesione all’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2007, è stata avviata una progressiva liberalizzazione e apertura al commercio internazionale, che si è tradotta in una crescita sostenuta e costante ancora in corso. Nel 2010 il Vietnam è entrato nella categoria dei paesi a medio reddito, con l’obiettivo di diventare un paese industrializzato entro il 2020.

Durante i prossimi anni, secondo il report, i cittadini del ceto medio-alto continueranno a crescere di numero e l’urbanizzazione proseguirà nell’espandersi. Attualmente il governo sta inasprendo le leggi riguardanti il commercio degli alcolici, ma si tratta di modifiche minime che difficilmente intaccheranno l’impatto al consumo di essi. Il consumo di alcool è infatti diventato, a livello sociale, un dato certo in occasioni di festeggiamento o semplice socialità, un dato questo non scontato per un paese che si appresta ora a rientrare fra le nazioni industrializzate.

Sebbene, in generale (quindi non considerando la provenienza, locale o estera) l’aumento più forte nei consumi venga riscontrato per i vini rossi rispetto a bianchi e rosati, il report ci ricorda una buona crescita per i bianchi fermi e i frizzanti negli scorsi anni, incoraggiandoci a proseguire nella promozione di questi prodotti all’interno del mercato. I vini rossi, si guadagnano un passaggio da un volume di 1.0 milioni in casse da 9 litri nel 2011 a 1.2 milioni nel 2017, con un aumento previsto fino a 1.4 milioni nel 2021. I vini bianchi fermi sono passati da 0.2 milioni a 0.3 milioni fino al 2018, ma le statistiche prevedono costanza a 0.3 anche per il 2021.

Cercando di entrare maggiormente nel dettaglio, per quanto riguarda il vino fermo è passato da un volume di 1.0 milioni di casse da 9 litri per i vini importati e 0.2 milioni per il vino locale nel 2011 a 1.1 milioni di importati e 0.4 locale nel 2018. Per il 2021 il salto dovrebbe esserci: 1.2 milioni di vino importato e 0.5 per i vini locali. E il consumo pro capite? Dal 2011 si è passati 0.173 litri annui a +0.39, quindi 0.201 litri nel 2018, con previsione di aggiungere un altro +0.11 e arrivare a 0.212 litri annui pro capite.
Interessante anche il CAGR quinquennale per gli anni 2016-2021, che mette l’Italia con +2.4% dal 2016 al 2021 davanti alla Francia con +0.3%. La Spagna invece è a +8.8% sebbene i suoi volumi di importazione non superino lo 0.1 milioni in casse da 9 litri.

Per gli “sparkling” la situazione è diversa, da un lato più promettente sotto il tema dell’export. Il Vietnam non ha una buona produzione locale di vini frizzanti, perciò vengono importati dai paesi esteri. Il volume negli anni è aumentato, seppur rimanendo entro 0.1 milioni di casse da 9 litri, ma il consumo pro capite ha subito innalzamenti preziosi nell’ultima fascia di anni. Da 0.9 litri nel 2011, si è passati nel 2018 a 0.14 e si prevede che si giunga a 0.16 con il 2021.
Buonissime notizie per il Prosecco, che dal 2015 in poi ha registrato una crescita nei consumi, guadagnando terreno e superando lo Champagne.
Ottimo anche il CAGR per i frizzanti, che registra un +20,5% negli anni 2016-2021.

Il terreno sembra quindi fertile per i produttori italiani. L’economia è decisamente in espansione e gli abitanti vietnamiti vengono sempre più esposti ed abituati ai brand occidentali, il che significa che tendenzialmente l’interesse dovrebbe continuare a crescere nelle prossime annate. Anche il numero di hotel e ristoranti sta aumentando nelle grandi città, di conseguenza l’offerta di prodotti vinicoli crescerà. Molti sono anche gli importatori ben avviati, alcuni già con una fitta rete di wine shop, e si prevede grazie alla fiorente urbanizzazione, che aumentino presto di numero. 

Dal 2 al 4 ottobre saremo in Vietnam per b2b , per info leggi qui