Giudicare fino in fondo una fiera � impresa ardua. Pretendere di farlo a poche ora dalla chiusura dei cancelli della manifestazione lo � ancor di pi�. Ma siccome � un tema che a noi sta particolarmente a cuore e, almeno dalle mail e commenti che riceviamo, anche ai nostri lettori, proviamo a sbilanciarci su qualche giudizio di questa cinquantesima edizione di Vinitaly.
Il giudizio complessivo a nostro parere non pu� non essere pi� che positivo, soprattutto per quello che � successo dentro la Fiera perch� all�esterno i problemi logistici continuano a permanere a partire da una viabilit� gestita (� un eufemismo) in maniera veramente scadente.
Partiamo dai numeri. I visitatori secondo le cifre fornite da VeronaFiere sono stati 130.000, circa 20mila in meno rispetto alle scorse edizioni e questa, anche se a qualcuno pu� apparire un paradosso, � una buona notizia. Per certi aspetti, visto anche il prezzo elevatissimo dell�ingresso (80 euro) e le difficolt� di accreditare anche gli ospiti da parte degli stessi espositori (“burocrazia” online) ci saremmo aspettati un numero di visitatori ancor pi� basso.
Si sono viste certamente meno scene penose di ubriachi tra gli stand a vantaggio non solo del lavoro degli operatori ma anche e soprattutto dell�immagine complessiva del nostro comparto che per quattro giorni � sulle pagine dei giornali e delle televisioni di mezzo mondo.
Sempre secondo VeronaFiere i visitatori erano provenienti da 140 Nazioni che hanno potuto muoversi in un�area record di 100.000 mq netti ed incontrare oltre 4.100 espositori da oltre 30 Paesi.
Ma il dato sicuramente pi� importante sono state le quasi 50.000 presenze straniere con quei 28.000 buyer accreditati dai mercati internazionali, in aumento del 23% rispetto al 2015.
E pi� precisamente i buyer dagli Stati Uniti hanno registrato un aumento del 25%, dalla Germania (+11%), dal Regno Unito (+18%), dalla Francia (+29%), dal Canada (+30%), dalla Cina (+130%), dal Giappone (+ 21%), dai Paesi del Nord Europa (+8%), dai Paesi Bassi (+24%) e dalla Russia (+18%).
Sono dichiarazioni dell�ente fiera ma in qualche modo confortati anche dalle nostre interviste a numerosi espositori che ci hanno confermato in larga misura la loro soddisfazione rispetto ad una presenza di buyer internazionali, per certi aspetti ben oltre le aspettative.
E� evidente che a beneficiarne di pi� sono state le regioni pi� evolute sul fronte export, le aziende pi� organizzate ma complessivamente il grado di soddisfazione ci � apparso alquanto allargato.
Questo testimonia che, come gi� sottolineato lo scorso anno, chi vuole avere uno spaccato completo dell�eccellenza enologica italiana fatica ad abbandonare una manifestazione come Vinitaly. Indubbiamente va evidenziato anche lo sforzo di VeronaFiere di aumentare il proprio appeal internazionale con l�incremento di inviti di buyer da tutto il mondo.
Positivi anche i “tour guidati” di buyer tra gli stand di Vinitaly (soprattutto quelli dedicati ai Consorzi di tutela) che ha consentito anche a piccole aziende di incontrare interessanti operatori del trade internazionali.
Tra i tanti operatori internazionali che abbiamo intervistato abbiamo scelto Lucas Spinnars, responsabile selezione vini di Fondberg, una delle principali societ� di importazione in Svezia che ci ha detto:”Per me Vinitaly � una tappa irrinunciabile. In Svezia il vino italiano rappresenta il 45% del mercato dei vini e chiunque abbia in portfolio prodotti italiani non pu� mancare l�appuntamento di Vinitaly, l�unico che ti consente di avere una vetrina cos� completa del made in Italy”.
Sicuramente l�Italia del vino � presente in grande stile a Vinitaly mentre appare sempre abbastanza ridotta, e poco rappresentativa, la presenza di aziende di altri Paesi (ma questa � una caratteristica da sempre di Vinitaly e probabilmente difficilmente superabile visto ormai il livello raggiunto dal Prowein).
Un�annotazione a margine fa fatta riguardo l�area di Vinitaly che ha visto uniti (pur con caratterizzazione espositiva diversa) Fivi (Federazione italiana Vignaioli Indipendenti), di Vivit (Vigne Vignaioli Terroir) e VinitalyBio (produttori del vino bio italiani).
A noi � piaciuta moltissimo e a nostro parere � un�area che sar� destinata a crescere ancora molto in futuro soprattutto perch� � in grado di garantire una riconoscibilit� chiara, precisa ed autentica agli espositori. Elemento quest�ultimo sempre pi� fondamentale per dare “senso” alla partecipazione di un�azienda ad una manifestazione fieristica, soprattutto quelle di carattere internazionale e con presenza di visitatori cos� vasta non sempre in grado di orientarsi in maniera adeguata.

Il Vinitaly che non ti aspetti
Successo della 50a edizione di Vinitaly che oltre al solito bel bagno di folla ha visto la partecipazione di un numero importante di buyer internazionali (28.000, +23% rispetto al 2015)