Sono passate solo due settimane dall’inizio del nostro Italian wine tour ma mi sembra di essere partita da due mesi, da quanta intensità stiamo vivendo. Le nostre giornate sono abbastanza impegnative e sono scandite in questo modo:

  • i km con Gino per arrivare nelle aziende (siamo già a 2500 Km che vi assicuro con Gino valgono il triplo, senza aria condizionata e con un rombo costante che per parlare con Fabio devo urlare!)
  • le visite nelle aziende che ci catturano: le interviste, le chiacchiere a telecamere spente, le degustazioni, gli assaggi e tutta quella energia contagiosa che si sprigiona
  • la copertura social che, ho imparato sul campo, richiede tempo e dedizione (un plauso a chi segue i social per le aziende atempo perso!)
  • gli incontri fuori programma di manager lungo il nostro percorso con cui parliamo di recruiting
  • non meno importante il tempo che dedichiamo, quando siamo fermi, a scrivere gli articoli di ogni azienda e la bozza dei contenuti che metteremo nel libro finale

Se a questo aggiungiamo la gestione di Anna e Biagio, diventa facile capire quanto questa nostra esperienza sia molto arricchente ma non altrettanto riposante! Ed ecco che in molti ci chiedono: ma come fate a fare tutto, portando anche avanti la gestione delle normali attività di Wine Meridian?

La risposta è solo una: siamo dei catalizzatori di energia, e l’energia ci arriva da tutte le persone che incontriamo a cui siamo grati perché ci sostengono con le loro storie, le loro vite, le loro passioni e la loro visione del futuro.

Durante le visite, usiamo spesso le carte di The Wine Village, il nostro nuovo progetto legato allo sviluppo delle competenze nel mondo del vino (https://www.winemeridian.com/news_it/the_wine_village_introduzione_agli_abitanti_del_villaggio.html) e che parte dal presupposto che siamo tutti abitanti di un villaggio con ruoli e funzioni diverse e con una simbologia radicata in noi e nelle nostre storie di vita.

Sarò sincera, mi è capitato di entrare in qualche azienda senza l’entusiasmo dei primi giorni, ma vi assicuro che dopo i primi dieci minuti mi sono subito ri-sintonizzata sulla frequenza vitale del  nostro mondo del vino, uscendo sempre più ricca di quando sono entrata. Quando si chiude la porta del camper e ripartiamo, sento che sono già diversa e che mi sto portando dentro qualcosa di nuovo, che va oltre una visita e una degustazione. Vediamo chi  ho incontrato in questi ultimi giorni e che cosa ho imparato !

Che cosa ho imparato da Marina Cvetic dell’azienda Masciarelli  ?

Siamo arrivati nel castello di Semivicoli. E il primo pensiero che ho fatto è stato: l’intensità di questo paesaggio e l’energia di questo posto pieno di suggestioni saranno l’elemento chiave della visita di oggi. E invece mi sbagliavo. Tutto è passato in secondo piano quando è arrivata lei. Non ci ha nemmeno dato il tempo di due convenevoli che eravamo già stati rapiti nel suo mondo, nei suoi racconti, nella sua travolgente carica espressiva.  Sto parlando di Marina Cvetic. Con lei il tempo si è fermato e ci siamo anche dimenticati di fare le riprese da quanto siamo stati letteralmente ammaliati. E’ una delle donne del mondo del vino più conosciute, per ciò che ha saputo portare avanti, per come lo ha fatto e per quello che ha costruito in termini di visione e di valorizzazione di una terra.

Sarebbe troppo semplice dire che da Marina ho imparato cosa significa non arrendersi. Io però sento di aver imparato, ascoltandola per due ore tutte d’un fiato, che ogni successo è frutto di sacrificio, di visione, di disciplina, di cura del dettaglio e di una completa dedizione al proprio progetto. Grazie Marina perché mi hai fatto capire cosa vuol dire essere tutt’uno con il proprio lavoro fino a non sentirne più i confini. E’ questa l’unica possibilità per poter dedicare cosi tanto tempo ad un progetto senza sentirne il peso.

Tutti noi dovremo imparare da lei che cosa vuol dire non fermarsi e non avere paura.  C’è una frase che mi guida da tanti anni che è : chi ama non teme. Ecco Marina, tu sai cosa vuol dire amare e non temere! Grazie.

Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato l’Eroe/Traditore. ( una della carte più interessanti del The Wine Village)

Che cosa ho imparato da Cantine Frentana ?

Conosco l’azienda Frentana da qualche anno ma è stata la prima volta che li ho visitati a casa loro. Ammetto di essere di parte, perché considero Felice De Biase una persona speciale a cui ho imparato a voler bene nonostante mi faccia spesso dannare con la sua modalità frenetica (che conosco ahimè molto bene!) . Da lui ho imparato cosa significa avere ben chiara la propria gerarchia di valori e rimanerne fedeli, costi quel che costi.  Troppe volte trovo nei manager che incontro scollamento tra valori personali e valori aziendali, in lui invece c’è una coerenza di fondo, un’etica che traspare in ogni scelta, in ogni gesto, in ogni visione e in ogni condivisione. Già la condivisione è per lui qualcosa di imprescindibile.

Grazie Felice perché da te ho sempre molto da imparare:  in un mondo dove c’è spesso la tentazione di fare scorciatoie, da te ho imparato che c’è solo un’unica strada da percorrere: quella che ti dice il tuo cuore.

E’ stato però per me incredibile poter passare delle ore con tutto il team, a partire da Giuseppe Alfino,  Gianni Pasquale, Federica Persiani, Carmelita Ucci e gli altri di cui non ricordo il nome. Ognuno di loro suona uno strumento diverso di un’orchestra che emette una sinfonia armonica, vitale e piena di credo.

Una parola a parte per il Presidente Carlo Romanelli, grandissimo ascoltatore. Da te Presidente ho imparato che bastano poche parole, al momento giusto, per tracciare una direzione. Virtù rarissima, nella quale io devo fare ancora tanta tanta strada!

Tra gli abitanti del Wine Village, se dovessi attribuire una unica carta all’intero team, direi il Custode del Fuoco.

Prima gli uomini, poi le loro aziende. Ci vediamo nella prossima puntata del mio viaggio attraverso le risorse umane delle aziende del vino.