Ieri ci ha scritto Daniela, una export manager che si è trovata ad affrontare un viaggio di lavoro verso il Canada, come normalmente succede visto il suo ruolo professionale.
A farle compagnia la paura, che
è aumentata ancor di più quando si è ritrovata a fare i conti con l’inusuale: un aereo praticamente vuoto. E in quel vuoto e in quella eccezionale situazione si è fatto largo anche il timore per il futuro, l’incertezza di quello che sarà del suo amato lavoro, la prospettiva di forti rallentamenti e difficoltà.

Non vogliamo ora addentrarci sull’aspetto sanitario della situazione, ma riflettere su quello che si sta scatenando attorno ad esso.

Stiamo attraversando un momento indubbiamente difficile quanto inaspettato, che proprio nella sua straordinarietà trova la sua forza. Situazioni nuove che si manifestano giorno dopo giorno sconvolgendo “i piani” di ognuno di noi, rompendo la nostra “routine”.

La preoccupazione e l’incertezza aumentano nella loro dimensione quando si scontrano con una realtà diversa da quella che si è abituati a vivere, ma anche solo ad immaginare.

E sicuramente attraverseremo un periodo di crisi economica. Ma dobbiamo fermarci a questo?
È naturale pensare ad una crisi come un momento negativo, distruttivo, caratterizzato da difficoltà che possono incidere sulla qualità della nostra vita.
Lo è ancora di più in un’epoca in cui abbiamo dimenticato a riconoscere l’aspetto costruttivo che la crisi ha in sé, essa ci costringe a distinguere tra ciò che ha valore e non ciò che non ne ha, e a stabilire quindi una gerarchia di valori. Crisi per i greci designava la separazione, la divisione, la scelta, ma anche il giudizio, la decisione, l’esito e la riuscita.

Quindi se vogliamo uscire da un momento di crisi abbiamo un’unica risposta: agire cercando di sfruttare proprio l’opportunità che la stessa crisi porta con sé.

Il cambiamento possiamo decidere di subirlo, seguendo la paura di dover scegliere nuove direzioni, oppure possiamo decidere di viverlo e direzionarlo. Quello che farà la netta differenza in questo processo dipende da ognuno di noi, non sarà altro che il riflesso della nostra visione del mondo e del nostro modo di vivere e di essere.

Nella difficoltà possiamo rinnovarci. Le soluzioni si cercano, si scoprono quando ci sono problemi da risolvere e con loro sviluppiamo nuove capacità e una nuova consapevolezza di chi siamo e cosa possiamo fare.

Se non proviamo paura non possiamo manifestare coraggio ed essere consapevoli di possederlo. Essere consapevoli del nostro coraggio significa essere consapevoli che possiamo fare qualcosa di diverso da quello che ci detta la paura, è il primo passo per riuscire ad affrontare la situazione difficile che stiamo vivendo e riuscire così poi ad agire.

Proprio per questo noi di Wine Meridian abbiamo rideterminato subito di dare una nuova direzione e di rinnovarci nuovamente per riuscire così ad essere realmente utili a tutto il settore vitivinicolo italiano.

In un prossimo articolo continueremo ad approfondire il concetto di paura e coraggio e condivideremo con voi altre riflessioni che riteniamo necessarie per il momento che tutti stiamo vivendo.

Nel frattempo, suggeriamo ai tanti export manager che vivono la stessa situazione di Daniela, di provare ad approfittare di questa sorta di arresto per analizzare meglio nuove opportunità di relazione, nuove sfumature per affrontare il proprio lavoro, nuove strade che solo la creatività può suggerire.
Non è facile, lo sappiamo, ma al momento è un piccolo contributo che ognuno di noi può dare alla propria azienda. Ed e’ questo il momento ideale per farlo.