Covid-19 sta avendo e avrà un forte impatto sull’economia globale sia dal punto di vista dell’offerta che della domanda.
La pandemia ha costretto i governi a mettere in quarantena interi paesi, ha alterato le catene di approvvigionamento, ha ridotto la fiducia di imprese e consumatori ed ha colpito i mercati finanziari.

Euromonitor International ha analizzato in particolare quali saranno le ricadute a livello globale sulla vendita al dettaglio, il retail.
Si parte da un dato di fatto, le restrizioni hanno portato ad esempio al collasso dell’industria dei viaggi, ma non tutte le categorie e non tutti i canali di vendita hanno subito e subiranno lo stesso processo. Ciò significa che i retailers che commerciano più categorie di prodotti, saranno investiti in maniera minore dall’impatto negativo.
Le crisi del passato ci insegnano che il settore retail ha la capacità di essere più flessibile ed adeguarsi maggiormente alle emergenze. Nel passato il retail è diminuito del 3% nel 2009, ma ha ripreso a crescere nel 2010, con una crescita del 6%.

Sono già in atto grandi cambiamenti dal punto di vista dei consumi ed una tendenza accettata ad un maggiore controllo sociale. Probabilmente si imporranno sempre più l’e-commerce ed i pagamenti contactless. Ci saranno cambiamenti anche nella supply chain e nelle modalità di acquisto nei negozi.

L’uso della tecnologia è stato definitivamente sdoganato e si è diffuso anche tra gli strati della popolazione meno digitalizzata, questa evoluzione rimarrà anche una volta superata l’emergenza. La crisi ha sottolineato l’importante ruolo che la tecnologia svolge nel modo in cui i consumatori vivono, lavorano, fanno acquisti e giocano. Alcune aziende stanno già effettuando acquisizioni per potenziare le loro capacità tecnologiche.

Ad ogni modo i rivenditori operano in una nuova realtà e bisogna tener presente che a differenza di molti settori in cui lo shock è stato avvertito unilateralmente, nel retail questo non è accaduto e alcuni retailer hanno registrato una domanda senza precedenti su scala globale.
Ad esempio i rivenditori di generi alimentari, soprattutto quelli strutturati per la vendita online, hanno visto impennare i fatturati ed i servizi di consegna sono divenuti essenziali da un giorno all’altro, mettendo in primo piano velocità, precisione e qualità del servizio.
Ma questo non vale per tutti, le aziende produttrici di beni non essenziali hanno subito perdite consistenti. I rivenditori specializzati di abbigliamento e calzature, ad esempio, hanno registrato un calo del 50% nel solo mese di marzo 2020, secondo il Dipartimento di Commercio statunitense. Mobili, elettronica e articoli sportivi hanno visto calare i fatturati a due cifre.

Covid-19 sta avendo un impatto senza precedenti sui mercati dei beni di consumo, con l’acquisto in massa di generi alimentari e altri beni di prima necessità. Se a ciò si aggiunge la chiusura delle fabbriche, la pandemia sta imponendo un onere enorme alle catene di approvvigionamento.
Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dove i nuovi casi continuano ad aumentare, la percentuale di prodotti essenziali fuori stock sta raggiungendo picchi elevati. La carenza di prodotti alimentari freschi e stabili a scaffale, di tessuti e di prodotti per l’igiene e la pulizia è in forte aumento.

L’emergenza sta cambiando le abitudini di acquisto. Gli italiani, che non erano avvezzi allo shopping online, si stanno orientando verso l’e-commerce e stanno acquistando prodotti a lunga conservazione, mettendo sotto pressione il cibo fresco. Un esempio è il pollame, che ha visto il suo prezzo medio online scendere da 5,74 USD (15 marzo) a 5,15 USD (24 marzo), un calo di oltre il 10% in soli 10 giorni.

Ci sono grandi incognite riguardo alla durata delle epidemie e al potenziale ritmo di recupero. Anche questo sarà diverso a seconda del mercato, in base alla gravità dell’epidemia e alla risposta del governo.
Un probabile risultato a lungo termine della pandemia globale sarà il ruolo crescente della tecnologia. Questa pandemia probabilmente accelererà l’evoluzione di tecnologie come il cloud computing, che rendono le aziende più flessibili. La robotica acquisirà probabilmente maggior interesse, poiché ridurrebbe il contatto umano.