Il mio primo viaggio lo feci nel 1980. Sembrava allora un Paese triste, il Giappone, nonostante leconomia a macinare successi, i servizi pubblici ad un livello di grande efficienza, lorganizzazione della societ curata con minuzia. Le donne indossavano vestiti di un blu mesto, gli uomini in grigio o nero di ordinanza, era un Paese che amava lisolamento, non gradiva la presenza dei forestieri. A Tokyo erano allora 48 i locali che proponevano cucina italiana, tra cui svettava Sabatini, originario romano.
Da allora, il paese molto cambiato.

La grande rivoluzione lhanno vissuta le donne, guadagnando considerazione nellambito familiare, rispetto, libert e bellezza. Non pi luomo giapponese ad essere al centro del creato. Per osservare alcuni dei molteplici aspetti della Tokyo di oggi merita immergersi nella vivacit e nei colori di Omotesando, passeggiare nella quiete mistica del vicino parco di Meiji Jingu,
godere del pullulare di giovent e dei gradevoli luoghi di intrattenimento che sono nel complesso di librerie di Tsutaya, nel quartiere di Daikanyama.
Latteggiamento del Paese ad isolarsi, a restare chiuso allimmigrazione si modificato. Laccoglienza ai turisti molto migliorata e gode di nuovi incentivi. Ora nella Tokyo metropolitana i locali che propongono cucina italiana sono pi di 5.000, in larga maggioranza con cuochi di origine giapponese che vantano un percorso in Italia a praticare la nostra cucina.
Il successo della cucina italiana ha contagiato Osaka ed altre citt, e si esteso gradualmente anche alla provincia. Si deve a questi ristoranti la diffusione e la conoscenza dei prodotti dellagro-alimentare italiano, vino incluso. I giapponesi, tra tutti gli asiatici, sono quelli che hanno pi gusto, per il bello e per il buono. AllItalia guardano con grande interesse, ammirano le nostre bellezze, il made in Italy e la nostra gastronomia.

Cosa dire del mercato del vino in Giappone? LItalia nel tempo ha guadagnato posizioni, ottimamente sostenuta dai ristoranti di cucina italiana. In termini di volumi di importazione di vino in Giappone nel 2015 lItalia terza, incollata alla Francia ed al Cile che per la prima volta ha conquistato il primato. Mentre in termini di valore la Francia prima e lultimo il Cile. Il primato in volume del Cile dovuto ai bassi prezzi, ai pochi nomi varietali indicati in etichetta (Cabernet, Chardonnay) in grado di facilitare le scelte dei consumatori occasionali che costituiscono la maggioranza, ad una promozione efficace ed al vantaggio
imputabile ad una tassazione leggermente pi favorevole.

Cosa deve fare lItalia per crescere lexport di vino verso il Giappone?
– avere consapevolezza che il vino italiano, cos come molti prodotti dellagroalimentare di casa nostra, gode gi in Giappone di ottima immagine e non si fa un buon servizio al nostro Paese nel proporre prodotti di qualit modesta ed a prezzi “svaccati”;
continuare a costruire domanda in favore del vino italiano, come gi si sta facendo;
favorire laccesso su quel mercato dei produttori che ancora non ci sono arrivati, attingendo anche al vasto numero di importatori di dimensione medio-piccola, ideali per fare conoscere i vini di produzione artigianale;
porre maggiore attenzione a penetrare nei ristoranti di cucina giapponese che hanno aperto le porte al vino, cosa che soltanto 15 anni fa appariva improbabile;
accogliere con cura i giapponesi che vengono in visita alle cantine italiane, affascinarli, fare affidamento sulla loro fidelizzazione.
Con la consapevolezza che in Giappone il vino ha il vento in poppa.

Il consumo annuale pro-capite superiore a 3 litri e pu soltanto crescere. Negli ultimi 15 anni la birra, la bevanda nazionale preferita dagli uomini unitamente agli spiriti, ha avuto un calo di consumo del 15%. Il Sak in caduta libera. Il Whisky d segni di lenta ripresa dopo anni di rallentamento dei consumi.
Il vino lunico a crescere con tassi annuali superiori al 5%. Al vino si sono avvicinate le donne, che gli riconoscono la valenza di bevanda culturale. Le ditte giapponesi produttrici di birra, Asahi, Suntory, Kirin, Sapporo, da tempo hanno fiutato laria che tira ed investito acquistando aziende distributrici di vino. E successo anche per limportatore Enoteca – www.enoteca.co.jp – con il quale lavoro, acquisito da Asahi, che continua ad operare con elevata professionalit.

Il Giappone per il vino italiano il mercato asiatico pi importante. I consumatori conoscitori sono numerosi, i sommeliers sono molto preparati. E stata una delle prime volte, nel mio recente viaggio, che ho raccolto critiche non pi velate nei confronti di produttori che praticano luso molto limitato, se non anche leliminazione, di anidride solforosa per vini che storicamente godevano del riconoscimento di spiccata longevit. Perch longevi non lo sarebbero pi, manifestando gi nel primo decennio di vita i segni di una prematura ossidazione (premox), una maturazione accelerata. Anche gli importatori cominciano a diffidarneassumendo atteggiamenti di cautela.
Ho imparato ad ammirarlo il Giappone, mi piace molto e confido di poterci ritornare.